Finanza: Usa e Ue soccorrono gli speculatori

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Il mercato immobiliare continua a rappresentare un rischio per l'economia degli Stati Uniti dove c'è stata una forte impennata nell'esecuzione dei pignoramenti ed espropriazioni di appartamenti ed edifici: 179.600 nel solo mese di luglio. Il senatore C. Dodd retiene che "da uno a tre milioni di persone potrebbero perdere la loro casa". Lo rivela un'inchiesta dell'analista geopolitico Tito Pulsinelli per Selvas.org.

"Queste poche cifre indicano con chiarezza la gravità della crisi del settore inmobiliario degli Stati Uniti, che covava sotto la cenere mediatica da molto tempo, ma veniva sistematicamente ignorata o minimizzata. Ora che l'esplosione è avvenuta, emergono le caratteristiche distruttrici di un collasso che sta facendo tremare il cosiddetto sistema finanziario internazionale" - afferma l'analista. I "furbetti della bolla immobiliaria", vale a dire gli usurai globali che avevano gonfiato all'infinito il valore dei titoli dell'industria del mattone, oggi alzano bandiera bianca. La "bolla" gli è scoppiata in faccia perchè non c'è più una relazione credibile tra il valore di un edificio reale e quello dei "titoli" che li rappresentano.

La Banca Centrale Europea (BCE) finora ha sganciato 120 miliardi di dollari per soccorrere i truffatori d'oltreoceano e i loro compari speculatori delle banche europee. "Si premiano gli infami, li si incoraggia a perseverare. E' una autentica istigazione a delinquere" - commenta Pulsinelli. "Siamo al teatro dell'assurdo o al funerale del buon senso: i negatori radicali di ogni intervento publico nell'economia sono provvidenzialmente salvati con quantità industriali di denaro pubblico. I becchini dello Stato succhiano avidi le sue mammelle. Si tratta dello stesso denaro che - in nome della "autonomia" delle banche centrali - sarebbe irresponsabile destinare alle pensioni, al sistema sanitario o educativo".

Il malconcio sistema finanziario internazionale e la credibilità del dollaro - ormai seriamente compromessa anche a livello di immagine - sono momentaneamente puntellati dalle riserve monetarie delle Banche centrali del G7. "I più coraggiosi puntano il dito contro il monopolio delle tre agenzie qualificatrici di rischio, ma dimenticano che Standard & Poors, Moodys e Fitch agiscono con molta solerzia quando si tratta di dare le pagelle ai Paesi indebitati del mondo non industrializzato, non altrettanto con i consorzi privati multinazionali. E tacciono sul fatto che hanno infiltrato le presidenze delle "autonome" banche centrali" - denuncia l'analista.

"Gli Stati Uniti devono mettere ordine nei propri conti, abbandonare un sistema di vita depredatore, e rassegnarsi che non si può vivere eternamente al di sopra dei propri mezzi. Sono passati 60 anni da quando producevano il 60% delle mercanzie circolanti nel globo; oggi sono il Paese più inebitato del mondo" - afferma Pulsinelli.

Oggi è la Cina con 1,3 bilioni di dollari stivati nelle sue riserve monetarie - di cui 900 miliardi in un mix di buoni della tesoreria e titoli- che stringe in una morsa ferrea la Riserva Federale. "Tutti i politici di Washington, da Obama alla coppia Clinton, esigono all'unisono che la Cina proceda ipso facto alla rivalutazione della sua moneta, unico modo - a loro dire - per bloccare la "sleale concorrenza", frenare le esportazioni cinesi e favorire quelle statunitensi. Ignorano che negli ultimi due anni il Renmimbi si è rivalutato del 10% sul dollaro, ma questo non è servito a nulla, e il bilancio favorevole alla Cina continua a sfiorare i 27 miliardi"- osserva Pulsinelli.

"L'esportazione del suo sistema produttivo ha generato gran dipendenza e una innegabile vulnerabilità alle mosse di Pechino. E' un segreto pubblico che è arrivato a conoscenza della plebe globale. E' il caso di dire che "grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente" - conclude l'analista.

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