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G8 Agricoltura: Ong, "manca diritto al cibo e impegno economico concreto"
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"Indeterminante sugli impegni economici e finanziari mentre il richiamo al diritto al cibo non appare fra i 13 punti della dichiarazione". E' la critica del Comitato Italiano per la Sovranità alimentare (Cisa) alla dichiarazione finale del primo Vertice dei G8 sull'Agricoltura che si è concluso ieri a Cison di Valmarino in Veneto.
"Una dichiarazione che appare contraddittoria" - afferma la nota del Cisa. "Da una parte infatti c'è una importante presa di coscienza sulla centralità dell'agricoltura e della sicurezza alimentare nell'agenda internazionale, si riconosce il ruolo strategico dei produttori di cibo e l'imprescindibile necessità di coinvolgere le loro rappresentanze nella definizione delle politiche, si comprende che la crisi dei territori rurali si accompagna a quella ambientale e climatica, implicando che anche le soluzioni siano capaci di tenere insieme la complessità dei problemi nel quadro di tali priorità, si pone attenzione sulla corsa all'accaparramento delle terre in atto in tante zone del pianeta e si afferma la centralità della FAO e del sistema delle NU per quanto attiene alla governace agroalimentare globale".
"Dall'altra - continua il comunicato del Cisa - il documento resta indeterminante sugli impegni economici e finanziari, il richiamo al diritto al cibo non appare fra i 13 punti della dichiarazione e viene sostanzialmente contraddetto da un ulteriore invito alla liberalizzazione degli scambi internazionali, avallando regole internazionali che hanno ampiamente e drasticamente dimostrato di non funzionare e di contribuire all'aumento delle persone che soffrono la fame nel mondo.
"L’insistenza sulla global partnership appare in evidente contraddizione con la centralità riconosciuta alla FAO, e da parte nostra richiediamo una maggior chiarezza nella definizione dei ruoli e degli obiettivi di questo progetto e riteniamo che non si possa parlare di global partnership senza prevedere uno spazio nel quale i piccoli agricoltori di tutto il mondo possano portare le loro idee e richieste – commenta Sergio Marelli, Presidente del Cisa. La parte dedicata alla questione degli agrocarburanti sembra non tener in considerazione gli effetti delle politiche adottate proprio dai Paesi del G8 e i loro riflessi sulla sicurezza alimentare".
Nei giorni scorsi il ministro Zaia non ha incontrato nè le organizzazioni della società civile che hanno sottoscritto il documento "Il cibo al centro, l'agricoltura ovunque" (in .pdf) firmato dal CISA e dalla GCAP in rappresentanza di oltre 350 organizzazioni né i rappresentanti delle cinque reti africane che si sono riunite a Roma il 14 e 15 aprile che gli hanno fatto pervenire il loro documento, "Il ministro - continua Marelli - non sembra esser riuscito a introdurre nel documento i temi su cui si esprimeva alla vigilia del vertice ministeriale".
"Sulla speculazione finanziaria, che tanta parte ha avuto nella fiammata dei prezzi che ha caratterizzato la crisi alimentare, appare solo un evasivo e inconsistente richiamo; sul ruolo delle scorte, che il Cisa ritiene avere una importanza cruciale se controllate dalle istituzioni pubbliche in funzione dei sistemi di sicurezza alimentare, si rimanda a successive analisi e deliberazioni, senza vincolarle a chiari obiettivi; degli Ogm e della loro brevettabilità a scapito del diritto a produrre degli agricoltori non si fa alcun accenno" - conclude la nota del Cisa.
Anche ActionAid pur apprezzando il fatto che le dichiarazioni del ministro Zaia prendano in considerazione i risvolti critici che la produzione delle bioenergie ha sulla sicurezza alimentare mondiale, si era detta preoccupata nel percepire da parte dei Ministri riuniti ancora poca chiarezza sull’indirizzo che dovrà prendere la "rivoluzione energetica che partirà dai campi". "Molti paesi sviluppati - spiega ActionAid - hanno posto obiettivi ambiziosi per il consumo di biocarburanti, ma tali obiettivi non sono stati accompagnati dalla dovuta cautela sulle possibili conseguenze di questa nuova domanda di beni agricoli sui prezzi degli alimenti, sull’ambiente e le economie locali. La conseguenza del boom dei biocarburanti è che ad oggi 1,7 miliardi di persone che non hanno accesso sicuro al cibo si trovano oggi a competere con 650 milioni di automobili".
Per Oxfam International e Ucodep, nessuna proposta concreta è emersa dal G8 Agricoltura di Treviso per combattere la fame nel mondo. con un documento (in .pdf) le due organizzazioni non governative chiedono una convenzione internazionale legalmente vincolante. "I ministri dell'Agricoltura del G8 hanno ammesso che, con ogni probabilità, non riusciranno a mantenere la promessa di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015", si legge in una nota delle due organizzazioni che invocano un accordo internazionale che obblighi i governi a prendere le misure necessarie per sconfiggere la fame. "Nel documento finale dei ministri dell'Agricoltura si legge che il mondo è ancora molto lontano dal raggiungere l'Obiettivo delle Nazioni Unite: dimezzare il numero delle persone che soffrono di fame cronica entro il 2015. Mai prima i ministri erano andati cosi' vicini ad ammettere che non raggiungeranno questo Obiettivo del di Sviluppo del Millennio, uno degli otto obiettivi che i 152 stati membri dell'Onu Unite hanno concordato". [GB]