Iraq: Il petrolio curdo arriva in Turchia, senza passare per Baghdad

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I rapporti economici tra il governo regionale del Kurdistan iracheno e i suoi due vicini di casa (Iran e Turchia) continuano a "disturbare" Baghdad. Che ora fa appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La regione semi-autonoma del Kurdistan iracheno avrebbe iniziato, e già da un paio di settimane, l’esportazione di greggio in Turchia, ricevendo in cambio quantità limitate di diesel e cherosene per far funzionare le proprie centrali elettriche.

Gli scambi tra Ankara e KRG rappresentano solo l'ultimo capitolo di una sfida che la regione semi-autonoma ha lanciato a Baghdad in questi ultimi mesi, e che passa sia per il complesso sistema di alleanze che lega Erbil ad alcuni giganti statunitensi del settore petrolifero, attraverso contratti di esplorazione che Baghdad considera illegali, che per questi tentativi di aprire nuovi canali di esportazione con i paesi vicini.

Da parte sua, come rivela l'Iraq Oil Report, il premier Nouri al Maliki avrebbe già ordinato al ministero degli Esteri di inviare un reclamo formale al Consiglio di sicurezza dell’Onu contro la violazione dello spazio aereo nazionale da parte della Turchia.

L’accusa si riferisce a diverse incursioni che le forze aeree turche avrebbero effettuato nel nord dell’Iraq, per colpire i combattenti del gruppo curdo PKK.

In questa cornice, le attività commerciali avviate da Erbil diventano l'ennesimo focolaio di scontro tra Ankara e Baghdad.

Finora infatti la vendita del greggio tra il Kurdistan iracheno e la Turchia - che la scorsa estate ha raggiunto anche picchi di 181.000 barili al giorno - era avvenuta all’interno degli oleodotti gestiti dal governo iracheno, nel rispetto della sua sovranità su tutte le esportazioni energetiche del paese.

Le prime avvisaglie di un innalzamento del livello di scontro tra i due governi sono datate aprile del 2012, quando le autorità curde hanno deciso di interrompere l’esportazione di petrolio verso il resto dell’Iraq, accusando Baghdad di non aver pagato le forniture precedenti.

Le autorità curde lamentano un'insufficienza delle forniture di petrolio da parte delle autorità centrali per mantenere attivi gli impianti di produzione di energia elettrica: soltanto 15.000 barili al giorno a fronte di un fabbisogno di circa 140.000 barili al giorno.

Sull'altro versante è la Fars News Agency ad annunciare che il volume di scambi tra Iran e Kurdistan iracheno supererà presto il valore di 4 miliardi di dollari contro i 3 miliardi dell'anno precedente. Un aumento (oltre il 30%) che non può certamente lasciare indifferente Baghdad.

Giovanni Andriolo da Osservatorioiraq.it

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