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Tensione tra Chisinau e Mosca dopo il voto russo
Economia di guerra
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Foto: Unsplash.com
Gli effetti della scontata rielezione di Putin e i malumori che circondano la Russia hanno visto una prima dura reazione in Moldavia dove è stato espulso un diplomatico russo per l’apertura di seggi elettorali per le elezioni presidenziali russe nella regione separatista della Transnistria. E’ un elemento di nuova tensione all’interno di relazioni sono sempre più tese tra Russia e Moldavia, il cui governo filo-occidentale si è fermamente opposto all’invasione russa dell’Ucraina.
di Kateryna Mishchenko
Dopo aver conteggiato ed elaborato con un algoritmo il 100% delle schede, la Commissione elettorale centrale (Cec) ha dichiarato che Vladimir Putin è stato rieletto Presidente della Russia con l’87,28%, mentre gli altri candidati hanno ottenuto meno del 5% dei voti: Nikolai Kharitonov il 4,31%, Vladislav Davankov il 3,85% e Leonid Slutsky il 3,20%. Le elezioni si sono svolte dal 15 al 17 marzo. La cerimonia ufficiale è prevista il prossimo 7 maggio. La Cec ha riportato un’affluenza elettorale record: 87 milioni di votanti, pari al 77,44% del totale dei cittadini aventi diritto in tutta la Russia. È la percentuale più alta nella storia delle elezioni presidenziali del Paese. “Più di 76 milioni di elettori hanno espresso il loro voto a favore del capo di Stato in carica. Anche questo è un numero record. Nel 2018, Vladimir Putin aveva ricevuto 56.426.399 voti”, si legge sulla pagina telegram della Commissione.
Mentre Putin, che governa la Russia dal 2000, si è potuto candidare a un quinto mandato, la Commissione elettorale centrale ha però rifiutato la registrazione a tutti i candidati dei partiti non rappresentati in Parlamento e a quelli che si erano presentati in seguito a una raccolta di firme. Giornalisti indipendenti hanno inoltre notato che l’affluenza alle urne è stata “falsata” in diverse decine di regioni come per esempio in Daghestan, Kemerovo, Belgorod e Ivanovo dove è stato documentato che i seggi elettorali hanno fornito risultati identici.
Il movimento per la tutela dei diritti elettorali “Golos” ha denunciato numerose violazioni durante il voto e il conteggio delle preferenze indicando frodi, voti a carosello e come è il caso dei lavoratori del bilancio, voti di massa pubblici. Golos ha definito la campagna presidenziale “la più senza senso” della storia della Russia moderna, dato che i candidati non hanno nemmeno cercato di simulare la propria volontà di competere. Le votazioni si sono svolte anche nei territori occupati da Mosca in Ucraina. L’Unione Europea ha prontamente dichiarato di non riconoscerne la validità. In Crimea, così come nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, le ha definite “una chiara violazione del diritto internazionale”...