www.unimondo.org/Notizie/India-tutti-pazzi-per-Modi-253455
India: tutti pazzi per Modi?
Notizie
Stampa

Foto: Unsplash.com
Dal 19 aprile al 1° giugno gli elettori della più grande democrazia del mondo sono chiamati alle urne.
di Ingrid Salvadori
Mentor: Alessandro Graziadei
Nel 2024 sono ben 76 i Paesi in cui si andrà al voto. Solo in India, quasi il 10% della popolazione mondiale verrà chiamata alle urne per rinnovare il Parlamento ed eleggere il prossimo governo. Il processo elettorale è iniziato il 19 aprile e andrà avanti fino al 1° giugno proprio a causa del numero consistente di elettori. I risultati saranno noti il 4 giugno e, nonostante la formazione di un’ampia coalizione tra i partiti di opposizione, l’attuale primo ministro Narendra Modi spera di essere rieletto.
Come funzionano le elezioni in India?
Con 969 milioni di elettori provenienti da 28 stati, le elezioni in India rappresentano l’appuntamento elettorale più grande e logisticamente complesso dell’anno. Si vota in sette fasi con un processo che durerà 44 giorni totali e per cui verranno impiegati circa 15 milioni di scrutatori in oltre un milione di seggi. Inoltre, si prevede lo spostamento di 5,5 milioni di macchine per il voto elettronico e di 300 mila militari delle forze di sicurezza federale.
Questo appuntamento vedrà protagonisti i cittadini indiani con almeno 18 anni e iscritti alle liste elettorali, i quali dovranno eleggere i 543 membri della Lok Sabha, la camera bassa del parlamento indiano, in carica poi per i prossimi 5 anni. Affinché si possa formare una maggioranza di governo e nominare un primo ministro, un partito o una coalizione avrà bisogno di aggiudicarsi almeno 272 seggi.
Un terzo mandato per Narendra Modi?
Narendra Modi è l’attuale primo ministro indiano. In carica dal 2014, leader politico e guru religioso, Modi spera di assicurarsi un terzo mandato. Di umili origini, ha iniziato la sua carriera politica nel RSS, l’anima movimentista e paramilitare hindu di estrema destra del BJP, il Partito del Popolo Indiano. Quando venne eletto, dieci anni fa, promise prosperità e una nuova India, risultati che sono attestati oggi dalla crescita economica e dalla posizione del Paese a livello internazionale.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica e il 2023 ha evidenziato svariati punti critici. Se è vero, infatti, che Modi ha portato prosperità economica, è anche vero che il suo secondo mandato è stato all’insegna di riforme politiche volte ad una trasformazione nazionalista induista di questo gigantesco stato federale. Vale la pena ricordare che nel marzo 2023, Rahul Gandhi, ad oggi principale sfidante del primo ministro, è stato espulso dal parlamento con l’accusa di diffamazione per aver affermato che Modi era un criminale. Successivamente, nel luglio 2023, tutta l’opposizione ha abbandonato il parlamento per la mancata volontà del governo di discutere delle violenze di matrice etnica scoppiate nello stato del Manipur tra i meitei, gruppo di religione induista, e la minoranza cristiana dei kuki.
Nonostante abbia portato ad un deterioramento delle libertà civili, rappresentando di fatto una minaccia per la democrazia, Modi rimane il leader più popolare al mondo, con un indice di gradimento di gradimento del 75% (Global Leader Approval Rating Tracker | Morning Consult)...