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Un ponte tra Amazzonia e Dolomiti
Giovani
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Grafica a cura di Ayla Parisi
ALTRO MODO. Soluzioni diverse a problemi comuni è un podcast mensile di Unimondo, un progetto di Fondazione Fontana Onlus. Testi e voce narrante sono di Michele Simeone. Grafica a cura di Ayla Parisi. Musica di BoDleasons, tratta da Pixabay con licenza Pixabay. Questa puntata è stata realizzata con il contributo della famiglia Cattani, in ricordo di Piergiorgio Cattani.
Questo mese parliamo di Nina Kakaw, una cioccolateria sociale a Belluno fondata dall'associazione Nina APS con l'obiettivo di creare una filiera di produzione rispettosa dei diritti umani favorendo le comunità e l’empowerment femminile.
Per Nina APS hanno partecipato Bruno Selvestrel e Sara Miante, rispettivamente presidente e vicepresidente di Nina APS. Maggiori informazioni sul sito https://www.ninaaps.com/
BUON ASCOLTO: https://open.spotify.com/episode/29cfHTPJOwwAyf8s68xEwp?si=1F0I4xDWTu-ObJp0yXDJMw
Un ponte tra Amazzonia e Dolomiti
Nell’epoca della globalizzazione è davvero molto difficile quantificare da quante mani siano passati i prodotti che andiamo ad acquistare.
Se abbiamo la fortuna di avere un piccolo orto o di conoscere personalmente un produttore, possiamo essere più consapevoli, sia dell’origine, ma anche del lavoro che sta dietro a un prodotto, mentre acquistandolo dalla grande distribuzione organizzata diventa ovviamente più complicato.
E se sappiamo che all’origine di alcuni prodotti nostrani possono nascondersi situazioni inumane, sulle origini di alimenti che provengono da altri continenti siamo spesso totalmente ignoranti.
In questo contesto, un’attenzione alla filiera di produzione, soprattutto per chi gode del privilegio della scelta, è un imperativo etico. Non solo maggiore attenzione permette di contrastare situazioni contrarie ai diritti umani, ma lo sviluppo sano di una filiera di produzione può portare con sé una serie di possibilità che migliorano la vita delle persone coinvolte, al di là del banale lato economico.
Per provare a scoprire quanti impatti positivi possono nascere da una filiera creata a partire dalla necessità delle persone sono andato ad ascoltare Bruno Selvestrel e Sara Miante, rispettivamente presidente e vicepresidente di Nina APS, un’associazione che si occupa di cooperazione internazionale e di empowerment femminile tra Italia e Sud America.
Uno dei loro primi progetti è stata l’apertura a Belluno di Nina Kakaw, una cioccolateria sociale in cui si lavora il cioccolato “bean to bar”, cioè facendo attenzione a tutti i passaggi della filiera, dalla fava di cacao alla barretta di cioccolato, appunto.
S. M. “Nel 2019 io, Bruno, insieme a un altro gruppo di circa sette persone, abbiamo fondato Nina APS, con l'obiettivo di creare dei progetti di sviluppo e a sostegno delle donne sia in America Latina, in particolar modo in Ecuador, che in Italia. [...]
Però siamo nati a ridosso del Covid, a dicembre, e qualche mese dopo ci siamo ritrovati un attimo a dover rivedere i nostri piani iniziali. Ritrovandoci online come tutti un po' facevano, abbiamo iniziato a pensare come potevamo portare avanti la mission di Nina APS, quindi far cooperazione internazionale, però facendola dall'Italia. Ed ecco che è un po' nata l'idea di aprire questa cioccolateria, perché proprio nel cacao abbiamo visto un punto d'unione tra il Sud America, in particolar modo l'Ecuador (si dice che il cacao nasce proprio in una zona al confine tra Ecuador, Perù e Colombia), e l'Italia. E l'obiettivo è proprio quello di creare uno spazio dove, attraverso la lavorazione del cacao, possiamo andare a creare dei processi di empowerment a sostegno di tutte le persone coinvolte all'interno della filiera.
Quindi, dai piccoli produttori, in particolar modo produttrici di cacao della zona amazzonica dell'Ecuador, fino alle donne che vivono in situazioni di fragilità sociale ed economica, che accogliamo all'interno dei nostri spazi [...]
L'obiettivo è proprio quello di dare opportunità di formazione e inserimento lavorativo alle donne.”
Dalla nascita di Nina Kakaw nel 2021, diventata impresa sociale nel 2023, nella cioccolateria hanno lavorato nove donne: alcune hanno intrapreso un percorso mirato alla produzione e lavorazione del cioccolato, e una di loro è stata assunta dalla cioccolateria. Altre sei nel punto vendita hanno svolto percorsi diversi con varie mansioni e, di queste, cinque hanno trovato lavoro in realtà del territorio.
Organizzare percorsi di formazione con poche persone è stata una scelta precisa e di successo, che ha portato in pochi anni a far diventare Nina Kakaw un punto di riferimento nell’ambito sociale. Questo anche grazie alle numerose collaborazioni con realtà locali, come la cooperativa sociale Società Nuova a cui Nina APS si è appoggiata per l’apertura della cioccolateria, e Belluno Donna, unico centro anti-violenza sul territorio.
S. M. “Inizia a esserci anche un riconoscimento del valore della formazione che diamo alle donne all'interno del nostro luogo di lavoro. Un po' la nostra forza è anche il fatto che non miriamo a fare numeri enormi ma ci teniamo davvero alla qualità dei percorsi formativi, molto spesso abbiamo un rapporto uno a uno con le donne.
La nostra educatrice dedica totalmente il suo tempo a una donna alla volta, e questo fa sì che ovviamente la qualità dell'insegnamento e della formazione sia più alta. Ma, soprattutto, c'è una sfera di accompagnamento alla persona in base ai propri bisogni, che fa sì che riusciamo ad adattare a 360 gradi ogni singolo percorso. [...]
La conciliazione dei tempi di vita - lavoro - famiglia, sono davvero uno dei valori pulsanti della nostra attività: per cui se dobbiamo adattare gli orari lavorativi della donna o ridurli o aumentarli in base alle loro esigenze, lo facciamo.
Al di là di questo aspetto, si va a creare con la nostra educatrice anche un rapporto in cui la donna ha la possibilità di raccontarsi, sfogarsi; e, in questo modo, riusciamo anche a fare tutto il lavoro affinché le donne possano riacquisire una propria autostima, riacquisire una propria sicurezza. Banalmente anche solo imparare la lingua italiana [...]
E quindi sì, siamo molto contenti fino adesso dell'impatto che stiamo avendo sul territorio.”
Il lavoro di Nina APS non si limita al solo territorio bellunese: un valore fondante rimane quello della cooperazione internazionale, espresso nei progetti che l’associazione porta avanti nella regione del Napo, in Amazzonia ecuadoriana.
In Sudamerica i progetti hanno come obiettivo principale il diritto al cibo, lavorando attraverso la ri-valorizzazione di prodotti locali, per restituire la sovranità alimentare alle comunità indigene.
Un esempio è il progetto Wa.Sa.Na, che si occupa, in collaborazione con la locale comunità Kichwa, della ri-valorizzazione degli ingredienti ottenuti dalla coltivazione della Chackra.
La Chackra è un tipo di coltivazione assimilabile a un orto in permacultura, tradizionalmente gestito dalle donne, al suo interno contiene diverse specie di piante dagli utilizzi molteplici: una specie di piccolo ecosistema in grado di fornire cibo e risorse durante tutto l’anno, anche in virtù del clima equatoriale.
Favorendo queste tecniche tradizionali, il tentativo è quello di arginare il problema nutrizionale che purtroppo colpisce le comunità indigene, e in modo particolare i bambini. La conquista spagnola e l’epoca missionaria hanno introdotto nella cultura gastronomica locale prodotti diversi da quelli che il loro territorio può offrire, portando l’abbandono di prodotti locali e sostenibili in favore di un’alimentazione “occidentale”, una condizione che la forte influenza statunitense in Ecuador ha contribuito a mantenere.
B. S. “La Chakra è il punto di partenza non solo per il mantenimento di quello che può essere una biodiversità della zona, ma è anche il punto di partenza della comunità stessa, della famiglia, dove la donna ricopre il ruolo più importante. Di fatto è lei che coltiva la chakra, lei che raccoglie i diversi frutti, che li trasforma facendo sì che diventino cibo per la famiglia e che poi va anche al mercato per venderli in maniera tale da riuscire ad avere un ingresso economico per le famiglie. [...]
Quello che andiamo a fare con Nina APS, attraverso questi progetti di sviluppo che garantiscano una valorizzazione di quello che è il prodotto locale, non è solamente togliere uno spreco di risorse che non vengono valorizzate, ma lavorare affinché le persone riescano a risentirsi padroni un po' di quello che sono le loro radici, i loro prodotti locali, rivalorizzandoli. Creando una dieta sana ed equilibrata che punti a quello che è un consumo a chilometro zero è una valorizzazione, che è poi il riflesso di quella che è la cultura indigena locale, in questo caso la cultura Kichwa.”
Uno dei prodotti della chakra è proprio il cacao. Nina Aps collabora con una cooperativa di produttori locali chiamata Mishki Runa, valorizzando le operazioni post raccolta di fermentazione ed essiccazione, e contribuendo alla realizzazione di locali adatti per queste lavorazioni. Questo impegno per ottenere un cacao migliore fa sì che si possa accedere a un mercato “di qualità”, il quale consente guadagni maggiori ai produttori.
In questo momento alla cioccolateria viene lavorato cacao proveniente da un’altra regione dell’Ecuador e importato da un fornitore che ne certifica l’origine, ma la volontà è quella di ottenere dai produttori con cui collabora tutta la materia prima necessaria a rifornire direttamente Nina Kakaw. Obiettivo su cui si continua a lavorare con impegno, nonostante la recente crisi del mercato mondiale del cacao, per poter così completare questo ponte tra Amazzonia e Dolomiti.
S. M. “La nostra idea è quella di riuscire a intercettare nuove realtà che abbiano voglia di mettersi un po' in gioco, migliorare tutti i loro processi di post raccolta del cacao e creare sempre più piccole filiere dirette con la nostra cioccolateria, oltre ad accogliere sempre più donne all'interno del nostro laboratorio.”
B. S. “il nostro obiettivo principale e il motivo per cui siamo nati, è dare voce alle donne della selva amazzonica e di tutto il mondo.
Qui in italia l'obiettivo qual è? Continuare a sensibilizzare le persone su questi temi, quali progetti di filiera, che abbiano un valore dietro quello che è il prodotto finale e che molto spesso non si conosce. [...]
Nina non è solo un nome proprio di persona, in questo caso di donna, ma ha un'origine nella lingua Kichwa, e vuol dire fuoco, fiamma e comunicare. É un po’ questo il motivo per cui siamo nati e per cui continuiamo a lavorare ogni giorno: dare voce, quindi comunicare, il fuoco, la forza, che risiede nelle donne tanto della selva amazzonica come di tutto il mondo creando appunto questo ponte tra l'Italia, quindi il mondo occidentale, e l'Amazzonia Ecuadoriana”.
Una cosa semplice come una tavoletta di cioccolato nasconde al suo interno un’infinità di persone e opportunità, positive o meno a seconda di come la sua produzione viene gestita.
L’associazione Nina APS sfrutta questa potenzialità a favore delle comunità coinvolte nei loro progetti, creando possibilità, crescita e cooperazione dove il mercato globale ha spesso imposto sfruttamento e allontanamento, soprattutto per le donne.
Creare ponti richiede un impegno costante ma ora, grazie a Nina Kakaw e alle donne che in modi diversi partecipano alla produzione del cioccolato, l’Amazzonia e le Dolomiti sono un po’ più vicine.
Michele Simeone

Sono Michele Simeone, nato in provincia di Trento nel 1992. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali all’Università di Padova, ho poi conseguito un master in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna presso l’università di Parma, assecondando la mia passione per la montagna e la natura. Dopo gli studi ho lavorato per 5 anni in un vivaio a Riva del Garda e ho ritrovato il mio interesse per la comunicazione durante la pandemia di Covid19, avvicinandomi al mondo dei podcast. Con duei amici ho creato Bestiacce, un podcast di divulgazione scientifica in chiave goliardica e per SanbaRadio di Trento ho preparato Terra Terra, un programma in 6 puntate sulla cura delle piante domestiche. Per Unimondo scrivo e registro Altro Modo, il mio primo podcast di giornalismo.