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Dire, fare, giocare!
Giovani
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Grafica a cura di Ayla Parisi
ALTRO MODO. Soluzioni diverse a problemi comuni è un podcast mensile di Unimondo, un progetto di Fondazione Fontana Onlus. Testi e voce narrante sono di Michele Simeone. Grafica a cura di Ayla Parisi. Musica di BoDleasons, tratta da Pixabay con licenza Pixabay. Questa puntata è stata realizzata con il contributo della famiglia Cattani, in ricordo di Piergiorgio Cattani.
Questo mese parliamo dell’Associazione Culturale Il Tarlo, nata da un gruppo di artigiani con la passione per le trottole e la volontà di diffondere la cultura del gioco, come attività di condivisione e scambio tra culture e generazioni diverse. Per l’Associazione Culturale Il Tarlo ha partecipato Andrea Poli, socio fondatore dell’associazione.
Maggiori informazioni sul sito https://www.iltarlo.eu/
BUON ASCOLTO: https://open.spotify.com/episode/2GwEXVNv9ccvCfYO0vnCCP?si=d1c03aa90eb74099
C’è qualcosa di magnetico in una trottola che gira: nella sua semplicità sembra poca cosa se paragonata a giochi e videogiochi di ultima generazione, ma ciò nonostante l’attenzione di grandi e piccoli va a quel piccolo pezzettino di legno.
La storia di oggi nasce da un’idea altrettanto piccola, ma insistente, condivisa da tre amici artigiani con la voglia di creare cose nuove insieme, per passione e per gioco.
Con queste premesse nasce nel 2012 l'associazione culturale il Tarlo, un nome scelto per ricordare quelle idee fisse che si scavano la strada fino alla realizzazione.
L'obiettivo dell'associazione è quello di trasmettere la passione e l’entusiasmo dei fondatori e di diffondere la cultura del fare e del giocare, modi diversi e complementari di usare le mani in modo costruttivo. Come avviene tutto ciò me lo sono fatto raccontare da Andrea Poli, uno dei fondatori dell’associazione.
AP: “Ci è capitato come artigiani, di avere tra le mani una trottola e ci siamo chiesti: “Ma come si fa? Perché sta in piedi? Perché gira? Quali sono gli equilibri e le magie?”.
Abbiamo provato a costruirne una, ci siamo appassionati e da lì abbiamo iniziato ad aggiungere altre cose e soprattutto ci siamo resi conto che far vedere agli altri quello che ci appassionava rendeva ancora più bello per noi il momento, ma soprattutto per gli altri [diventava] un momento di crescita e condivisione.
Quindi abbiamo iniziato a portare in piazza, in giro, le attività e quindi portavamo la dimostrazione di tornitura dal vivo, costruivamo le trottole dal vivo perché abbiamo visto che una volta l'artigiano era conosciuto nel senso che era artigiano nella sua bottega e quelli del quartiere lo conoscevano tutti, adesso il vedere un oggetto fatto in diretta sembra quasi una cosa di un altro pianeta.
Non sappiamo come vengono fatte le cose, a noi arrivano, e invece portare appunto alla luce, in piazza, questo tipo di esperienza secondo noi è stata la differenza.”
Oltre a mostrare il loro lavoro, la prima attività proposta dall’associazione consiste nell’animazione itinerante: portare fuori dal laboratorio, nei parchi e nelle piazze, i loro giochi e le loro trottole, per mostrare dal vivo come vengono create ma soprattutto per far giocare e socializzare le persone, guidati dai volontari dell’associazione.
Per contribuire alla sostenibilità del progetto, nel tempo si è sviluppata la produzione di giochi destinati alla vendita, assieme alla proposta di corsi di tornitura, ma sono molte anche le collaborazioni con altre associazioni attive nel sociale a cui il Tarlo partecipa in varia misura: dall’animazione di un evento, e in questo caso sono state più di 200 le realtà coinvolte finora, alla creazione di percorsi dedicati, come i laboratori di falegnameria sociale per persone con fragilità o la loro formazione come animatori.
Come ci tiene a ripetermi Andrea, il lavoro de il Tarlo è in mezzo alle persone, riproponendo attraverso il gioco delle modalità di comunicazione e socializzazione basate sul contatto umano piuttosto che digitale, creando momenti di condivisione sia interculturale che intergenerazionale.
AP: “…è vero il gioco è per tutti, non ha età e tutti abbiamo bisogno di giocare.
Nel gioco impariamo le regole per relazionarsi con gli altri, dal punto di vista della società civile, e quindi impariamo a perdere, impariamo a costruire insieme delle regole…
mi piace sempre raccontare questo episodio che è realmente accaduto e accade sempre più spesso, in particolare me ne ricordo uno, in un'attività di piazza classica con la pista delle trottole e oltre a quello c’erano tanti giochi. Il papà si avvicina col bambino, io cerco di coinvolgerlo e il papà fa: “no ,no, no io qua sono solo per mio figlio” lo guardo, lui gioca, dico: “va bene”.
Più tardi durante l'animazione vedo il papà alla pista col bambino che gli tira la giacchetta e dice: “Papà andiamo!” e lui: “Ti prego dai l'ultimo tiro poi andiamo” e questo secondo me è la dimostrazione di quanto veramente tutti abbiamo bisogno di giocare e se ci lasciamo un po' andare ritorniamo bambini. è importante la condivisione perché solo condividendo si cresce come persone. Senza fare grandi discorsi, io sono qui in laboratorio da solo, sono convinto che se ci fosse un'altra persona, un altro socio, come molto spesso capita, a fare un altro lavoro ma nello stesso spazio, mi aiuterebbe di più perché basterebbe anche semplicemente uno sguardo per capire che questa cosa magari si può fare meglio, oppure un incitamento, oppure un semplice vedere le cose da un altro punto di vista anche leggermente diverso mi aiuta a crescere, piuttosto che pensare e fare tutto da solo.
Quindi anche lo stare insieme, il giocare, è importante farlo toccandoci, soprattutto dopo il periodo che abbiamo passato negli ultimi due anni in cui lo stare insieme era purtroppo una situazione non possibile, ne abbiamo ancora più bisogno.
…
C'è bisogno di stare insieme, c'è bisogno di condividere, c'è bisogno di farlo nella maniera più semplice possibile senza dei mezzi che ci fanno da tramite. è fondamentale il telefonino, è fondamentale la tecnologia, è fondamentale che si utilizzi perché ci dà tante cose belle ma rischiamo di perdere l'altro.”
Come abbiamo detto, per il Tarlo è importante mostrare i processi produttivi dietro alle trottole e ai loro giochi, mantenendo l’obbiettivo di diffondere la “cultura del fare” e la figura dell’artigiano, sicuramente meno famigliare oggi che un tempo.
I giochi ideati e proposti sono costruiti dai membri dell’associazione con legno e materiali di recupero, inventati da zero o adattando quelli della tradizione popolare, con un occhio di riguardo nei confronti del tema della sostenibilità.
Proprio per questo una delle caratteristiche dei giochi e delle animazioni proposte da Il Tarlo è che per funzionare non hanno bisogno di energia, uno dei loro slogan è infatti: “giocare - insieme - senza un pizzico di elettricità”.
Cercando il modo di mostrare i limiti della nostra dipendenza energetica ma anche le potenzialità di ingegno e fantasia in caso di necessità, trasformando il tutto in un gioco, il Tarlo ha creato il CicloTornio. Come fa intuire il nome si tratta di un tornio utilizzato per produrre le trottole a cui l’energia viene trasmessa attraverso una bicicletta, azionata dalla forza di chi si presta all’esperimento. Un modo di giocare e di partecipare alla creazione di una trottola, ma anche un modo di ricordare che non sempre l’energia è stata, o è, subito disponibile, e ancora oggi in alcune parti del mondo per tanti oggetti bisogna “pedalare”, letteralmente!.
AP: “Il CicloTornio, un altro esempio, è nato anche lì per gioco. Viaggiando per il mondo, io in particolare, ma anche altri soci, hanno visto l'utilizzo della bicicletta come si faceva negli anni ‘40 e ‘50, ma ancora prima […]
In realtà in giro per il mondo la bicicletta viene utilizzata per qualunque cosa […]
e quindi abbiamo pensato di legare quello che era la nostra attività principale, cioè la tornitura, a una bicicletta, e da lì è nato tutto un percorso di tematiche da sviluppare soprattutto nelle scuole legate appunto alla sostenibilità.
In quel caso noi produciamo corrente, ma in realtà l'energia che utilizziamo è l'energia delle nostre gambe, che sempre energia è, energia pulita. Produciamo e riusciamo a costruire la stessa cosa che potremmo produrre attaccandosi normalmente alla corrente, cosa che diamo per scontato. Ormai anche i bambini, qualunque cosa utilizzino, va a corrente e la diamo per scontata e invece si può fare la stessa cosa, o in parte, con energia pulita.
A noi piace pensare che possiamo, almeno in parte, in alcuni momenti, tornare a giocare con le cose semplici. Cose semplici intendo più intuitive, non attraverso il bypass di un telefonino, con le nostre mani toccando, toccando le persone ci sono intorno, toccando il gioco e cercando di sviluppare anche tematiche che sono molto importanti in questo momento da portare avanti della sensibilità, del'aspetto ecologico e quindi del non utilizzare la corrente.
La tecnologia ha portato con sé tanti benefici di cui non si può più fare a meno, ma presuppone un accessibilità non sempre scontata e si porta dietro il rischio, se utilizzata in maniera scorretta, di favorire l’individualismo.
La produzione manuale invece, ma soprattutto i giochi fatti di pochi elementi, di parole e gesti, avvicinano tanto quanto la rete internet, in modo diverso e forse più profondo.
Con la sua attività, l’associazione culturale Il Tarlo, fa scoprire nuovamente alle persone una manualità e un approccio alla vita senza mediazioni digitali, fatto di sensazioni e relazioni. Con i loro giochi e le loro animazioni gettano le basi per una comunicazione tra persone di età e culture diverse ma unite nel divertimento, come quello di lanciare e veder girare delle trottole.
Michele Simeone

Sono Michele Simeone, nato in provincia di Trento nel 1992. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali all’Università di Padova, ho poi conseguito un master in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna presso l’università di Parma, assecondando la mia passione per la montagna e la natura. Dopo gli studi ho lavorato per 5 anni in un vivaio a Riva del Garda e ho ritrovato il mio interesse per la comunicazione durante la pandemia di Covid19, avvicinandomi al mondo dei podcast. Con duei amici ho creato Bestiacce, un podcast di divulgazione scientifica in chiave goliardica e per SanbaRadio di Trento ho preparato Terra Terra, un programma in 6 puntate sulla cura delle piante domestiche. Per Unimondo scrivo e registro Altro Modo, il mio primo podcast di giornalismo.