Vado a lavorare a Milano

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Foto: Unsplash.com

Intervista a Camilla Sorrentino, co-autrice del report “Per un salario giusto” a cura di Adesso! e Tortuga sull’applicabilità del London Living Wage (salario di sussistenza in vigore nella città di Londra) a Milano.

Di Ingrid Salvadori

Mentor: Alessandro Graziadei

Sulla tematica del salario minimo, abbiamo intervistato Camilla Sorrentino, dottoranda al Politecnico di Milano e co-autrice del report “Per un salario giusto”. Lo studio sull’applicabilità del London Living Wage a Milano, a cura del movimento di advocacy Adesso! e il think thank Tortuga, è stato presentato in data 22 marzo 2024 presso Palazzo Marino.

Camilla Sorrentino, come ti sei avvicinata al movimento di proposta Adesso!?

Sono tanti anni che vivo a Milano e mi sono piano piano resa conto del fatto che è una città che non offre a tutti le stesse opportunità. Chiaramente è qualcosa di intrinseco nel modo di vivere in generale, però a Milano credo che sia estremamente esacerbato. Ciò si scontra molto anche con la narrativa che si fa di questa città, che accoglie tutti, che sta bene, che appunto sta crescendo e dove tendenzialmente la qualità della vita è più alta. D’altra parte, negli ultimi due anni è esploso il tema soprattutto delle case e degli affitti troppo alti e forse adesso si sta andando all’estremo opposto dello spettro per cui sembra che Milano sia la culla di tutti i mali della società moderna. Non è neanche questa la lettura che almeno io mi sento di dare rispetto a quello che mi circonda, a quello che vivo tutti i giorni. Adesso! mi ha particolarmente colpita perché lavora su una proposta molto specifica, molto pragmatica, un programma di intenti ad alto livello e con due o tre proposte su misura alla realtà milanese.

Proponete il salario minimo?

Non è propriamente un salario minimo, è una forma di certificazione volontaria attraverso cui si possa garantire una retribuzione che sia almeno in linea con uno stile di vita dignitosoche, nell’ottica di quello che fanno a Londra, vuol dire andare oltre. Gli individui devono anche poter partecipare alla società moderna e quindi il salario che percepiscono deve essere in linea con questo tipo di opportunità di partecipazione.

Com’è nato il report?

Tomaso Greco, che è il fondatore del movimento di Adesso! ha iniziato a lavorare con Tortuga, un think tank interno all’università Bocconi per provare a fare degli studi sul London Living Wage. Questo salario di sussistenza, che si diffonde all’intera area di Londra nel 2004, nasce dal basso, dai collettivi di cittadini e dai sindacati. Tra il 2005 e il 2020, i dati raccolti dimostrano che quest’iniziativa vede coinvolto l’80% degli occupati dipendenti a Londra. Mi sembra un ottimo risultato, no? Considerando che si tratta di una policy a adesione volontaria.

La nostra idea era quella di studiare la policy, capire che impatti aveva avuto e se eventualmente questa potesse essere replicabile a Milano, con chiaramente i necessari distinguo del caso. Il report nasce con l’intento di formalizzare questa conoscenza. E di fatto poi di provare a portare la discussione anche a livello di Comune, avendo quantomeno un punto di partenza, che sono i dati, su cui ragionare insieme. È stato anche lo scopo dell’evento di venerdì a Palazzo Marino, provare a dire “mettiamoci a studiare quale sarebbe un salario minimo dignitoso a Milano”, quindi partire, come a Londra, da una commissione indipendente che fa questo tipo di valutazioni...

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