Romania: basi militari Usa, polemiche su prigioni Cia

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Durante il suo viaggio in Europa, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice sarà domani a Bucarest per sottoscrivere un accordo bilaterale con le autorità romene per l'installazione di basi militari Usa su territorio romeno. "C'è fretta di chiudere mentre su tutta l'Europa dell'est imperversa la polemica su presunte prigioni segrete della Cia dove sarebbero stati detenute e torturate persone accusate di terrorismo" - informa Mihaela Iordache dell'Osservatorio sui Balcani. L'Unione europea nel suo insieme e singoli Paesi sono stati turbati e irritati dalla notizia dell'asserita esistenza di prigioni segrete della Cia in Europa, dove presunti terroristi sarebbero detenuti e sottoposti ad abusi. L'Amministrazione Bush s'è sinora rifiutata di rispondere alla domanda se gestisca o meno in territorio europeo luoghi di detenzione e d'interrogatorio segreti che potrebbero essere illegali per le leggi europee (e pure per quelle americane). Ieri il portavoce del commissario Ue alla Giustizia Franco Frattini ha ribadito che la Commissione europea "ha indicato agli Stati Uniti che devono prendere l'iniziativa al più presto" per chiarire il giallo internazionale dei voli e delle presunte prigioni segrete della Cia in diversi Paesi europei.

La Romania non ospita "alcuna base segreta della Cia"- aveva prontamente detto il primo ministro Calin Tariceanu intervenendo sull'argomento dopo la pubblicazione da parte del Washington Post di informazioni circa l'esistenza di carceri segrete americane in Romania dove sarebbero detenuti terroristi di al Qaida. La Romania fa parte della lista degli stati contattati dalla Cia allo scopo di costituire prigioni segrete dove condurre prigionieri accusati o sospettati di terrorismo. Dopo aver studiato i documenti di volo dell'aereo Boeing 737, serie N313P, Human Right Watch è arrivata alla conclusione che nel settembre del 2003 l'aereo, partito da Kabul, avrebbe fatto scalo all'aeroporto Szymany, nelle vicinanze della città polacca Szczytno (a Nord di Varsavia) dove si trova una base dei servizi polacchi d'intelligence. L'aereo si sarebbe poi diretto verso la Romania facendo una sosta all'aeroporto romeno Mihail Kogalniceanu, vicino a Costanza, sul Mar Nero, e sarebbe infine giunto alla sua destinazione finale, il carcere di Guantanamo a Cuba.

E ieri alcuni agenti della Cia, in servizio e in pensione, hanno confermato all'emittente televisiva americana Abc che gli Stati Uniti hanno chiuso rapidamente due prigioni segrete della Cia, in Polonia e in Romania, proprio dopo le rivelazioni di Human Rights Watch della loro esistenza e prima dell'arrivo del segretario di stato Condoleezza Rice in Europa. Fra questi vi sarebbero anche 11 presunti leader di Al Qaida che sarebbero stati trasportati in un campo di detenzione in Nordafrica. Proprio ieri anche Amnesty International ha affermato che sono sei gli aerei utilizzati dall'agenzia di intelligence Usa per le cosiddette "rendition" (consegne), cioè il trasferimento di detenuti tra diversi paesi al di fuori di qualsiasi procedimento giudiziario. I sei aerei hanno compiuto, secondo AI, circa 800 voli nello spazio aereo del'Europa tra il settembre del 2001 e il settembre del 2005.

"Occorre aggiungere che in quel periodo la base militare di Kogalniceanu ospitava 3500 militari americani in attesa di sbarcare in Iraq. Polonia e Romania hanno respinto categoricamente tutte le accuse, affermando che gli scali dell'aereo non erano collegati in nessun modo al trasferimento di prigionieri" - nota la giornalista dell'Osservatorio sui Balcani. "Ma secondo ufficiali polacchi un Boeing 737 con a bordo sette americani è atterrato a settembre 2003 nella base Szczytno-Szymany dove ha caricato altre cinque persone. Altre fonti sostengono anche che l'Albania e la Macedonia avrebbero collaborato con la Cia. Molti politici internazionali hanno subito dichiarato che nel caso le accuse si confermassero vere l'adesione della Romania nel 2007 all'UE potrebbe essere rinviata, mentre la Polonia, stato membro, potrebbe perdere il suo diritto di voto nell'Unione.

Intanto si profila all'orizzonte una nuova polemica: in una riunione super-riservata di 'Le Cercle', l'esclusivo club della destra conservatrice internazionale, l'ex vice-direttore della Cia John E. McLaughlin, ha affernmato che "è nei Balcani, specie in Bosnia e nel Kosovo, che s'annida il rischio d'un focolaio di terrorismo integralista islamico europeo". Uno strumento per contenere il focolaio di contagio dei Balcani, sarebbe secondo McLaughlin un maggiore controllo della destinazione e dell'utilizzo dei finanziamenti, nazionali o comunitari, come quelli del programma Meda. Raccomandazioni che hanno trovato concorde l'invitato dall'Italia Franz Turchi (parlamentare europeo di AN) al quale McLaughlin ha parlato di una "finestra di rischio per l'Italia 'da Natale alle elezioni". L'ex vice-direttore della Cia ha però ammesso "errori di valutazione e di analisi fatti in passato dalla Cia", prima sottovalutando al Qaida, poi sopravvalutando le informazioni (rivelatesi infondate) sulla armi di sterminio dell'Iraq. [GB]

Altre fonti: Balcani

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