Turchia: bilancio sulla situazione delle minoranze

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In considerazione della persistente persecuzione dei 15 - 20 milioni di Kurdi in Turchia e della costante proibizione all'uso della loro lingua, così come della discriminazione delle minoranze cristiane, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede all'Europa di non sostenere l'attuale candidatura della Turchia per l'ingresso nell'Unione Europea. Le riforme annunciate dalla Turchia dopo 15 anni di guerra civile turco-kurda (1984-1999) esistono solo sulla carta. La minoranza più grande d'Europa ancora può solo sognare dell'ammissione della propria lingua nella scuola e nei mezzi d'informazione; l'amnistia per i 6500 prigionieri politici e il ritorno ai propri villaggi di 2,5 milioni di persone cacciate dalla propria casa e terra sono lontani dall'essere anche solo presi in considerazione. La
campagna sciovinista del Ministro per l'educazione turca contro le minoranze cristiane contraddice inoltre la tanto annunciata tolleranza del governo nei confronti delle minoranze religiose.

In particolare, l'APM condanna:

- che nel 2003 le violazioni contro i diritti umani nell'Anatolia orientale (Kurdistan turco) hanno continuato ad essere perpetuate con la stessa inaudita violenza da parte delle forze di sicurezza turche (105 morti in scontri armati, 84 vittime di esecuzioni illegali, 502 casi di tortura, ecc.);

- che la promessa di programmi televisivi e radiofonici in lingua kurda non sia mai stata mantenuta, come non sono mai stati realizzati i corsi di lingua annunciati, e tanto meno la lingua kurda è stata inserita nel programma scolastico;

- che siano tuttora in carcere e non inclusi nell'amnistia 6500 prigionieri politici per presunto o reale "impegno separatistico". Tra loro anche la parlamentare kurda e vincitrice del premio Sacharov Leyla Zana e tre suoi colleghi parlamentari. Dopo 10 anni di carcere la loro liberazione è stata nuovamente negata venerdì scorso da un Tribunale per la sicurezza dello stato turco;

- che la Turchia non abbia nemmeno posto i presupposti per il ritorno a casa di 2,5 milioni di contadini kurdi, completamente impoveriti, sanitariamente e scolasticamente quasi per nulla assistiti. Erano stati cacciati dalle forze di sicurezza turche da complessivamente 3.428 villaggi ora completamente distrutti;

- che nelle pubblicazioni scolastiche del 2003, il ministero per l'educazione turco presenti le minoranze cristiane quali gli Armeni, gli Assiro-Aramaici e i Greci Pontos come spie, traditori e barbari e non riconosca ufficialmente lo status di minoranza degli Aramei né riconosca la loro lingua.

Fonte: Associazione per i Popoli Minacciati

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