Ecuador: governo reprime le proteste contro Tlc

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Lasciando più di cento feriti e arrestando trenta manifestanti i militari hanno represso la protesta pacifica del popolo ecuadoriano contro il Trattatto di libero commercio, la multinazionale Oxy e il Plan Colombia - informa l'agenzia A Sud. Il Presidente Palacio ha decretato lo Stato di emergenza sospendendo i diritti e le libertà civili e rifiutato di sottoporre il Trattato a referendum, come proposto dalla Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie). Ha inoltre scartato l'offerta della Chiesa cattolica di agire in qualità di mediatore tra l'esecutivo e i settori indigeni che da dodici giorni manifestano in diverse parti del paese - l'agenzia Misna. L'entrata in vigore del Trattato causerebbe un aumento dei prezzi del 65% nella sola produzione agricola.

Scioperi e i blocchi stradali sono stati diretti anche contro il contratto-truffa stipulato dal Governo con la multinazionale statunitense Oxy, per il ritiro dei militari dalla base di Manta e contro il Plan Colombia che viola la sovranità dello Stato ecuadoriano. La multinazionale è stata accusata dal Procuratore di Stato di violare le Leggi e le Norme contrattuali. Inoltre gli indigeni colonizzatori e i non indigeni del'Amazzonia hanno appoggiato la mobilitazione esigendo la fine del saccheggio ambientale,rimedi adeguati e giusti risarcimenti da parte dell'Oleodotto del Greggio Pesante, la rinegoziazione dei contratti petroliferi, ed esigendo, tra le altre cose, da parte delle compagnie transnazionali (multinazionali) maggior attenzione verso le popolazioni e i comuni.

Il terzo punto "è la ferma richiesta rivolta al governo di non condurre il Paese alla catastrofe militarista proposta da Bush e dal suo alleato Uribe della Colombia, con la quale si cerca di porre le Forze Armate e la gioventù sotto la influenza regionale militare statunitense, la partenza immediata dei "marines" e dei loro aerei dalla base Aérea Eloy Alfaro de Manta, la stessa che mette a disposizione le proprie strutture ed installazioni alle forze interventiste che, in maniera velata o sfacciatamente, partecipano al Piano Colombia (Plan Colombia)" - chiede la Confederazione delle nazionalità indigene (Conaie).

Nelle ultime settimane tantissime sono state le manifestazioni di piazza, le marce e le proteste contro l'operato del governo e dell'attuale presidente Alfredo Palacios - riporta in un dettagliato articolo Selvas, l'Osservatorio sulle Ande. "La repressione di polizia ed esercito come sempre è forte e senza scrupoli: continue sono le denunce di persone ferite da gas lacrimogeni lanciati ad altezza uomo; donne, anziani e bambini sono stati picchiati selvaggiamente a colpi di manganello, a calci, colpiti da pietre. Nella zona di Saquisilì è stata denunciata la scomparsa di un anziano membro dell'associazione indigena Jatarishun, dopo essere stato brutalmente malmenato dalle forze del governo. Nella provincia del Chimborazo un'anziana di 70 anni e una bambina di 12 sono state gravemente ferite e trasferite d'urgenza negli ospedali di Riobamba e di Quito" - riporta Selvas.

Malgrado lo stato di emergenza, decretato dal Governo e la dura repressione dell'esercito, le organizzazioni sociali comunicano che le mobilitazioni continueranno nei prossimi giorni. [GB]

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