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Africa: appelli online, ma l'Africa non muore soltanto
Debito estero
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Sono numerosi in questi giorni gli appelli che giungono dall'Africa. L'Alleanza Internazionale degli Abitanti (AIA) ha messo online una petizione alle autorità del Kenya per porre fine agli sgomberi di Nairobi. Si tratta di un messaggio di protesta al governo del Kenya, al sindaco di Nairobi, alla Commissione europea, ai governi europei, al Parlamento europeo e alla Banca Europea degli investimenti, chiedendo a ciascuno di fare la propria parte per porre fine agli sgomberi di Nairobi.
L'AIA sottolinea che il governo del Kenya non ha finora offerto nessuna alternativa né compensazione alle 354.000 persone che verranno sgomberate da Kibera, Korogocho, Kamae e altri tra i più popolati e poveri dei 168 slums della città. Il padre comboniano Daniele Moschetti - che ha sostituito dopo 14 anni padre Alex Zanotelli a Korogocho - ha scritto in proposito al Sindaco di Roma Walter Veltroni per chiedere un maggiore sostegno ad attivare l'opinione pubblica italiana ed europea.
Anche il Centro Giovani Kamenge di Bujumbura ha predisposto un modulo per chiedere al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan un intervento dell'Onu per porre fine alla guerra burundese. "L'iniziale scontro tra gruppi hutu e tutsi si è trasformato in guerra di mafie e i morti, i feriti, le distruzioni si susseguono in modo implacabile. I numerosi sforzi compiuti negli anni per tentare un percorso di pacificazione tra le varie parti, per iniziare a costruire una società democratica e pacifica, sono tutti miseramente falliti nel silenzio e nell'indifferenza dei media del mondo intero" - nota il comunicato. L'agenzia Misna riportava ieri che il Consiglio di sicurezza dell'Onu avrebbe dato il 'via libera' al Segretario Kofi Annan per predisporre una missione di pace in Burundi. Si tratterebbe di "oltre cinquemila militari internazionali per dare sicurezza al Paese in vista delle elezioni del prossimo ottobre". Una notizia che ha suscitato gioia nelle migliaia di giovani di ogni etnia che frequentano il Centro istituito nel 1990 dai missionari saveriani nei quartieri nord della capitale burundese.
Le associazioni che promuovono "Italia-Africa 2004", che si svolgerà il 17 aprile a Roma, hanno messo online una petizione per fermare la vendita di armi, fornire farmaci gratuiti e cancellare il debito. "Cancellare il debito per i paesi più poveri, ridurre drasticamente e destinare a fondi di sviluppo le somme restituite, aumentare gli aiuti allo sviluppo, giungere a un embargo totale della vendita delle armi, intervenire per permettere di produrre e distribuire gratuitamente in Africa i vaccini e gli strumenti di prevenzione delle malattie - prima fra tutte l'Aids - che la affliggono, sono solo alcune delle molte possibilità con cui è possibile attuare una politica diversa da quella che è oggi causa di tanti disastri" - afferma l'appello.
Ma "l'Africa non muore soltanto" - ricorda un comunicato congiunto diramato oggi dalla campagna Chiama l'Africa, dalle riviste missionarie Nigrizia e Missione Oggi e dall'associazione Emmaus Italia. La nota trae lo spunto dalla trasmissione 'Porta a porta' in onda stasera e chiede che "si parli innanzitutto dell'Africa che vive e vuole vivere, si appoggino le iniziative della società civile africana, piuttosto che attardarsi soltanto in discorsi pietistici". "A parlare di Africa - prosegue la nota - devono essere soprattutto gli africani. L'Africa di oggi è un continente dove ci sono intellettuali, professionisti, persone organizzate, leader di movimenti, che potrebbero avere una parola nuova da dire e che non vengono ascoltati".
Il comunicato sottolinea inoltre si tratta di un difetto che "neanche la manifestazione promossa dal Comune di Roma è stata capace di superare". "Si è preferito - afferma la nota - ancora una volta dare voce agli esperti europei e all'ufficialità africana" e "non sono stati sentiti e interpellati gli africani presenti nel nostro paese; i missionari sono stati cooptati nel gruppo organizzatore solo a cose fatte, senza capacità di discutere nessuna voce che fosse minimamente critica". Le associazioni firmatarie del comunicato dicono infine che saranno presenti alla manifestazione del 17 Aprile, della quale rilevano il "grande significato politico", ma chiedono che "prima o poi qualcuno nel nostro servizio pubblico sia capace di organizzare anche una trasmissione in cui poter ascoltare dagli africani testimonianze e storie vere di un'Africa che vuole vivere". [GB]