Abiti Puliti: a HK per i diritti dei lavoratori dello sportswear

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E' in corso a Hong Kong (29 giugno - 2 luglio) il forum "Lavoro dignitoso nell'industria sportiva globale: costruire progressi sostanziali in materia di diritti" organizzato dalla campagna 'Play Fair 2008' promossa dalla 'Clean Clothes Campaign' a cui partecipano la Fair Labour Association e la World Federation of Sporting Goods.

La campagna italiana 'Abiti Puliti' ha auspicato la presenza delle ditte italiane Lotto e Kappa che con Adidas, Nike e Puma sono al centro della denuncia del rapporto della Play Fair Campaign 2008 'Vincere gli ostacoli' (in .pdf) per "violazioni dei diritti dei lavoratori" del settore dell'abbigliamento sportivo.

Una denuncia espressa personalmente lo scorso 12 giugno a Roma dalla portavoce dell'organizzazione non governativa con sede ad Hong Kong Labour Action China, Suki Chung, che in un convegno tenutosi alla 'Città dell'Altra Economia' ha ricordato come nel corso delle visite agli stabilimenti di produzione di capi di abbigliamento per lo sport ha "conosciuto personalmente donne e uomini della mia età, ma anche giovanissimi e bambini che passano 18 ore al giorno a cucire e ad assemblare tute, palloni, divise, magliette, scarpe e attrezzi sportivi, in ambienti di lavoro malsani e insicuri. E tutto per meno di due dollari al giorno".

Suki Chung ha indicato "i marchi internazionali famosi come Nike, Adidas, Puma ma anche, quelli delle aziende italiane come Lotto e Kappa. "Imprese - ha sottolineato - che hanno dato ampia visibilità a politiche di responsabilità sociale e al loro impegno nel promuovere codici etici, ma che tollerano nei Paesi di produzione il mancato rispetto di quegli standard sociali che consentirebbero una vita dignitosa a centinaia di migliaia di famiglie".

La portavoce di 'Labour Action China' ha quindi inviato una lettera al Governo italiano e alle imprese italiane di abbigliamento sportivo (in .pdf) per chiedere la partecipazione al forum in corso a Hong Kong e ''un impegno concreto per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori nelle fabbriche di abbigliamento sportivo in Cina.

Il 10 giugno gli attivisti della Campagna PlayFair 2008 hanno consegnato al Comitato Olimpico Internazionale a Losanna le 12mila firme raccolte nei 99 paesi che hanno partecipato alla staffetta Olimpica alternativa 'Catch the flame' indetta attraverso il web dalla campagna Play Fair 2008 a marzo e terminata il 1 maggio in Cina.

"Il messaggio per Jaques Rogge, a capo del Comitato Olimpico Internazionale è chiaro: non sono più ammissibili ritardi da parte degli organizzatori delle Olimpiadi nell'affrontare le gravi violazioni che affliggono i lavoratori e le lavoratrici impiegati nelle filiere internazionali che producono prodotti e gadget per le Olimpiadi, ovunque nel mondo. C'è in ballo la reputazione di tutto il movimento olimpico e il Comitato Olimpico Internazionale deve assumersi la responsabilità della catena di fornitura esattamente come qualunque altro marchio committente" - riporta la Campagna 'Abiti puliti'. [GB]

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