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Bulgaria: la beffa della cancellazione del debito dell'Iraq
Debito estero
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"Non abbiamo intenzione di cancellare il debito dell'Iraq" - ha commentato il Ministro delle finanze bulgaro Milen Velchev circa la recente decisione del Club di Parigi di cancellare l'80% dei 39 miliardi di dollari dei debiti dell'Iraq. "Continueremo a chiedere al governo iracheno i quasi due miliardi di dollari che ci deve". Lo ha affiancato il vice Ministro degli esteri, Germana Grancharova la quale ha specificato che la Bulgaria intraprenderà tutte le strade possibili per fare in modo che il debito venga ripagato. Quest'ultima ha inoltre ricordato che non è la prima volta che la Bulgaria riceve forti pressioni per cancellare il debito iracheno - riporta Tanya Mangalakova in un documentato articolo per l'Osservatorio sui Balcani.
Creditrice nei confronti dell'Iraq di 1,7 miliardi di dollari accumulati durante il periodo comunista, in particolare legati alla fornitura di armamenti, la Bulgaria è il secondo creditore mondiale dell'Iraq e il debito iracheno rappresenta ben il 12,5% del prodotto interno lordo bulgaro. Superiore al credito bulgaro vi è solo quello che vantano gli Usa nei confronti di Baghdad. Ma quest'ultimo, che si aggira sui 2 miliardi di dollari, rappresenta solo lo 0,056% del Pil Usa. Il debito dell'Iraq nei confronti della Russia rappresenta il 2,5% del Pil di quest'ultima mentre quello della Francia rappresenta lo 0,2%. "Se cancelleremo il debito diventeremo i più grandi donatori in Iraq, se teniamo conto della grandezza della nostra economia" - nota il quotidiano Sega.
La Bulgaria non sarebbe quindi nelle condizioni economiche per rinunciare a tale cifra. Il Paese ristagna in una situazione economica precaria, mancano fondi per l'educazione e la sanità e si continuano a spendere soldi per mantenere le proprie truppe in Iraq. E proprio su questo punto è forte la delusione dl governo di Sofia. La Bulgaria, infatti, ha partecipato all'invio di militari in Iraq sulla base della promessa dell'amministrazione Bush di recuperare gran parte del proprio credito. Il governo sembra non avere alcuna intenzione di ritirare il proprio contingente dopo il gennaio del 2005. Sofia ha speso sino ad ora 53 milioni di euro per mantenere il proprio contingente di 500 soldati in Iraq. Una cifra al ribasso, secondo l'opposizione, che accusa il governo di aver impiegato ben 250 milioni di euro.
Ulteriori spese che, col venir meno della possibilità di recuperare i credito iracheno, fomentano il dibattito politico. Il Partito Socialista Bulgaro ha già annunciato che in caso di vittoria alle politiche di gennaio ritirerà il contingente dall'Iraq. "Il contingente bulgaro ha già fatto quello che doveva fare. Ora è il caso che torni a casa. Sosteniamo la posizione assunta dal premier spagnolo Jose Zapatero" - commentano. Comunque vada alle prossime elezioni una cosa è certa: la Bulgaria già ora si sente beffata. [GB]