Giappone: incostituzionali le visite di Koizumi al tempio Yasukuni

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Storica sentenza del tribunale di Fukuoka che nei giorni scorsi ha definito "incostituzionali" le visite del premier Junichiro Koizumi al tempio Yasukuni, il santuario shintoista dove, tra le altre, sono custodite le ceneri di 14 criminali di guerra nipponici tra cui quelle del gen. Hideki Tojo.

Dopo che i tribunali di Osaka e Matsuyama avevano respinto la domanda di compensazione di gruppi di cittadini, per la prima volta un tribunale nipponico ha dichiarato che le visite del premier costituiscono una "violazione della Costituzione". L'articolo 20 della Costituzione giapponese stabilisce che "lo stato e i suoi organismi devono astenersi da attività religiose". Durante le visite Koizumi era invece accompagnato dal suo segretario, aveva usato l'auto ufficiale, firmato il libro dei visitatori come "Junichiro Koizumi, Primo ministro" e altrettanto aveva dichiarato ai giornalisti.

Gioia da parte dei 211 cittadini, che pur vedendo rifiutata la loro richiesta di compensazione, hanno ottenuto il loro obiettivo. "E' un'ottima sentenza: la nostra domanda di compenso è stata rigettata, ma abbiamo raggiunto lo scopo che era quello di veder dichiarate incostituzionali le visite del primo ministro al tempio Yasukuni" - ha dichiarato l'avvocato Tsuneaki Gunjima in rappresentanza del gruppo di cittadini promotori dell'iniziativa. Il premier Koizumi si è detto "sorpreso della sentenza", ha cercato di giustificarsi dicendo che aveva compiuto le visite come persona privata ed ha dichiarato alla stampa che intenderebbe continuarle.

Il tempio Yasukuni è un tempio shintoista a Tokyo dove dal 1978 sono conservate, tra le alre, le ceneri di 14 alti funzionari e militari del governo nipponico giudicati "criminali di guerra classe A" dal Tribunale militare internazionale di Tokyo del 1946. Tra esse quelle dell'allora primo ministro, il gen. Hideki Tojo. Le visite al tempio Yasukuni sono state inaugurate negli anni '80 dal premier Yasuhiro Nakasone e la questione ha ripetutamente sollevato le rimostranze dei governi di Corea del Sud e Cina ma anche di molti gruppi e movimenti della società civile giapponese. [GB]

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