Smettete di fare finta di non essere razzisti!

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Foto: Pixabay.com

“Smettete di fare finta di non essere razzisti!” Il cartello di una manifestazione diventa la copertina di un libro della Lunaria, il Sesto Libro Bianco sul razzismo in Italia. In questa edizione del volume vengono documentati 1125 episodi di cronaca di razzismo, definito “ordinario”, emersi dal 2021 al 2023 e registrati attraverso l’osservatorio cronachediordinariorazzismo.org

È dal 2009 che l’associazione Lunaria è impegnata a raccontare il razzismo, partendo dal presupposto di voler tentare di restituire umanità a tutte quelle persone che quotidianamente lo subiscono. Una volontà di far memoria e, chiaramente, di arginare questo fenomeno non riducendolo a episodico e tantomeno imputabile all’atteggiamento di individui solitari. Lunaria racconta che queste discriminazioni sono “radicate nel nostro Paese da molto tempo e (…) sono fenomeni sociali, strutturali, ordinari e sistemici, in cui giocano un ruolo centrale gli attori collettivi: le istituzioni, i partiti e gli operatori dei media, innanzitutto”. Negli ultimi 15 anni xenofobia e razzismo hanno acquisito progressiva legittimazione a livello normativo, politico e culturale con una vera e propria ostentazione di discorsi e pratiche discriminatorie che da patrimonio di gruppi minoritari è divenuto prassi di una società e, purtroppo, anche di parte delle istituzioni ai fini della raccolta di consenso elettorale, come le politiche sull’immigrazione e sulla cittadinanza ben dimostrano.

Sono 20 le storie raccontate nel libro, gratuitamente scaricabile, selezionate per l’impatto che hanno avuto sulla vita delle persone coinvolte, per il modo in cui sono state trattate dai media o per il loro percorso giudiziario. Un esempio per tutti quello legato ai tragici avvenimenti del 3 febbraio 2018 a Macerata quando Luca Trani, un simpatizzante dell’estrema destra candidato alle elezioni comunali per la Lega, sparò dalla sua auto a 6 persone di origine africana, che fortunatamente furono solo ferite. La vendetta per l’uccisione della giovane Pamela Mastropietro da parte di un nigeriano due giorni prima non regge come movente: Wilson Kofi, Omar Fadera, Jennifer Odion, Gideon Azeke, Mahamadou Toure e Festus Omagbon sono stati bersagli evidentemente scelti a caso da Trani per il colore della loro pelle; si trattò di un caso di razzismo in piena regola, avvenuto 2 mesi prima delle elezioni politiche del 19 marzo 2018, in un clima elettorale già in buona parte incentrato sul tema della sicurezza correlata all’immigrazione. Come usuale, la benzina fu gettata sul fuoco dalle stesse istituzioni politiche, con Matteo Salvini che diffuse un tweet col quale unì alla condanna dell’attacco una sorta di giustificazione morale all’attentatore per il suo gesto: “L’immigrazione fuori controllo porta al caos, alla rabbia, allo scontro sociale. L’immigrazione fuori controllo porta spaccio di droga, furti, rapine e violenza”. L’evento mediale è innestato dall’immediata replica di Roberto Saviano che accusò Salvini di essere il mandante morale dell’attento, da considerare un atto di terrorismo fascista. 

Questo caso, oggetto di un capitolo del libro, mette ben in luce il processo di silenziamento delle vittime; raramente hanno un nome sui media, e contrariamente alla regola mediatica dello storytelling, mancano anche le foto e un accenno alla loro vita. I giovani africani sono solamente utilizzati per porre al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica la questione migratoria, sia essa intesa come un problema o come una risorsa. Si divide fra un Noi e un Loro. Un Noi, di cui fa parte anche il carnefice, di cui si racconta la vita e si intervistano i familiari nel calore della sua casetta, e un Loro, vittime, nere, a cui non si dà né parola né spazio pubblico. L’analisi è ricca nel volume, ed emblematica di un razzismo dilagante tra politica, opinione pubblica e mass media.

Ma non c’è solo Trani nel libro. Nell’estate 2024 è un caso di caporalato nelle campagne di Latina con la morte per dissanguamento di Satnam Singh, un bracciante indiano di 31 anni, non soccorso dai datori di lavoro. Prima, quello del settembre 2020 del pestaggio a Colleferro, vicino Roma, del ragazzo di 21 anni di origini capoverdiane, Willy Monteiro Duarte, in un episodio di violenza inaudita e incontrollata di un gruppo di giovani guidato dai due fratelli Bianchi, arrestati e condannati “per omicidio volontario aggravato da futili motivi”. Il 26 febbraio 2023 è strage al largo di Cutro, in Calabria. In 94 migranti hanno perso la vita in un naufragio che tra omissioni di soccorso e rimpalli di responsabilità chiama in causa le istituzioni politiche italiane che, in tutta risposta, hanno successivamente approvato un nuovo Decreto immigrazione chiamato macabramente “Decreto Cutro”, volto a restringere ulteriormente i diritti delle persone migranti in nome della sicurezza e in un contesto sempre più discriminatorio. E ancora è il 24 maggio 2023 a Milano quando Bruna, una 41enne trans di origini brasiliane, viene presa a manganellate e colpita con spray urticante da tre agenti della polizia locale.

Casi su casi e su casi ancora riportati (talvolta) sui media nazionali ma a cui si aggiungono gli episodi quotidiani quali gli insulti per strada al “negro”, i cori razzismi allo stadio, la negazione del lavoro o della casa testimoniati dai dati raccolti da Lunaria su violenze verbali (in aumento) o fisiche, danni alle proprietà e discriminazioni. Segnalazioni riconfermate dai dati ufficiali sulle discriminazioni e sulle violenze razziste messi a disposizione dalle autorità competenti tramite Unar e a Oscad.

Che altro dire? Buona lettura.

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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