10° Meeting del Trattato per la messa al bando delle mine

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Si apre in questi giorni il decimo Meeting degli Stati Parte (MSP) al Trattatto di Ottawa per la messa al bando delle mine. I lavori, ospitati presso il Palazzo delle Nazioni Unite proseguiranno fino al 3 dicembre.

È prevista la partecipazione di più di 156 paesi parte del Trattato, ma anche alcuni tra i 39 paesi non aderenti alla Convenzione hanno inviato le proprie delegazioni in qualità di osservatori come Cina, Russia e Stati Uniti. La delegazione dell’ International Campaing to ban landmines (ICBL) è composta da oltre 120 campaigners, tra cui alcuni survivors, provenienti da 33 paesi.

I temi principali che riguarderanno il Meeting sono:

  • Sei Stati Parte del Trattato, inquinati da mine— Ciad, Colombia, Danimarca, Guinea‐Bissau, Mauritania, Zimbabwe— hanno dichiarato che non saranno in grado di completare le operazioni di bonifica delle loro aree minate nei dieci anni previsti dal Trattato ed hanno chiesto una proroga su cui si deciderà nel corso del Meeting.
  • Bielorussia, Grecia, Turchia e Ucraina non hanno completato nei 4 anni previsti la distruzione dei loro stock di mine antipersona, ed ora sono in piena violazione del Trattato. Complessivamente si parla di oltre 10 milioni di mine antipersona.
  • Il Venezuela è l’unico paese affetto da mine, che dopo 10 anni dalla ratifica del Trattato non ha ancora iniziato le operazioni di bonifica.
  • Al Regno Unito è stata concessa una proroga nel 2008 sulla scadenza per le operazioni di bonifica, ma non ha malgrado ciò rispettato parte delle condizioni poiché sebbene abbia concluso la bonifica di 3 aree affette da mine, come da programma, non ha invece annunciato ulteriori programmi di bonifica in relazione alle rimanenti 113 aree minate.
  • Ci sono delle allarmanti dichiarazioni secondo cui membri delle forze armate della Turchia abbiano fatto uso di mine antipersona nel 2009. Attualmente è in corso un’indagine legale su questo tema.
  • L’accessibilità ai servizi di assistenza alle vittime nel 2009 ha segnato una diminuzione in Afghanistan, Angola, Ciad, Colombia, Giordania, Guinea‐ Bissau e Repubblica Democratica del Congo.
  • Solo il 9% dei fondi internazionali per la Mine Action viene destinato all’assistenza alle vittime.
  • Al Meeting verrà considerato come incoraggiare una Cooperazione internazionale più sostenibile.

L’ICBL lancia un appello ai donors affinché prevedano fondi su più anni, in grado di implementare piani di assistenza alle vittime e di bonifica in maniera sostenibile e con una previsione certa. Gli Stati Uniti parteciperanno per il secondo anno di seguito in qualità di osservatori. In passato avevano votato contro asserendo la necessità del posizionamento mine tra le due Coree che, oggi, si trovano in guerra.

“Proprio mentre la Campagna Internazionale lancia un appello ai Governi affinché prevedano fondi pluriennali per le attività di Mine Action, noi in Italia ci troviamo a difendere da anni il Fondo per lo sminamento Umanitario, vero fiore all’occhiello dell’impegno del nostro paese sulla lotta contro le mine, ma che, negli anni, ha subito tagli di oltre l’80% ” – dichiara Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana contro le mine. “Il Fondo per lo Sminamento Umanitario istituito con legge 58 nel 2001, è stato recentemente modificato nella sua denominazione "Fondo per lo sminamento umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici esplosivi" ‐ aggiunge Giuseppe Schiavello Direttore della Campagna Mine ‐ questo anche in vista di un suo ampliamento per accogliere gli oneri relativi alla speriamo prossima ratifica della Convenzione sulle Munizioni Cluster, malgrado ciò negli ultimi anni, dopo il tentativo del 2008 di azzerarlo, definitivamente, sopravvive con uno stanziamento minimo” . [F.P.]

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