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Debito: nessun accordo per le promesse del G8
Debito estero
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Le istituzioni finanziarie internazionali chiudono i loro incontri annuali a Washington non concedendo nulla ai paesi più poveri e subordinando la cancellazione del debito per i 18 tra i paesi più indebitati ad un ulteriore test sull'applicazione delle politiche economiche ed istituzionali già imposte in passato dai paesi più ricchi. "E' singolare che, mentre i paesi donatori si prendono altri mesi per vedere come stanziare le risorse aggiuntive per pagare questa cancellazione, poi richiedano ai paesi che hanno dovuto sopportare anni di aggiustamenti strutturali e condizioni economiche disastrose, di mostrare ancora una volta di accettare queste condizioni" ha affermato a Washington Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM.
"Subordinare la promessa di cancellazione del debito a queste nuove condizioni va a scapito della stessa credibilità dell'iniziativa di cancellazione al cento per cento del debito" ha continuato Tricarico. Dai comunicati finali degli incontri risulta ancora poco chiaro come e quando altri paesi potranno beneficiare di una simile cancellazione totale. In ogni caso l'iniziativa entrerà in vigore per i paesi che supereranno i nuovi test solo il primo luglio del 2006. Un altro anno va sprecato per dare risorse fresche alla lotta contro la povertà, specialmente in Africa. "Se il tempo fosse realmente denaro, dopo le promesse fatte con grande enfasi il G8 e le istituzioni di Washington avrebbero un bel debito verso i più poveri del pianeta. E' inconcepibile che il FMI continui a sedere su ingenti riserve auree inutilizzate, mentre la gente del Sud del mondo continua a morire perché i governi, dopo aver ripagato il servizio sul debito, non hanno risorse per le spese sociali&"- ha aggiunto Tricarico.
Un altro argomento in agenda è il sostegno ai paesi del Sud per beneficiare maggiormente delle liberalizzazioni commerciali decise dalla Wto.
"Quando si tratta di effettuare prestiti in modo che i paesi in via di sviluppo aprano i loro mercati all'export occidentale, allora i soldi ci sono. Se si tratta di cancellare il debito, invece, si tentenna e si adducono scuse quali la necessità di imporre altre condizioni sui paesi beneficiari, perché incapaci di buon governo. Questo 2005 rimarrà nella storia solo come l'anno delle buone parole e della buona musica per l'Africa e lo sviluppo, ma non come l'anno dell'inizio della fine della povertà" - ha concluso Tricarico. [AT]