Malak e Bisan con il turismo sfidano l'occupazione

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Foto: Unsplash.com

Due travel blogger palestinesi stanno promuovendo il turismo locale in Cisgiordania come atto di sfida all’occupazione militare israeliana. Bisan Alhajhasan e Malak Hasan hanno aperto un account su Instagram, “Ahlan Falasteen/Hello Palestine”, che offre destinazioni di viaggio e consigli ai tre milioni di  palestinesi, invogliandoli a visitare località e siti storici e archeologici della loro terra superando il timore di dover oltrepassare i posti di blocco militari israeliani.

“Sul nostro account ci mostriamo come due donne che visitano luoghi che i palestinesi ritengono siano troppo lontani o che potrebbero essere chiusi a causa dei coloni o dei soldati israeliani. Noi invece ci andiamo per dimostrare che non dovremmo abbandonare quelle località”, dice Alhajhasan. “Questa iniziativa è parte della nostra lotta come palestinesi”, aggiunge Alhajhasan, che qualche giorno fa ha girato un video – postato poi su Instagram – in un monastero del 19esimo secolo nel villaggio di Artas, a sud di Betlemme.

Artas è un esempio delle forti limitazioni ai movimenti dei palestinesi. Raggiungere questo villaggio partendo da Ramallah, comporta l’attraversamento di checkpoint militari e il doverne aggirare diversi altri. Si percorrono circa 50 km mentre la distanza effettiva è di circa 25 km.

La Cisgiordania è disseminata di siti sacri e le sue alture offrono panorami mozzafiato, in particolare intorno alle città di Hebron e Nablus, senza dimenticare il Mar Morto, il punto più basso della terra. Tuttavia dopo la sua occupazione da parte di Israele nel 1967 è stata trasformata in un territorio per basi militari, posti di blocco che limitano i movimenti dei palestinesi, e un’area di espansione per circa 150 insediamenti israeliani in cui vivono quasi 430.000 coloni.

La pagina Instagram “Ahlan Falasteen/Hello Palestine” presenta dozzine di siti storici ed archeologici, sorgenti d’acqua, aree verdi e colline da raggiungere. Ed è seguita da migliaia di palestinesi. “I proprietari di negozi ci hanno detto che tante  persone vanno in visita in diverse località dopo aver sentito parlare di noi”, dice con soddisfazione Malak Hasan, nota qualche anno fa come la prima donna pugile palestinese. “Ci sentiamo come se avessimo colmato una lacuna”, conclude.

Da: Nena-news.it

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