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Migranti: risposta di 3 Febbraio Napoli e fuga dal CPT
Diritti civili
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L'Associazione "3 Febbraio Napoli" che raccoglie più di 300 persone che hanno fatto lo sciopero della fame a Napoli per la concessione dei permessi di soggiorno, risponde alla proposta "inverosimile" che la il Vice Prefetto Dottoressa Fasano ha fatto e cioè "che sia la magistratura con i suoi tempi (due anni circa) a dover accertare la truffa subita dagli immigrati e quindi il relativo rilascio dei permessi di soggiorno". In questo clima l'Associazione ha deciso di concludere il presidio con tutte quelle realtà (associazioni,partiti politici,movimenti ecc) che hanno dato solidarietà a questa lotta e per dar vita ad una iniziativa comune e per continuare la lotta. A seguire hanno predisposto due lettere aperte, una al Papa e una per il ministro Pisanu.
In attesa del verdetto della Consulta sulla legge Bossi-Fini, la Cassazione delinea i confini giurisdizionali in tema di espulsione di immigrati, stabilendo percorsi autonomi per i giudici amministrativi che devono decidere sul permesso di soggiorno e per la magistratura ordinaria che deve pronunciarsi sull'espulsione dello straniero. La decisione della giustizia amministrativa sul permesso "non è antecedente logico" di quella del giudice ordinario sull'espulsione. In altre parole, lo straniero non potrà chiedere al togato, che deve decidere sul suo allontanamento, di sospendere la causa perché pende davanti al Tar la questione del suo soggiorno sul territorio italiano. In sostanza
- secondo il sito Diritto e giustizia - prima si provvede a "cacciare" lo straniero e poi, in un secondo momento, se la decisione dei giudici amministrativi sul permesso di soggiorno sarà positiva, gli si consentirà di "domandare di nuovo il permesso stesso e di chiedere la revoca dell'espulsione" o comunque di rientrare in Italia.
Dal Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna altri migranti sono scappati e secondo l'Ass. Ya Basta è seguita una violenta rappresaglia delle forze dell'ordine nel centro. "Nonostante questa situazione di estrema tensione si protragga ormai da mesi, una circolare del ministro Pisanu ha ristretto ulteriormente le possibilità di visitare ed assistere i detenuti nei centri, aumentando così il loro isolamento e la loro debolezza" - continua il comunicato dell'associazione che aggiunge - "l'unica emergenza che vediamo è quella di una continua e sistematica violazione dei diritti umani e civili di quanti vengono catturati e rinchiusi nei non-luoghi dei CPT". Per questo viene chiesta la chiusura immediata di tutti i centri di permanenza temporanea e di tutti i centri di identificazione per richiedenti asilo. Intanto si avvia ormai alla conclusione il processo all'ex prefetto di Trapani Leonardo Cerenzia in merito al tragico rogo scoppiato nella notte del 28 dicembre del 1999 dopo un tentativo di fuga e in seguito al quale morirono sei immigrati reclusi nel Centro di Permanenza Temporanea "Vulpitta". [AT]