Soluzioni alternative al debito estero

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Dal senatore Francesco Martone arriva il resoconto dalla prima sessione dei seminari sul debito estero, sulle soluzioni alternative a livello politico e giuridico e sul Tribunale di arbitrato, convocati da Jubileo Sur, CDES, Jubileo 2000 Guayaquil, ILDIS, Accion Ecologica. Tra le varie proposte avanzate dai relatori, quella di un tribunale etico, sulla scorta del lavoro fatto in Peru', per arrivare al ricorso a strumenti giurisdizionali regionali quali la Corte Interamericana di Giustizia per un pronunciamento sulla illeggittimita' del debito. In particolare in Peru' si e' sviluppata una campagna sui fondi "buitre" o "vulture funds" dell'impresa americana Elliot, che e' sfociata in tre processi relativi uno alla corruzione, l'altro verso la Corte Interamericana al fine di ottenere una opinione consultiva relativa all'illeggittimita' del debito ed al suo impatto sui diritti umani.

L'ultimo filone di lavoro era quello relativo alla denuncia dell'inadempienza dello stato peruviano riguardo i suoi obblighi di promozione dei diritti fondamentali di cittadinanza, con particolare riferimento all'impatto del pagamento del debito sulle spese sanitarie, che oggi rappresentano solo l'1,5% del bilancio annuo. Casi specifici relativi al debito ecologico correlato a prestiti della Banca mondiale come la diga di Bio Bio in Cile, o a investimenti privati nel settore petrolifero come nel caso del gasdotto Yadana in Birmania rappresentano elementi sui quali costruire nuove strategie volte ad affermare l'illegalita' del debito e soluzioni che vadano al di la' di quelle proposte dai governi creditori e che diano priorita' ai diritti economici, sociali e culturali. Un caso recente relativo sempre alla Birmania e' il ricorso in Belgio contro la TotalFIna per crimini contro l'umanita' e la protezione dell'ambiente.

Nel corso del seminario i relatori hanno convenuto sul fatto che la soluzione giudiziale e' solo uno dei percorsi da seguire, non l'unico, per determinare le responsabilita' e chiedere un risarcimento. Il diritto insomma puo' essere come un "bisturi nelle mani del medico, che si puo' utilizzare o meno", ma se utilizzato puo' contribuire ad una soluzione alternativa al problema del debito. Poiche' come ha detto nel seminario Patricio Pazmino del CDES, si deve andare oltre il falso mito dell'obbligo da parte degli stati di pagare sempre e ad ogni condizione il debito, un debito gia' abbondantemente ripagato, in termini di deflusso di materie prime e risorse naturali, e di capacita' e competenze, attraverso i flussi migratori. Come provare a avvicinare il tema del debito estero alla giustizia? Probabilmente perseguendo alcuni canali istituzionali quali la Corte Americana dei Diritti dell'Uomo o la Commissione Interamericana. Tuttavia resta l'urgenza di un' inversione di rotta, e di prospettiva, nella quale quelli che sono considerati i creditori in realta' sono debitori di un debito ecologico, sociale e politico.

Queste le sfide che verranno affrontate nel corso del Tribunale sul Debito Ecologico e le responsabilita' della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo verso la sovranita' alimentare, che si terra' in occasione del Forum Sociale delle Americhe. Sia in questa occasione che nel seminario sul debito, mi e' stato chiesto di contribuire alla discussione in qualita' di parlamentare di un paese del Nord, e sulla scorta del lavoro da me svolto nel corso degli anni sui temi della riforma della Banca mondiale e la cancellazione del debito. Quello che segue e' il testo del mio intervento al seminario sulla "giudizializzazione del debito" e sul ruolo dei Parlamenti. Nei prossimi giorni partecipero' al Foro Parlamentare delle Americhe, nel corso del quale verra' lanciata la petizione dei Parlamenti del Mondo verso la Banca mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale in occasione del 60 anniversario della loro fondazione.

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