Mondo: partita la Gwa, una riforma democratica per la Wto

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Al finto tavolo delle trattative all'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) inscenato nella piazzetta dei Beni Comuni, a Terra Futura - fiera sulle pratiche sostenibili di Firenze, la società civile italiana pretende la democratizazione del commercio internazionale. "Il Wto ha fallito", ha sancito Antonio Tricarico, direttore della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale. "A 10 anni dall'entrata in vigore del trattato istitutivo dell'organizzazione mondiale del commercio, c'è più povertà ovunque. Nel Sud ma anche nel Nord del mondo". Interi settori industriali sono oggi a rischio: il libero commercio ha fallito anche economicamente. "Noi siamo pronti a discutere quali alternative proporre, cosa che i governi non sono in grado di fare". "Bisogna scrivere un nuovo diritto del commercio internazionale che tenga conto delle norme di tutela sociale e ambientale delle Nazioni Unite"conclude Tricarico.

Il senatore Francesco Martone, intervenuto al tavolo, ha denunciato il Governo italiano, che - nonostante una mozione parlamentare - a quasi due anni dalla ministeriale di Cancun ancora non ha informato le Commissioni competenti circa lo stato d'avanzamento dei negoziati del Doha Round, in vista di Hong Kong. Una riforma democratica dell'Organizzazioni mondiale del commercio è richiesta da Sindacati, Organizzazioni non governative, realtà del Commercio equo e solidale, piccoli produttori del Sud del mondo". Nello spazio centrale di Terra Futura è stato esposto un enorme carrello della spesa riempito di mappamondi per rilanciare il motto della mobilitazione "un mondo di prodotti non ha diritti". Domenica alle 13.00 è stata giocata nell'atrio del padiglione centrale di Terra Futura una partita di calcio tra la squadra del Nord e quella del Sud del mondo che è terminta con il punteggio di 28 a 0 per il Nord. Le regole ingiuste - quanto quelle discusse nel Wto e negli altri negoziati commerciali - hanno portato all'espulsione di tutta la squadra del Sud del mondo e l'arbitro a un certo punto togliersi la casacca nera e diventare giocatore del Nord. Il risultato era gia noto ancora prima di giocare

"Le risposte ai problemi del commercio internazionale trovate negli Stati Uniti d'America e nell'Unione Europea sono vantaggiose per questi paesi. Se trasferite in Africa, diventano grandi problemi", dice Mahamat Abakar di Acord Nairobi, una rete di Ong africane. Una democratizzazione che è essenziale, per iniziare a negoziare senza muri, in modo trasparente.

A partire da oggi e per tutta la settimana, iniziative e centinaia di mobilitazioni 'invaderanno' le piazze italiane e di tutto il mondo. Per dire "Sì!, al diritto di ognuno al cibo, all'acqua, alla salute, ad una vita dignitosa ed all'istruzione! No!, all'imposizione di accordi commerciali ingiusti, liberalizzazioni e privatizzazioni indiscriminate!".

E proprio sull'accordo Gats sulla liberalizzazione dei servizi sembra che la Wto sia in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista per Hong Kong, e in crisi rispetto al merito della discussione. Secondo il documento dell'Istitute for agricoltural and trade policy la crisi è però una creazione artificiale dei principali paesi sviluppati, i più interessati alla privatizzazione dei servizi in quanto le loro economie dipendono principalmente da questo settore. In particolare, lo spettro di una crisi sarebbe stato evidenziato al fine di mettere pressione sui paesi del Sud affinché aprano il più possibile il loro mercato interno dei servizi. La negoziazione dei servizi è quella meno trasparente e democratica tra tutte le trattative in sede WTO. Il Gats, affermano gli estensori del documento, è in sostanza un accordo sugli investimenti. Esso contempla, tra gli altri, i settori finanziario, delle telecomunicazioni, dell'energia, dell'ambiente, dell'educazione e della salute. Il prossimo appuntamento rilevante nell'agenda del Wto sarà il Consiglio Generale di luglio, durante il quale dovrà essere raggiunto un risultato concreto in termini di fissazione di obiettivi e criteri in merito all'evoluzione sull'accordo dei servizi in vista di Hong Kong. [AT]

Altre fonti: Institute for Agricolture and Trade Policy, Trade Watch

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