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Yemen, la guerra ignorata
Economia di guerra
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Foto: Pixabay.com
Numeri contro. I primi sono quelli che raccontano di Al Gharbi, Tajamo’. Oppure Al-Juma’a o Sawakh. Quelli che, con una frase fatta si direbbe: sono solo un puntino nelle mappe geografiche. Ma in questo caso sembrano non aver diritto neanche a quel puntino. Non ci sono, non sono neanche nelle mappe (chiunque può fare la prova su Google). Perché sono insediamenti informali. Dove vive – provano a sopravvivere – una parte, una piccola parte degli sfollati dello Yemen.
Sì, lo Yemen. Quel paese – diviso in due, Nord e Sud – che per restare nei luoghi comuni si indica come quello della “guerra dimenticata”. Ma pure in questo caso, forse, è arrivato il momento di essere più precisi: perché quella nello Yemen è più una “guerra ignorata”. Come se si avesse timore di gettare lo sguardo in una situazione drammaticamente complessa, difficile da capire. Come se si avesse un timore reverenziale a parlare delle enormi responsabilità delle potenze. Mondiali e locali.
Guerra “ignorata”, allora. Non dimenticata, perché non se ne sono mai occupati. Guerra ignorata. Da tutti. A cominciare dai media. E stavolta non è un modo di dire, perché c’è una ricerca dettagliata della Farnesina e dell’università di Urbino (Yemen: la crisi e la sicurezza, a cura di Anna Maria Medici) che spiega con mille dati e grafici, come i giornali, le tv, gli stessi siti di informazione si limitino a raccontare dello Yemen solo quei pochi “fatti” che hanno un rapporto con l’Occidente. Per il resto silenzio. O quasi...