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Ambiente: anche l'Agip nel controverso gasdotto in West Africa
Banca mondiale e Fondo monetario (Fmi)
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La Banca mondiale ha approvato questa settimana garanzie pari ad un totale di 125 milioni di dollari per il controverso West Africa Gas Pipeline Project (WAGP). Il progetto consisterà in un gasdotto lungo 690 km per il trasporto di gas dalla Nigeria fino in Ghana, attraverso il Togo e il Benin, allo scopo di sviluppare il settore energetico di questi tre paesi, ma in particolare aumentare il potenziale di produzione energetica in Ghana.
"Purtroppo la Banca mondiale non ha posto nessun vincolo al consorzio costruttore, capeggiato dalla Chevron Texaco e che vede la partecipazione, tramite la Shell Nigeria, anche dell'AGIP, sulla riduzione della combustione di gas tramite il progetto" - informa la Campagna per la riforma della Banca mondiale.
Il West Africa Gas Pipeline era stato definito da Banca mondiale, Chevron Texaco e Shell come il progetto che avrebbe posto fine alla combustione dei gas, destinati invece all'export. Però senza un impegno concreto e con la probabilità che ad essere trasportato sarà gas estratto ex novo e non derivante da estrazione del petrolio, i dubbi e le incertezze sulla validità dell'opera permangono. La combustione di gas è un derivato del processo di estrazione di petrolio e in Nigeria produce più emissioni di gas serra che in tutta l'Africa Subsahariana, con evidenti effetti inquinanti e impatti negativi sulla salute umana.
L'istituzione guidata dal Presidente Wolfenshon non ha inoltre ritenuto necessario applicare al West Africa Gas Pipeline i criteri di trasparenza sui profitti e sul contratto approvati solo quattro mesi fa per tutti i grandi progetti estrattivi. I criteri di trasparenza sui contratti e sulla gestione dei profitti, raccomandati nella Revisione del settore estrattivo della Banca mondiale (Extractive Industries Review - EIR), erano infatti stati recentemente sottoscritti dalla Banca.
"Se da un lato la Banca mondiale comunica l'intenzione di aumentare nei prossimi cinque anni del 20% annuo gli investimenti in progetti per l'efficienza energetica e per le rinnovabili, e poi approva un progetto come il West Africa Gas Pipeline bisogna chiedersi quali sono le vere intenzioni di questa istituzione in merito alla lotta ai cambiamenti climatici" - ha dichiarato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la Riforma della Banca mondiale. "Le vane promesse di consultazione con le comunità impattate e di trasparenza nella gestione dei profitti non sono che un'ulteriore conferma della totale incoerenza della Banca all'atto pratico preoccupata a fare gli interessi solo delle grosse compagnie multinazionali.
"E' interessante notare - ha aggiunto Colajacomo - come il nostro governo non applichi nessun controllo nei confronti delle operazioni dell'Agip, che in teoria dall'anno scorso dovrebbe avere una stretta politica di riduzione della combustione di gas. Inoltre il governo italiano, votando con il suo rappresentante alla Banca mondiale a favore del WAGP, ha ignorato l'importante decisione presa quest'anno dal Senato di chiedere che la compagnia petrolifera italiana rispetti in tutte le sue operazioni su scala mondiale le raccomandazioni della Revisione dell'industria estrattiva" - ha concluso Colajacomo. [GB]