La rivoluzione sessuale dell’India

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Non passa giorno che, sfogliando i giornali indiani, non si legga di qualche stupro, magari di gruppo. Eppure l’India è il paese del Kamasutra, l’antico libro sull’amore con consigli per un’armonica realizzazione della vita di coppia, anche dal punto di vista sessuale.

Una legge punisce l’omosessualità ma i transgender sono invitati ai matrimoni perché portano fortuna. I rapporti pre-matrimoniali sono vietati ma crescono gli aborti. Cosa sta succedendo nel subcontinente indiano? Come è possibile che gli opposti convivano? Aiuta a rispondere il libro-inchiesta di Ira Trivedi India in Love: Marriage and Sexuality in the 21st Century, Aleph Book Company, 2014, (L’amore in India: matrimonio e sessualità nel XXI secolo): un viaggio dal nord al sud del paese intervistando persone dal 18 ai 65 anni, studenti del college e impiegati, professori e medici ma anche astrologi, avvocati divorzisti, giovani spose preoccupate e sposi emozionati, genitori degli sposi ansiosi per capire quanto il matrimonio d’amore stia crescendo rispetto a quello tradizionale, combinato, e a che punto sia la rivoluzione sessuale.

Nelle aree urbane le coppie che hanno rapporti pre-matrimoniali risultano il 75% fra i ragazzi dai 18 ai 24 anni. Il sesso sta diventando parte dei discorsi pubblici oltre che delle immagini pubblicitarie con attrici intente a mangiare voluttuosamente un gelato o attori resi irresistibili da un deodorante.

La pornografia è largamente disponibile (e gli indiani solo al sesto posto nella classifica mondiale dei consumatori) ma anche gli incontri sessuali online e il sesso in vendita, sia per uomini che per donne: offrono le loro prestazioni studentesse e casalinghe e alcuni alberghi di lusso propongono una versione moderna dell’harem. Come ovvia conseguenza, crescono le malattie trasmissibili sessualmente. La rivoluzione sessuale è la più intensa dai tempi del colonialismo, anche grazie alla velocità dei contatti e alle garanzie di anonimato del mondo virtuale. Anche l’uso degli anticoncezionali è in crescita.

Naturalmente è cambiato molto il ruolo delle donne: oggi 480 milioni di impieghi sono nelle mani delle donne e le tasse  da loro versate sono raddoppiate negli ultimi 10 anni. Le donne cambiano ruolo ma la tradizione sembra immutabile anche grazie alla macchina di divulgazione culturale più efficace e diretta: l’industria cinematografica di Bollywood. Qui la brava ragazza indiana, moglie devota e sottomessa prima di tutto, capace di sacrificarsi per amore e onore verso il marito è la portatrice di valori sacri e immutabili. Una moderna Sita, virtuosa sposa di Rama del poema epico Ramayana, che preferisce l’esilio e la solitudine per difendere ad ogni costo la dignità del marito. Ma anche qui dove, fino a qualche anno fa erano vietati anche i baci, le allusioni al sesso sono più esplicite.

Una visione più aperta della sessualità ha cambiato anche l’istituzione più stabile della società indiana: il matrimonio. Non più arranged, combinati dalle famiglie, ma love, scelte d’amore. Secondo uno studio su 50.000 giovani condotto dall’International Institute for Popultaion Sciences il 77% delle donne non sposate e il 59% degli uomini non sposati sostiene che le donne dovrebbero scegliere il proprio marito. Ma insieme a questo le forze più antiche di casta, religione, aspettative della famiglia ricaccia i giovani in una zona di paralisi, schiacciata fra tradizione e modernità.

Fra questi due poli opposti, ma anche quelli di west e east, adulti e giovani, tensioni e ribellione si creano corto-circuiti difficili da gestire. Uno di questi è la violenza sessuale: secondo le fonti ufficiali, una ogni 22 minuti, secondo le interviste della Trivedi, molte di più.

Il lato oscuro della rivoluzione sessuale è legato a una società patriarcale dove, dopo anni di pratiche di aborto selettivo, ci sono 17 milioni in più di uomini dal 15 ai 34 anni. Questo spinge all’ipercompetitività sul lavoro e sull’accaparrarsi le donne disponibili. I delitti d’onore crescono e  sono spesso portati avanti dalla famiglia della ragazza.

Il futuro non si può prevedere ma le tendenze sono queste: oggi in India 315 milioni di persone hanno meno di 25 anni, questo vuol dire che nel 2020 l’India sarà la regione più giovane del mondo con un’età media di 29, comparata con i 37 anni della Cina) e l’urbanizzazione avrà tassi mai visti prima. Entro il 2030 700 milioni di persone lasceranno le campagne per trasferirsi in città.

Le società meno repressive dal punto di vista sessuale  sono più felici e più sane, meno violente, più libere per le donne, meno omofobe e meno stigmatizzanti, ma la strada è ancora lunga.

Francesca Rosso

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