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Dietro alla crisi greca: così lontana, così vicina
Banca mondiale e Fondo monetario (Fmi)
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La testimonianza resa da George Papaconstantinou nella giornata conclusiva del Festival dell’Economia ha consentito al pubblico della manifestazione di conoscere più da vicino le dinamiche del “salvataggio” della Grecia sull’orlo del baratro da parte della troika.
George Papaconstantinou è l’ex ministro delle Finanze del governo Papandreou che nell’ottobre 2009, subito dopo la sua formazione, ha rivelato ai suoi cittadini, alle istituzioni dell’Unione Europea e al mondo intero la criticità della situazione finanziaria della Grecia. Criticità vale qui come un eufemismo, laddove il deficit pubblico era pari al 12,7% del Pil, ovvero 4 volte al di sopra della fascia consentita nell’eurozona, e la disoccupazione risultava al 10%. Una situazione che superava le più pessimistiche supposizioni. In questa assunzione di responsabilità sta l’orgoglio di Papaconstantinou.
La necessità di individuare una soluzione ha condotto alla scelta di accettare gli aiuti della cosiddetta “troika”, composta da Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea e Banca Mondiale, e di avviare severe politiche di austerity. Una scelta obbligata secondo Papaconstantinou, che respinge senza appello l’opzione di dichiarare un default unilaterale della Grecia. La cautela era ritenuta un obbligo “per non rischiare di spingere il Paese nell’abisso”, e la minaccia del default era ritenuta un inutile o, peggio, un dannoso bluff, da sventolare di fronte ai soli soggetti economici che stavano dando una boccata di credito alla Grecia.
Nella logica, per niente anomala ma di certo poco lungimirante, degli Stati membri dell’UE di anteporre i propri interessi elettorali nazionali, la troika impose un programma di lacerante “risanamento” economico e finanziario, e di profonde riforme strutturali in cambio della cessione di crediti alla Grecia, peraltro da restituire ad alti interessi, in piena contrapposizione con basilari e buoni principi economici. I risultati di questi meccanismi, ritenuti oggi migliori (ma non ottimali) dal punto di vista macroeconomico, hanno determinato la riduzione del 40% dei salari, un’impennata delle tasse, la decrescita del 25% del Pil e una disoccupazione che raggiunge il 27% (di cui il 58% è giovanile). L’ex ministro delle Finanze greco appare consapevole delle ripercussioni sociali delle misure imposte dalla troika quando afferma che “sono i cittadini che soffrono e continueranno a soffrire per gli sbagli politici del passato”. Altrettanto lo è sulla valutazione dell’alto prezzo che il partito e il governo di cui faceva parte, ma anche le istituzioni europee e la Germania della Cancelliere Merkel, hanno pagato in termini politici dinanzi all’opinione pubblica greca. L’attuale polarizzazione politica tra estrema destra ed estrema sinistra, e l’euroscetticismo dilagante sono alcune delle conseguenze tangibili della perdita di legittimità dei partiti moderati sino ad allora al governo e, inoltre, della percepita ingerenza degli organi multilaterali nella sovranità dello Stato greco. Una perdita di sovranità effettiva, ammette Papaconstantinou, ma che è stata la strada scelta dal governo greco nel momento in cui si è assunto le responsabilità dei molti errori commessi nei decenni precedenti, che avevano consentito di fatto al Paese di vivere nettamente al di sopra delle proprie possibilità accumulando però un ingente debito pubblico.
Una scelta che, secondo Papaconstantinou, le autorità italiane sembrano limitare a tutti i costi, anche mancando di rivelare le reali condizioni economiche del Paese, e continuando così a perdere legittimità agli occhi dell’opinione pubblica. Quest’ultima, pur non conoscendo a fondo i conti dello Stato, ha ben presente cosa significhi nel suo quotidiano la perdita del lavoro, l’aumento dei prezzi e la diminuzione dei servizi essenziali da parte delle istituzioni statali. Condizioni che il popolo greco ha iniziato a sperimentare ben prima dell’assunzione di responsabilità di cui Papaconstantinou e il suo governo si sono resi protagonisti.
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