Verso l’8 marzo, dall’Onu allarmi “di genere”

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Mancano pochi giorni all’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, e dall’Onu giungono notizie “di genere” poco confortanti.

Forte preoccupazione emerge sulle elezioni presidenziali in Kenya di lunedì 4 marzo. La richiesta alle autorità keniote di assicurare a tutti i cittadini il diritto al voto in piena sicurezza e soprattutto di garantire che non si verifichino stupri di matrice “politica” proviene dal Rappresentante speciale sulle violenze sessuali in aree di conflitto. L’alto funzionario Onu ha infatti ricordato come alle precedenti elezioni del dicembre 2007 siano seguite violenze in cui sono morte 1.100 persone, con 3.500 feriti e più di 600.000 dispersi. Sono stati migliaia gli episodi di stupro o di altre forme di violenza sessuale registrati allora. Una situazione che non si intende più tollerare.

Nella stessa direzione va anche la decisione dell’Onu di condividere di incriminare (anche) per violenza sessuale alcuni ex Khmer Rossi sottoposti a giudizio. Il Tribunale ha così ribaltato una sua precedente sentenza e ricondotto lo stupro a crimine contro l’umanità, probabilmente risentendo della crescente deplorazione internazionale delle violenze sessuali quali “arma di guerra”.

Una consapevolezza che però non ne arresta l’uso. che denuncia in Siria un forte aumento di stupri e di violenze sessuali per intimidire le parti in conflitto attraverso la distruzione di “identità, dignità e il tessuto sociale di famiglie e comunità”.

Gli allarmi, le denunce, i giudizi dell’Onu confermano il ruolo attivo svolto dall’Organizzazione nella lotta alla discriminazione tra uomo e donna. Un impegno che non si fonda però tanto sulla repressione bensì sulla formazione e sull’istruzione, specie delle giovani generazioni. Testimonial degli Obiettivi Onu (i cosiddetti “del Millennio”) di garantire un’educazione primaria universale e le pari opportunità di accesso delle bambine a tutti i livelli di istruzioni è stato un team interamente femminile che si sta apprestando a scalare il Monte Kilimangiaro. “Tutti i membri della squadra hanno dovuto scalare la loro montagna personale, superando difficoltà per poter andare a scuola e giungere dove sono oggi. Auspichiamo che la loro determinazione sia un esempio per le giovani di tutto il mondo”.

Miriam Rossi

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