Epifania: presepe senza Magi ad Agrigento, carbone al Commissario Ispra

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In occasione della Festa dell'Epifania un cartello posto all'interno del presepe della Cattedrale di Agrigento avvisa che quest'anno "i Magi non arriveranno perché sono stati respinti alla frontiera insieme agli altri immigrati". L'iniziativa del direttore della Caritas, Valerio Landri, concordata con l'arcivescovo Francesco Montenegro intende "dare un segnale per far riflettere la comunità ecclesiale e civile". "La tradizione non può essere anteposta ai diritti delle persone" - ha spiegato il direttore della Caritas all'agenzia SIR.

"L’iniziativa - aggiunge l'ideatore del presepe - è un invito alla riflessione su come potrebbe essere modificata la legge per evitare discriminazioni ed ingiustizie verso chi richiede asilo. Una provocazione e un pungolo affinché i fedeli agrigentini e tutta la comunità civile rifletta sul tema dell'immigrazione". "Pensiamoci bene oggi Gesù Bambino, se volesse venire da noi, probabilmente sarebbe respinto alla frontiera". "L’iniziativa - assicura Landri - non vuole essere politica, né tanto meno polemica nei confronti della legge, perché una legge ci vuole, occorre una regolamentazione". "Tuttavia la legge attuale con i respingimenti è ingiusta" - denuncia il direttore della Caritas diocesana riferendosi alla pratica messa in atto dal governo Berlusconi a partire dallo scorso maggio e ripetutamente denunciata dalla Cei oltre che dalle agenzie dell'Onu.

"Siamo convinti che bisogna anche comprendere il perché questa gente fugge dai loro Paesi e bisogna dunque pensare all'accoglienza. Rifiutarsi di incontrare l'altro significa precludere la possibilità di ricevere l'altro in dono" - aggiunge Landri. "E’ quanto meno incoerente - sottolinea - commuoversi dinanzi alla riproduzione della grotta e poi non provare alcun sentimento quando sentiamo di uomini e donne, un giorno anche loro bambini, bloccati in mare, riportati nella loro terra senza nemmeno offrire la possibilità di sapere il perché del loro viaggio".

Oggi, sei gennaio, è anche la tradizionale "Festa della befana" e per l'occasione ieri la befana di Legambiente ha consegnato un sacco pieno di carbone al commissario straordinario dell’Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Vincenzo Grimaldi, per ricordargli i precari sul tetto della sede da ormai 44 giorni. "L’intento della befana ambientalista - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente – è quello di sollecitare il prefetto Grimaldi a prestare attenzione alle richieste dei lavoratori, affinché si trovi una soluzione che tenga conto delle competenze e della professionalità degli addetti minacciati dai licenziamenti".

"L'azione che il prefetto sta intentando, irrigidendo le procedure e tagliando posti di lavoro, impedirà infatti la prosecuzione delle ricerche su un bene primario per l'interesse generale del paese e, oltre a disperdere professionalità e competenze, determinerà anche l’impossibilità di sviluppare il controllo pubblico su temi di primaria importanza e di interesse generale. Il governo deve fare il possibile affinché la ricerca pubblica ambientale non venga svenduta" - ha aggiunto Venneri.

Il sacco consegnato dalla befana di Legambiente è anche un modo per cercare di scongiurare il rischio che con il taglio alla ricerca siano compromesse importanti attività come gli interventi sulla biodiversità marina, le emergenze in mare (tra cui anche le cosiddette "navi dei veleni"), le bonifiche di siti contaminati, la pesca sostenibile, l’informazione ambientale, l’aggiornamento del registro delle emissioni in atmosfera e la prevenzione del dissesto.

"Speriamo vivamente – ha concluso Venneri - che il Prefetto ripensi alla situazione dei lavoratori dell’Ispra ed eviti al nostro Paese di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca". Nei giorni scorsi Vittorio Cogliati Dezza, il presidente nazionale di Legambiente aveva denunciato che "il Paese, insieme ai posti di lavoro dei precari, rischia di perdere un grande patrimonio nel settore strategico della ricerca, con grave danno per l’ambiente e la sostenibilità".

Insieme a Legambiente era presente una delegazione dei precari dell’Ispra, ormai da 44 giorni sul tetto della sede di via Casalotti a Roma. "Le bugie dei commissari, riportate anche dal Ministro Prestigiacomo, sono tante – ha aggiunto Massimiliano Bottaro, portavoce dei precari Ispra. Secondo loro in Ispra ci sono ‘534 lavoratori con contratto flessibile’, mentre lo stesso ministro Stefania Prestigiacomo, durante un’audizione alla commissione ambiente della Camera del 29 ottobre 2008, ha affermato che i precari in Ispra erano 618. Riguardo la scadenza di "111 contratti" a fine 2009, le scadenze proseguono nei primi mesi del 2010, per un totale di 230 rapporti a termine: di questi, oltre 150 al momento non hanno avuto nessuna proroga, non si tratta quindi di 21 lavoratori come riportato dai prefetti". Un tavolo tecnico per sbloccare la questione è stato fissato per lunedì prossimo, 11 gennaio. [GB]

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