Corea del Nord, quando gli esuli tornano in patria

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Una coppia di rifugiati dalla Corea del Nord ha deciso di rientrare nel regime stalinista. La notizia era stata data a inizio settimana dalla Kcna, l’agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang, ma è stata confermata soltanto oggi dal governo di Seoul. Una fonte cattolica spiega ad AsiaNews: “Non è inconsueto. I nostri fratelli del Nord sono vittime sin dalla nascita di un feroce lavaggio del cervello che li spinge a essere leali fino alla morte al loro governo. Inoltre molti di loro hanno lasciato a casa una famiglia che rischia moltissimo, fino a che sono dei rifugiati politici”.

Secondo i dati forniti dal ministero sudcoreano dell’Interno i due, Kim Kwang-hyok e Ko Jang-nam, si sono incontrati e sposati proprio in Corea del Sud. Kim vi è arrivato nel 2008, la moglie l’anno successivo. Sempre secondo i funzionari, i due si sono recati lo scorso settembre in Cina e poi sono rientrati in Corea del Nord dopo aver avuto dei “contatti” con i funzionari dell’ambasciata di Pyongyang a Pechino.

Il regime stalinista guidato da Kim Jong-un, terzogenito ed erede del defunto dittatore Kim Jong-il, non ha perso tempo: ha inviato alle televisioni di tutta la penisola il video in cui i due spiegano di essere tornati a casa “dopo aver capito di aver perso un’enorme opportunità, quella di contribuire alla grandezza dello Stato della Corea del Nord”. La propaganda nazionale cerca di spingere l’immagine di un Paese “più moderno” da quando Jong-un ha preso il potere.

Una fonte di AsiaNews che lavora con i rifugiati dal Nord spiega: “Di certo non si tratta di vera convinzione. Forse i due si sono auto-convinti di vivere meglio in patria, perché a essere onesti la Corea del Sud tratta i rifugiati dal Nord come gli ultimi membri della società [i “saetomin”, per maggiori informazioni vedi qui]. Ma è più probabile che Pyongyang abbia reso noto ai fuggitivi che le loro famiglie rischiavano parecchio in caso di permanenza al Sud, e loro abbiano scelto di tornare”.

La fonte, anonima per motivi di sicurezza, continua: “I nordcoreani sono indottrinati fin dalla nascita, la lealtà al potere viene loro inculcata sin dalla culla. Soltanto per questo non si sollevano contro un governo violento e repressivo: gli hanno fatto credere che sia il migliore al mondo e che loro siano i più fortunati esseri umani sulla Terra”.

Dalla fine della guerra di Corea, combattuta dal 1950 al 1953, oltre 24mila cittadini della Corea del Nord hanno scelto di fuggire. Di norma passano il confine con la Cina per poi chiedere asilo politico a Seoul, ma Pechino ha approvato nel corso del 2012 una nuova serie di norme che prevede il rimpatrio immediato di tutti i nordcoreani sul suolo nazionale.

Joseph Yun Li-sun

Fonte: Asianews

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