Russia: solidarietà con i truffati delle 'piramidi immobiliari'

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Continua dal 17 aprile lo sciopero della fame dei cosiddetti "truffati delle piramidi immobiliari" di Mosca a cui partecipano diciannove persone. "È gente spinta agli estremi, che ha perduto casa e risparmi in seguito a un'immensa frode politico-immobiliare" - riporta l'Alleanza Internazionale degli Abitanti (Iai). Si tratta di circa duecentomila famiglie, in tutte le regioni della Russia, rimaste vittime di loschi operatori immobiliari sostenuti dai poteri locali. Ora, nell'aprile 2007, appare chiaro ai "co-investitori" che non sono state mantenute le promesse fatte dai responsabili politici e non si è presa nessuna misura effettiva per risolvere tale faccenda. Il che ha provocato la decisione di rilanciare le azioni di protesta. Il 17 aprile, a Mosca, è iniziato un secondo sciopero della fame, detto "a staffetta", cui sono pronti a partecipare una cinquantina di persone. Si danno il cambio, una dopo l'altra, le altre regioni toccate.

Si battono per ottenere la regolamentazione della loro situazione a livello federale, tramite la creazione di un comitato di crisi con la rappresentanza di tutte le parti coinvolte (potere federale, poteri locali, società immobiliari, "co-investitori ingannati") e il pieno potere per adottare provvedimenti d'urgenza. Chiedono al Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin, di assumersi le proprie responsabilità e di farsi personalmente carico del controllo e della risoluzione del conflitto. Rivendicano sia un risarcimento, sia che venga proseguita la costruzione degli edifici. Esigono la condanna dei responsabili di questa vasta frode, società immobiliari e poteri locali. Chiedono il riconoscimento dello stato di vittime delle operazioni politico-immobiliari fraudolente per tutti i "co-investitori ingannati", qualunque sia la loro particolare situazione. I partecipanti sono fermamente decisi ad andare fino in fondo, giacché, come dicono loro stessi, "non abbiamo più nulla da perdere, avendo già perduto tutto". "Se moriamo" - hanno avvertito durante una conferenza stampa il 18 aprile, "Putin e gli altri complici di questa faccenda avranno la nostra morte sulla coscienza!".

Lo scandalo, soprannominato dei 'co-investitori ingannati' è scoppiato nell'estate 2005, nel momento in cui la massa delle vittime diveniva critica. Mano a mano che le vittime si raggruppavano e si organizzavano, si è costituito un vero e proprio movimento. Una delle prime azioni politiche di protesta è stato il blocco, nel dicembre 2005, di una grande arteria stradale di Mosca, la Prospekt Riazanska㯀a. Tale azione ha avuto un'enorme risonanza mediatica, ed è nato il movimento dei "co-investitori ingannati".

La solidarietà si è organizzata poco a poco, con manifestazioni di sostegno, in preparazione in varie città. La questione è stata portata perfino davanti a UN-Habitat da parte dell'Advisory Group on Forced Evictions (AGFE), in occasione di una conferenza stampa tenuta il 17 aprile a Nairobi. Cesare Ottolini, coordinatore dell'Alleanza Internazionale degli Abitanti e membro dell'AGFE, ha proposto l'invio di una missione di UN-Habitat nella Federazione russa, allo scopo di verificare il rispetto del diritto alla casa, inserito nell'articolo 11 del Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali, di cui la Russia è firmataria. In una lettera aperta agli scioperanti della fame Cesare Ottolini ha dichiarato, fra l'altro: "Sommiamo la nostra voce alla vostra per richiedere al governo federale russo di assumersi la responsabilità di ascoltare il vostro grido di dolore e di attuare i provvedimenti urgenti proposti, al fine di ripristinare nel vostro paese il rispetto del diritto alla casa". L'Alleanza Internazionale degli Abitanti ha intanto predisposto una petizione online al governo russo in loro difesa. [GB]

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