Olimpiadi in Cina: continuano le violazioni dei diritti civili

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Ad un anno dalle Olimpiadi, la polizia cinese ha trattenuto gli attivisti di Amnesty International e i giornalisti che hanno promosso con "Reporters sans frontières" (Rsf) una manifestazione nella quale accusavo il governo cinese di non aver mantenuto le promesse in materia diritti umani e libertà di espressione fatte nel 2001 a Mosca quando i Giochi Olimpici del 2008 furono assegnati alla Cina. I rappresentanti di Rsf stavano tenendo una conferenza stampa non autorizzata davanti alla sede del Comitato organizzatore dei Giochi (Bocog) a Pechino indossando magliette con le manette al posto dei cerchi olimpici.

"Non chiediamo il boicottaggio dei Giochi: chiediamo solo fatti concreti, come la liberazione dei prigionieri politici, la liberalizzazione del web e la fine delle interferenze sulle trasmissioni radio sgradite" - ha detto Vincent Brossel, il responsabile di Rsf per l'Asia. La polizia ha sequestrato le carte di identità di alcuni giornalisti e li ha trattenuti in un parcheggio vicino, impedendo loro di lasciare la zona. Solo dopo tre ore sono stati tutti rilasciati senza avere nessuna spiegazione dalla polizia sul perché del fermo. Per denunciare le promesse non mantenute dalle autorità cinesi, Rsf ha organizzato manifestazioni anche a Parigi, New York e Montreal e ha presentato un rapporto sulle violazioni alla libertà di espressione in Cina. Almeno 30 giornalisti e 50 cyberdissidenti sono attualmente in carcere in Cina ed alcuni sono detenuti dagli anni '80.

Nei giorni scorsi anche Amnesty International e Human Rights Watch hanno reso noto i loro rapporti dove denunciano numerose violazioni dei diritti umani in Cina. Nonostante l'adozione di alcune riforme in tema di pena di morte e di nuove regole per i giornalisti stranieri, Amnesty International denuncia nel suo rapporto "scarsi miglioramenti per i diritti umani in altri ambiti collegati alle Olimpiadi, in un contesto di crescente repressione nei confronti degli attivisti per i diritti umani e dei giornalisti locali". In vista dei Giochi olimpici del 2008, Amnesty International segnala tra l'altro l'aumento dell'uso della detenzione senza processo almeno nella capitale Pechino. "Non solo non vediamo progressi nelle promesse fatte, ma le autorità cinesi stanno usando le Olimpiadi come un pretesto per estendere la pratica della detenzione senza priocesso" - ha affermato il Segretario generale di Amnesty International, Irene Khan.

Human Right Watch dedica in questi giorni la "front news" del proprio sito alle violazioni dei diritti umani in Cina e specificamente un rapporto sulle violazioni alla libertà di stampa nella Repubblica popolare Cinese. "I tentativi del governo cinese di intimidire, trattenere e arrestare i giornalisti locali e stranieri che fanno solo il loro mestiere stanno a dimostrare il disprezzo delle autorità locali degli ideali dello spirito olimpico" - denuncia Brad Adams, il direttore per l'Asia di Human Rights Watch. L'organizzazione sostiene che i continui proclami di "libertà di stampa" da parte delle autorità cinesi siano solo un "trucco per le pubbliche relazioni" più che un'effettiva iniziativa politica a favore delle libertà civili. [GB]

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