www.unimondo.org/Guide/Economia/Finanza-e-armi/Cluster-bombs-24-stati-chiedono-nuovo-Trattato-e-l-Italia-86551
Cluster bombs: 24 stati chiedono nuovo Trattato e l'Italia?
Finanza e armi
Stampa
Si amplia il gruppo di stati che da Ginevra chiede un nuovo negoziato per un Trattato internazionale sulle munizioni cluster. Nella prima settimana della Conferenza sulle armi convenzionali, gli stati che sostengono un nuovo trattato sulle cluster sono passati da 6 a 24. Tutti concordano che il nuovo accordo che entrerà in vigore sugli ordigni inesplosi (Esplosive remnants of war - ERW) non risolve sufficientemente il problema delle munizioni cluster.
La Campagna Italiana contro le Mine e la Rete italiana Disarmo esprimono la loro soddisfazione per l'entrata in vigore del V Protocollo che obbliga gli Stati a dare informazioni sugli ordigni inesplosi e a bonificare le aree colpite. "Protocollo che l'Italia non ha ancora ratificato- ricorda Giuseppe Schiavello - direttore della Campagna Italiana. Malgrado le costanti dichiarazioni d'intenti degli interlocutori istituzionali, l'Italia ha perso l'opportunità di ratificare protocollo prima della sua entrata in vigore e di dare un segnale deciso rispetto alle politiche del disarmo". "Ad ogni modo - continua Schiavello- questo strumento, come dimostrano i dati provenienti dal Libano, non è sufficiente in quanto non contiene specifici obblighi sulle munizioni cluster".
Secondo Thomas Nash, coordinatore della Cluster Munition Coalition, "urge un nuovo trattato per proibire le munizioni cluster, armi che hanno causato danni documentati e inaccettabili per 40 anni". Il Belgio ha proibito queste armi da febbraio 2006. La Norvegia ha adottato una moratoria nel giugno 2006. In una recente iniziativa internazionale, la Svezia ha proposto un mandato negoziale alla Conferenza di Ginevra. E proprio in questa occasione il numero di stati favorevoli è triplicato. Molti paesi chiave però non sono ancora favorevoli ad un negoziato e rifiutano un nuovo strumento contro le munizioni cluster.
L'Italia dovrebbe dare più di un segnale in questo senso, adottando anche le modifiche alla legge 374/97 che vieterebbero l'uso e la produzione di munizioni cluster. "Se dall'Italia non arriveranno segnali chiari per mettere al bando queste armi micidiali - sostiene Annalisa Formiconi Presidente della Campagna Italiana contro le Mine - la posizione del nostro paese continuerà ad essere debole venendo meno al dovere morale di difendere le vittime innocenti di armi indiscriminate di cui è anche produttrice". In Italia un Disegno di Legge per l'inclusione delle cluster bombs nella legge che mette al bando la produzione delle mine antipersona (legge 374/97) è stato presentato al Senato raccogliendo più di 37 firme da diversi schieramenti ed un analogo Disegno di Legge e stato presentato alla Camera dei Deputati.
Nei giorni scorsi le Nazioni Unite per voce del Vicesegretario generale Jan Egeland hanno lanciato un appello affinché venga congelato l'uso di cluster bombs (bombe a grappolo o a frammentazione). La Campagna italiana contro le mine, che da anni si batte affinché venga vietato dal diritto internazionale l'uso di questo micidiale armamento, ha espresso soddisfazione per questa posizione assunta dalle Nazioni Unite, ma oltre a denunciare che l'Italia non ha ancora ratificato il V protocollo della Convenzione sull'uso d'armi convenzionali (Ccw) ha ricordato che sistemi di bombe a frammentazione continuano ad essere prodotti in Italia, dalla Simmel difesa, e in altri paesi europei come Francia, Spagna e Inghilterra. La Campagna contro le mine e Rete Disarmo hanno invitato il Governo italiano a prendere una chiara posizione in materia e a tramutare presto in legge la proposta di legge per l'inclusione delle cluster bombs nella normativa che mette al bando la produzione di mine antipersona.
Gli stati che durante la Conferenza di riesame della 'Convenzione sull'uso delle armi convenzionali' hanno chiesto un nuovo negoziato per un Trattato internazionale sulle munizioni cluster sono oltre a Belgio e Norvegia, che ne hanno già bandito l'uso, Argentina, Austria, Bosnia-Herzegovina, Cile, Costa Rica, Repubblica Ceca, Danimanrca, Germania, Irlanda, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungeria e la Santa Sede. [GB]