Debito: iniziative delle ong per rompere le catene

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Continuano le iniziative delle associazioni in risposta all'accordo per la cancellazione del debito di 18 Paesi africani raggiunto al G8 finanziario di Londra sabato scorso. Stamane una delegazione di ActionAid International ha incontrato l'on. Alberto Michelini, rappresentante personale del Presidente del Consiglio per il Piano per l'Africa per il G8, al quale ha presentato la richiesta per un maggiore impegno del Governo italiano nella lotta contro la povertà e per la cancellazione totale del debito. L'incontro, avvenuto a Palazzo Chigi, si è svolto nell'ambito delle iniziative legate all'evento "Get non board" un matatu (tipico bus africano) che ha attraversato l'Africa ed è in questi giorni in Italia diretto a Gleanegles, in Scozia, dove nel mese di luglio si terrà il prossimo G8. "L'Italia ancora vanta crediti nei confronti di paesi africani come Swaziland, Zimbabwe, Kenya con elevata prevalenza di HIV/AIDS - ha spiegato Marco De Ponte di Action Aid. Esiste un indice, chiamato soglia di prevalenza, al di sopra del quale (il 5%), l'epidemia comincia a trasformarsi in emergenza sanitaria. Questi paesi superano tale soglia e la legge 209/2000 permette all'Italia di cancellare il debito per i paesi in stato di emergenza".

In un comunicato il Vis sottolinea che "40 miliardi di dollari di debito cancellati sono sicuramente un buon calcio di inizio per una partita molto più complessa, la riduzione della povertà mondiale ed i raggiungimento degli obiettivi del millennio". "Sicuramente si può e si deve fare di più - ha detto Antonio Raimondi, presidente del VIS. I debiti oggi cancellati sono solo quelli verso le Agenzie multilaterali, ma la vera sfida è sul debito bilaterale: quello contratto tra stati poveri e singole nazioni ricche". "La decisione di Londra dei Ministri delle Finanze del G8 sulla cancellazione del debito lascia invariato il debito verso gli stati ricchi: il 70% dell'intero importo dovuto da ogni singolo Paese ammesso a tale riduzione. Contiamo che in tempi rapidi i rappresentanti dei Governi nazionali del G8, ad incominciare dall'Italia, abbiano il coraggio di cancellare tutti i crediti dovuti dai diversi Paesi, che sono addirittura inesigibili".

"Save the Children" ha presentato oggi un rapporto presentato dove sottolinea che "250 mila bambini africani potrebbero essere salvati ogni anno se il G8 decidesse di rendere le cure sanitarie gratuite". Il Rapporto "Conti killer" è stato diffuso oggi da Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dell'infanzia, alla vigilia della Giornata Internazionale del Bambino Africano che si celebra domani 16 giugno. Il Rapporto prende in considerazione 24 stati africani, 20 dei quali impongono ticket sui servizi sanitari, e chiede ai leader del G8 che intraprendano azioni affinché l'accesso alle cure sanitarie sia gratuito per tutti. "I servizi sanitari a pagamento sono stati introdotti su ampia scala nel 1990 quando i donatori internazionali, compresi i paesi del G8, incoraggiarono i governi nazionali africani a far pagare le prestazioni sanitarie. Ma il prezzo di tali servizi è proibitivo per la maggior parte della popolazione africana"- nota l'associazione.

La campagna Sdebitarsi ha diffuso un comunicato dove nota che la decisione del G8 finanziario rappresenta un "utile passo ma è del tutto insufficiente" perchè riguarda solo un numero ristretto di paesi, non mette in discussione le condizionalità economiche imposte da Banca Mondiale e Fmi e non garantisce il rispetto degli impegni per lo sviluppo e la lotta alla povertà. "La decisione, con anni di ritardo, dimostra che quanto sollecitato a gran voce dalla società civile con la campagna per la cancellazione del debito è semplicemente possibile a patto che lo si voglia davvero, superando il tabù dell'intoccabilità dei crediti della Banca Mondiale e Fmi". "In particolare vogliamo sottolineare che, come spesso accade in prossimità dei G8, vengono adottate proposte apparentemente generose che poi purtroppo vengono smentite nei mesi successivi. Basti guardare alle promesse fatte in occasione dei vertici precedenti in gran parte disattese". Per questo il 24 giugno Sdebitarsi organizza a Roma una conferenza stampa e un incatenamento simbolico per denunciare la schiavitù del debito. [GB]

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