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La Finanza Etica cresce. La speculazione fallisce
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Quando la finanza fa rima con l’etica e la sostenibilità diventa la base del finanziamento, investire in modo “virtuoso” e non solo speculativo diventa possibile e anche vantaggioso. Siamo davanti ad un Fondo Etico, che ha la funzione di sostenere le aziende che operano nei diversi mercati di riferimento con il massimo rispetto per i valori sociali, la promozione dell’ambiente e dei diritti umani. Nonostante la crisi economica e dei mercati, la finanza etica continua a crescere, arrivando a segnare negli ultimi due anni un +87% degli investimenti.
È quanto emerge dalla ricerca appena pubblicata (.pdf), dall’associazione dei forum europei per la finanza sostenibile Eurosif, che rileva come le risorse investite in modo “sostenibile” in Europa sono passate dai 2,7 mila miliardi di euro alla fine del 2007 ai 5 mila miliardi di euro alla fine del 2009, con un notevole incremento degli investitori istituzionali.
Di questi 5 mila miliardi, 1.200 miliardi sono investiti secondo criteri definiti da Eurosif “core SRI” (.pdf), cioè particolarmente selettivi: i gestori non si limitano a escludere dai portafogli aziende controverse come produttori di armi, di energia nucleare, ma adottano anche criteri positivi di valutazione selezionando le aziende e gli Stati più virtuosi sul piano delle politiche sociali, ambientali e di governance.
Gli altri 3.800 miliardi di dollari sono investiti secondo criteri definiti “broad SRI” (.pdf), vale a dire meno stringenti, che si limitano a escludere i titoli di aziende e stati particolarmente controversi. Per quanto riguarda l’Italia, lo studio registra 312,4 miliardi investiti secondo criteri di responsabilità sociale, di cui appena 13,1 miliardi sono investiti utilizzando i criteri più stringenti.
Per Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica, la prospettiva della finanza etica oggi è anche garanzia di stabilità, oltre che di lungimiranza economica. “Basti pensare al caso BP: considerata un’azienda abbastanza responsabile in senso lato e inserita nel Dow Jones Sustainability Index, (l’indice di borsa che afferma di monitorare le performance finanziarie delle aziende più sostenibili del mondo), ne è stata poi esclusa in tutta fretta dopo il disastro ecologico scatenato con la marea nera”.
I fondi etici più scrupolosi, come quelli promossi da Etica sgr, escludono a priori il settore petrolifero dall’universo investibile, mettendo anche al riparo i clienti dalle pesanti perdite che questi titoli registrano in occasione di disastri di queste proporzioni. “Un’ulteriore dimostrazione del fatto che efficienza economica e sostenibilità, nel lungo periodo, vanno di pari passo”.
“La crescita della Finanza Etica in tutto il mondo - conclude Biggeri, - impone l’elaborazione di parametri che offrano ai risparmiatori e agli investitori responsabili reali garanzie circa l’eticità dei prodotti su cui investono, per evitare che la patente etica venga attribuita in modo discrezionale e finisca con il rispecchiare più strategie di marketing che reali scelte responsabili. Dal nostro punto di vista non può che destare perplessità, ad esempio, il recente inserimento di Finmeccanica, che è tra le prime 10 aziende che producono e commerciano armamenti nel mondo, nel Dow Jones Sustainability Index”.
Secondo Alessandra Viscovi, direttrice generale di Etica sgr, società di gestione del risparmio del gruppo Banca popolare Etica, unica in Italia a proporre esclusivamente fondi etici e tra i leader del mercato italiano dei fondi socialmente responsabili, “i dati del mercato europeo sono particolarmente incoraggianti, soprattutto in un momento così difficile per il mercato finanziario”.
L’Italia è ancora piuttosto indietro, specialmente per la mancanza di investitori istituzionali che, invece, sono presenti fortemente in mercati come quello inglese e scandinavo, ma anche da noi non mancano indici positivi e buoni risultati. “Nel triennio 2007-2009 - spiega Viscosi - in Italia si è registrato un calo del 33% (pari a 220 miliardi di euro) negli asset del risparmio gestito, mentre Etica Sgr, nello stesso periodo, ha visto raddoppiare il proprio patrimonio, diventando il secondo player sul mercato italiano degli investimenti socialmente responsabili con performance, soprattutto della componente azionaria dei fondi, tra le più alte del mercato”.
Non mancano, inoltre, in Italia numerose esperienze positive e di lungo corso capaci di investire con criteri simili sulle persone, ancor prima che sulle aziende. Il Fondo Etico e Sociale delle Piagge guidato a Firenze da don Alessandro Santoro è una di queste realtà. Nato nel 2000 come esperienza di finanza alternativa, il 16 ottobre scorso ha compiuto i suoi primi dieci anni di vita.
“La nostra esperienza di microcredito è partita in punta di piedi ma con obiettivi ambiziosi. A dieci anni di distanza dalle prime riunioni, possiamo dire con soddisfazione di avere fatto molta strada” ci spiega don Santoro. “Abbiamo deciso di festeggiare questa data come una tappa importante nella nostra micro-rivoluzione: ripensare completamente il concetto di denaro e su questa base costruire una rete di solidarietà nel nostro territorio - ha aggiunto Maria Chiara Manetti, referente per il Fondo - qui il Fondo Etico funziona perché esistono delle relazioni tra persone, relazioni di conoscenza e fiducia che sostituiscono le garanzie tradizionali”.
Questa modalità, è l’unica che rende possibile l’accesso al credito anche ai “non bancabili”, il cui numero è in costante aumento: disoccupati, precari, cassaintegrati… tutte persone che non potrebbero fornire ad una banca nemmeno le garanzie minime per un prestito. E anche in questo caso la scommessa del fondo, giocata sulla relazione e non sul patrimonio, funziona. Lo dimostra il tasso d’insolvenza, per un bancario una percentuale inconcepibile: zero!