G8 Agricoltura: le reti di contadini africani chiedono riconoscimento e sostegno

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"Esigiamo che la comunità internazionale, e i paesi del G8 in particolare, diano prova della stessa mobilitazione avuta di fronte alla crisi finanziaria, dello stesso impegno e della stessa volontà, nel coniugare i loro sforzi per rilanciare la produzione agricola e per ridurre la povertà". Lo afferma il documento (in .pdf) di cinque reti contadine africane consegnato al Ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, che presiederà il 'G8 Agricoltura' che prende il via oggi a Cison Di Valmarino, in Veneto. I piccoli produttori, che rappresentano la quasi totalità della produzione agricola africana, chiedono con forza che sia sostenuto il loro ruolo e riconosciuta l'agricoltura familiare e rurale come via prioritaria nella lotta contro fame e povertà.

Le cinque reti regionali africane di organizzazioni contadine (ROPPA, EAFF, PROPAC, SACAU e UMAGRI) si sono incontrate nei giorni scorsi a Roma col supporto della campagna 'ItaliaAfrica-Terre Contadine' per affrontare le sfide regionali ed internazionali di sviluppo e di governance agricola. Da un anno queste reti stanno realizzando una piattaforma continentale delle organizzazioni contadine con lo scopo di dialogare con l'Unione Africana e con il Programma Globale di Sviluppo Agricolo della Nuova Partnership per lo Sviluppo Africano (NEPAD/CAADP).

Le reti dei contadini africani si rivolgono in primo luogo ai loro stessi governi e gli organismi intergovernativi regionali e continentali africani. "Tuttavia gli orientamenti politici delle istituzioni africane sono fortemente influenzati dalle decisioni prese nei forum globali. Questo accade particolarmente in un momento in cui la Comunità mondiale sta ponendo una grande attenzione alle questioni del cibo, con uno sguardo specifico sull'Africa, aprendo sia nuove opportunità, che sfide per il modello di agricoltura familiare che le reti degli agricoltori africani difendono" - affermano le reti contadine africane.

Le associazioni contadine riconoscono che "per la prima volta nella storia del G8 è stata dedicata una riunione specifica al tema dell’agricoltura: il tema principale dell'incontro è la sicurezza alimentare mondiale". "Il G8 Agricolo rappresenta una tappa importante verso l'istituzione di una Partnership Globale sull’Agricoltura e la Sicurezza Alimentare. Oltre alle questioni legate all’alimentazione e all'agricoltura, l'Africa è stata eletta a tema prioritario di tutto il G8" - sottolineano le associazioni. Tuttavia secondo gli agricoltori africani, "le istituzioni di Bretton Woods, che per anni hanno incoraggiato riforme politiche che hanno portato alla destrutturazione delle unità di produzione agricola in Africa, non possono assumersi la responsabilità di gestione dei fondi destinati al rilancio dell'agricoltura".

Un rilancio necessario visto lo scarso utilizzo delle terre coltivabili in Africa: solo il 27% effettivamente sfruttate su 42,5 milioni di ettari disponibili. Considerate le ingenti somme previste per fronteggiare la crisi finanziaria, le cinque reti chiedono che la comunita' internazionale "dia prova della stessa mobilitazione, dello stesso impegno e della stessa volontà nel coniugare gli sforzi per rilanciare la produzione agricola". Ma allo stesso tempo che i governi africani "rispettino il loro impegno nel destinare almeno il 10% del proprio budget nazionale all'agricoltura", come dichiarato in occasione del vertice dell'Unione Africana di Maputo.

Anche ActionAid ribadisce che "il G8 non può più sottrarsi alle proprie responsabilità nel garantire la sicurezza alimentare globale". "Le più recenti stime della FAO e della Banca Mondiale confermano che sono ormai oltre 1 miliardo le persone che soffrono la fame. Ciò significa che negli ultimi due anni, la crisi globale, economica e alimentare, ha spinto oltre 80 milioni di persone al di sotto della soglia dell’estrema povertà". "E' tempo di riconoscere - evidenzia Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid - che il modello agricolo orientato all’esportazione, basato sulla liberalizzazione e gestito dai proprietari terrieri, di piantagioni e dalle grosse società del settore agricolo e alimentare, è stato un fallimento. È sì necessaria una nuova ondata di investimenti, ma questi devono essere di natura diversa. È oltremodo urgente elaborare un nuovo modello di sviluppo agricolo".

ActionAid chiede ai Ministri dei G8 riuniti a Cison di Valmarino di impegnarsi per porre fine all’imposizione di regole commerciali, condizionalità di politica economica e speculazioni finanziarie che ostacolano i governi dei paesi in via di sviluppo nello sforzo di sostenere il settore agricolo e in particolare i piccoli agricoltori. Far aumentare progressivamente gli aiuti all’agricoltura e la produzione alimentare entro il 2012 stanziando almeno 21 miliardi di dollari dei 30 ritenuti dalla FAO indispensabili per rimettere in moto l’agricoltura dei paesi in via di sviluppo. Spostare gli investimenti in ricerca e sviluppo dagli Ogm a tecniche agricole ecosostenibili, in particolare quelle che vedranno aumentare la produzione alimentare dei piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo. Abolire gli aiuti alimentari e sostituirli con donazioni multilaterali o bilaterali in denaro per acquistare cibo a livello regionale o locale, massimizzando l’efficienza dell’utilizzo delle scarse risorse e sostenendo lo sviluppo dei mercati regionali e locali. [GB]

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