Quando la finanza diventa sostenibile

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Il Forum per la finanza sostenibile è un’associazione senza fini di lucro che, come si legge sul sito, “si rivolge sia al lato della domanda (investitori privati e istituzionali) che a quello dell'offerta (istituzioni finanziarie) che agli intermediari (consulenti e reti di vendita), con l'obiettivo di aumentare la massa degli asset investiti secondo criteri di responsabilità sociale e di accrescere l'efficacia di questa pratica. Per il Forum per la Finanza Sostenibile, l'investimento socialmente responsabile è uno strumento per influenzare il modello economico e renderlo più coerente coi principi della sostenibilità dello sviluppo. Il Forum per la Finanza Sostenibile è parte di Eurosif, l'European Sustainable Investment Forum”.

Nella composizione della base associativa troviamo istituti finanziari, associazioni di categoria, associazioni di consumatori, società di ricerca, di formazione e di consulenza, persino sindacati: una platea ampia e molto variegata in cui si trovano esempi positivi (come Cittadinanzattiva, Legambiente o Etica SGR) ma pure campioni di investimenti di cui non andare molto fieri come quello delle armi (che ha come protagonista BNP Paribas). Ciò non toglie la bontà di un’esperienza che da anni cerca di far parlare la finanza con un altro linguaggio e che ha colto importanti risultati.

Per saperne di più abbiamo intervistato Francesca Ussani, addetta alle comunicazioni per il Forum.

Finanza sostenibile: di questi tempi sembra un ossimoro. Ma è davvero possibile coniugare finanza e sostenibilità etica, ambientale ed economica?

Al Forum per la Finanza Sostenibile crediamo che coniugare gli obiettivi tipici della gestione finanziaria (l’ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento in un dato orizzonte temporale) con l’attenzione a considerazioni etiche, ambientali, sociali e di buon governo non solo sia possibile, ma rappresenti anche un’opportunità sia per le imprese che per gli investitori.

Finanza sostenibile non è dunque, a nostro avviso, un ossimoro ma piuttosto il tentativo di riunire due dimensioni distinte, ma non in contrasto tra loro, dell’attività di investimento.

Quali sono state le vostre principali attività di questi anni?

Il Forum per la Finanza Sostenibile - oltre ad attivare ed alimentare una rete informativa e formativa dedicata ai propri associati - si occupa di informare, educare e sensibilizzare la comunità finanziaria e i pubblici esterni (media e la collettività in generale) sulle tematiche connesse all’investimento sostenibile e responsabile attraverso eventi culturali, seminari, workshop, diffusione di pubblicazioni e campagne di comunicazione. Il Forum promuove inoltre l’attuazione di un quadro regolamentare a livello nazionale ed europeo che favorisca la diffusione dell’investimento sostenibile e responsabile (SRI, da sustainable and responible investment).

Alcuni tra i più recenti risultati sono il lancio della Carta dell’Investimento Responsabile della finanza italiana siglata a Giugno 2012 dalle principali associazioni di rappresentanza del settore finanziario - ANIA, Assogestioni, ABI e FeBAF - e la pubblicazione del libro “Creare valore a lungo termine”, una riflessione sull’SRI dedicata anche ai non addetti ai lavori.

Tutti gli aggiornamenti relativi alle attività ed agli appuntamenti promossi dal Forum sono consultabili sia sul nostro sito web www.finanzasostenibile.it che sui nostri canali social (in particolare, Twitter e Linkedin).

Sul vostro sito c’è un interessante glossario per capire alcuni complessi termini tecnici. Spesso però nei cittadini prevale l’incapacità di comprendere molte sottigliezze e quindi di finire soffocati sotto il cumulo dei prodotti finanziari che hanno generato questa grande crisi. Come è possibile sensibilizzare i cittadini alla buona finanza?

La terminologia è una questione attualmente molto dibattuta anche tra chi si occupa professionalmente di finanza sostenibile e, più in particolare di investimento sostenibile e responsabile. Su tale questione, il giornalista Andrea Di Turi ha scritto un interessante approfondimento all’interno del nostro libro in cui spiega come, con la finanza sostenibile, ci si trovi molto spesso a combattere con una terminologia molto complessa, tale da rendere difficile e faticoso fare arrivare il messaggio al grande pubblico. Andando oltre la complessità delle parole, si scopre però che le questioni che la finanza sostenibile pone sono di indubbio interesse per tutti i cittadini e, anzi, li coinvolgono in prima persona. Si pensi ad esempio al fondamentale “Che cosa succede ai miei soldi che affido a qualcun altro?” È necessario dunque un grande lavoro di semplificazione dei termini e dei contenuti e forse anche un ripensamento degli strumenti di comunicazione al fine di sensibilizzare ed educare i cittadini su queste tematiche.

Voi avete promosso il premio per l’investitore sostenibile. Quali sono le motivazioni profonde di questa iniziativa?

Il Premio per l’investitore sostenibile 2013 nasce con l’obiettivo di stimolare il mercato istituzionale a fare passi avanti nell’adozione di politiche di investimento responsabile, contribuendo a colmare il divario che ci separa dai mercati finanziari europei più evoluti.

In particolare, abbiamo individuato sei categorie di investitori ammessi a partecipare (tra cui anche gli enti non profit) le cui iniziative saranno valutate da una Giuria di esperti del settore finanziario.

Il riconoscimento sarà consegnato a Novembre 2013 nell’ambito dell’evento conclusivo della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile, che ha visto lo scorso anno più di 150 partecipanti.

Il termine per l’invio di candidature spontanee dirette è fissato per il 1 Giugno 2013: invitiamo tutti i soggetti interessati a partecipare a consultare sul nostro sito web le modalità di iscrizione!

La finanza sostenibile può essere una risposta alla crisi?

La crisi ha senz’altro evidenziato l’urgenza di ripensare la finanza, recuperandone in particolare il legame con l’economia reale. L’investimento SRI rappresenta in tal senso una delle possibili risposte, in quanto strumento in grado di influenzare il modello di sviluppo economico, rendendolo più coerente con i principi della sostenibilità.

[PGC]

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