Ucraina, 190 giorni di guerra. Il punto

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Immagine: Atlanteguerre.it

Mentre si gira la boa dei 190 giorni della nuova guerra in Ucraina, quella iniziata con l’invasione ufficiale del Paese da parte della Russia, è la missione dell’Aiea – l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica – ad occupare le prime pagine. Gli esperti, guidati dal direttore generale Rafael Grossi, sono andati ad ispezionare l’impianto di Zaporizhzhia occupato dalle forze russe. L’obiettivo era evitare incidenti drammatici e fare il punto della situazione.

La missione degli ispettori alla centrale nucleare  è durata solo un giorno, anzi poche ore il 1 settembre 2022. Yevhen Balytskyi, capo dell’amministrazione civile-militare dell’Oblast di Zaporizhzhia, nominato dai russi, ha dichiarato che “se gli ispettori ci diranno di intervenire, lo faremo. L’obiettivo dichiarato dall’Aiea è ispezionare il funzionamento della centrale. Questo ci sembra piuttosto vago”, ha concluso. Grossi da parte sua ha detto che gli ispettori hanno visto quello che c’era da vedere.

Intanto, la guerra continua, facendo salire il numero dei morti. Kiev ha lanciato un’offensiva – era annunciata – nel territorio di Kherson.E’ una città portuale piuttosto importante. Gli esperti la valutano un obiettivo militarmente alla portata delle forze armate ucraine. Non si tratterebbe – aggiungono – di una vittoria determinante, ma sarebbe un duro colpo all’immagine dell’esercito russo. L’offensiva, lo ha spiegato l’ufficio di presidenza di Zelensky, è stata lanciata su varie direzioni. Kiev vuole dimostrare, in questo modo, di essere in grado non solo di difendersi, ma di attaccare, soprattutto se Europa e Stati Uniti continueranno a sostenerla.

In realtà, tutto fa pensare che i due eserciti si stiano preparando ad affrontare un lungo inverno di guerra. Gli Stati Uniti stanno valutando come rimodulare gli aiuti a Kiev e i Paesi dell’Unione Europea hanno stabilito – nel corso di un vertice informale Difesa a Praga – i parametri per la missione di addestramento europeo per le forze ucraine. Josep Borrell, il rappresentante della politica estera dell’Unione, ha spiegato che bisogna “gettare le basi per un esercito che dovrà combattere per lungo tempo e la maggioranza degli Stati membri concorda che dobbiamo mettere insieme le nostre risorse e capire, con Kiev, cosa serve per la missione di addestramento”. Decisione, questa, che ha irritato Putin. L’esercito russo sta incontrando difficoltà maggiori del previsto, questo è chiaro, ma ha ancora infinite risorse. Ne è convinto, ad esempio, il generale Eberhard Zorn, ispettore generale delle Forze Armate tedesche.

Secondo lui, la Russia ”potrebbe aprire un secondo teatro di guerra. Anche se la maggior parte delle forze di terra russe sono bloccate in Ucraina, l’Occidente deve evitare di sottovalutare il potenziale delle forze di terra russe di aprire un secondo teatro di guerra. Inoltre – ha aggiunto – la maggior parte della marina russa non è stata ancora schierata nella guerra contro l’Ucraina e anche l’aviazione ha ancora un potenziale significativo, il che rappresenta una minaccia anche per la Nato”.

Quello che appare certo, è che Putin non intende abbandonare quel 20% di terra ucraina che ha conquistato sin qui. Ha dato all’esercito l’obiettivo di occupare l’intero Donbass entro il 15 settembre. E sul piano politico continua ad attaccare il governo di Kiev. “L’Ucraina – ha detto il Presidente russo – è un’enclave antirussa che va eliminata”.

Iniziano intanto ad emergere anche i problemi di “diplomazia internazionale”, mettendo a nudo rivalità sempre meno nascoste. Il Presidente francese Macron in settimana ha attaccato la Turchia, avversaria sempre più temibile per Parigi nel Mediterraneo. “Chi vuole che la Turchia sia l’unica potenza al Mondo che continua a parlare con la Russia?” ha chiesto polemicamente durante un incontro con la stampa. “E’ necessario presumere – ha aggiunto – che si possa parlare con tutti, soprattutto con coloro con cui non andiamo d’accordo”. L’ultimo colloquio telefonico tra Macron e Putin – ricordiamolo – risale allo scorso 19 agosto 2022 ed era stato il primo dal 28 maggio, cioè dalla telefonata a cui aveva partecipato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’ultimo contatto diretto tra Russia e Ucraina c’è stato a Istanbul, a fine marzo.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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