Kenya: siccità, 6 milioni in pericolo e l'Italia cosa fa?

Stampa

"Mentre in Italia si continua con il teatrino mediatico pre-elettorale, di accuse e di false promesse mantenute" - dichiara Guido Barbera, presidente del Cipsi -coordinamento di 36 ONG di solidarietà internazionale - "circa 6 milioni di persone sono a rischio di morte per le conseguenze della terribile siccità nella vasta regione di Moyale in Kenya, nei territori compresi tra i confini di Kenya, Etiopia e Somalia. E' ora di parlare dei veri problemi della gente" - continua Barbera - "e prendere atto dei fatti concreti: la cooperazione italiana è stata ridotta all'impotenza totale negli ultimi anni, nonostante le promesse di destinare l'1% delle risorse italiane, più volte fatte dal nostro presidente del Consiglio. Le Associazioni italiane nel 2006 non potranno neppure ricevere i fondi già utilizzati in vecchi progetti conclusi o per le attività in corso. Nessuna nuova attività potrà essere finanziata, a causa dei tagli della Finanziaria".

Al momento la notizia di questa ennesima tragedia annunciata, non è ancora arrivata sui nostri media. "La crisi idrica continua ad aggravarsi, inesorabilmente", dichiara Sabina Tangerini del CCM - Comitato di Collaborazione Medica, ONG CIPSI di Torino presente da molti anni nella zona con propri progetti sanitari. "Facciamo appello alla comunità internazionale affinché ci si accorga che su questa terra arida c'è bisogno di aiuto immediato. Chiediamo una mobilitazione generale - politica e sociale - per riconoscere concretamente il diritto all'accesso all''acqua come diritto fondamentale per la vita per ogni essere umano". I media del Kenya sottolineano la gravità della situazione ed espongono i disastrosi effetti a causa delle mancate piogge che cadono normalmente tra ottobre e dicembre. Lo stesso presidente Mwai Kibaki ha dichiarato "la fame è un disastro nazionale" ed ha chiesto aiuto a livello internazionale, precisando che circa il 10% della popolazione del suo paese è a grave rischio di vita per la mancanza assoluta di cibo.

Sabina Tangerini del CCM continua: "Noi che lavoriamo da anni in questi luoghi in aiuto alla popolazione locale, che conosciamo la cronica assenza d'acqua della regione, noi che abbiamo imparato a conoscere la capacità straordinaria di non sprecare le risorse idriche di questa gente, denunciamo che non c'è più acqua nella terra dei Borana e la catena di effetti innescati comincia ormai ad essere evidente. Gli animali stanno morendo (70%); il costo degli alimenti aumenta a causa della scarsezza cronica delle provviste; si cominciano a temere spostamenti di masse di persone affamate in cerca di terre più fertili. Quando le pozze e i bacini si seccano, anche la speranza si sbriciola come terra secca. I progetti sanitari su cui lavoriamo che prevedono la capacità di guardare al futuro sono destinati a fermarsi. Il presente diventa un pressante guardare al cielo e chiedersi quante donne, uomini e bambini non ce la faranno a vedere le prossime piogge. La nostra ONG farà ora il possibile, coordinata con le altre realtà associative impegnate localmente, per cercare di far fronte ai gravi problemi che verranno ad intensificarsi nelle prossime giornate".

La popolazione Borana del distretto di Moyale, la popolazione dimenticata, così come è stata definita dalla Commissione per i Diritti Umani del Kenya - conclude Barbera - sta "finalmente" uscendo dal suo silenzio. E come tutte le popolazioni africane, sebbene ricche di splendide tradizioni e di insegnamenti preziosi sull'uso delle risorse e dell'ambiente naturale, rischia di farsi conoscere purtroppo attraverso quella che potrebbe essere una ennesima tragedia, questa volta legata all'acqua.

Il CCM ed il CIPSI lanciano una sottoscrizione a favore dell'emergenza acqua in Kenya. I contributi possono essere versati sui ccp, indicando la causale "emergenza acqua - Kenya":

ccp n. 13404108 intestato a CCM - corso Lanza 100 - 10133 Torino e/o ccp n. 11133204 intestato a CIPSI, via Rembrandt n. 9, 20174 Milano.

Ultime su questo tema

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Il lavoro delle Ong nel Mediterraneo, tra minacce e ostruzionismo

29 Agosto 2025
Dopo l’attacco alla Ocean Viking, abbiamo intervistato Sara, Protection officer a bordo della nave Humanity 1. (Maddalena D´Aquilio

Global Sumud Flotilla: resistere per esistere

29 Agosto 2025
Dal Mediterraneo a Gaza: la più grande flottiglia civile mai organizzata per denunciare il genocidio e portare solidarietà al popolo palestinese. (Articolo 21)

Giornaliste a Gaza

26 Agosto 2025
Le donne giornaliste di Gaza: “Continuano il loro lavoro nonostante siano bersagli di attacchi israeliani, di carestia e di violenza”. (Red.Es.)

Conoscere l’universo e la potenziale vita su altri pianeti per superare la volontà di potenza dell'uomo

13 Agosto 2025
Le prospettive di pensiero della scienziata e astrofisica Margherita Hack, di cui ricorrono i 12 anni dalla scomparsa, aprono a visioni innovative per tutta l'umanità. (Laura Tussi)

Video

Genova 2001: la morte dei diritti civili