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Crisi: parola d’ordine “dare dignità a chi fa economia dal basso”
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La crisi viene da fuori o dall'alto?
Parlando di crisi le cause e le soluzioni vengono relegate ad un affare da “piani alti”, quelli dei grandi gruppi bancari, degli organismi internazionali, delle stanze governative. Ma più in basso, “sulla strada”, esiste un motore alimentato da piccoli commercianti, coltivatori diretti, massaie, artigiani, immigrati, pensionati attivi.
I due piani non sono in contrapposizione l'uno contro l'altro, ma una visione completa del sistema economico non può prescindere dal considerarli entrambi. La Banca Mondiale e il mercato sotto casa, il blackberry e il sacchetto del pane.
Durante il periodo più profondo della crisi convenivamo tutti che vi sono state responsabilità sia da parte del top manager in giacca e cravatta che del fornaio in grembiule. Anche quest’ultimo, forse, ha tentato di vivere al di sopra delle proprie possibilità. Convenivamo, anche, che dei due preferivamo il secondo che produceva ricchezza con il lavoro e non denaro con denaro.
Parola d’ordine per noi di Unimondo era “dare dignità a chi fa economia dal basso”. Con strumenti e strutture di successo. Pensiamo al commercio equo, alla microfinanza, allo slow food, ai gruppi di acquisto solidale, all' agricoltura biologica, alle filiere corte, alla responsabilità sociale d'impresa, al last minute market. Strumenti economicamente convenienti (in quanto sostenibili), ancor prima che eticamente preferibili. Sia dagli economisti che dalle massaie. Nel pieno buio s’è addirittura rispolverata la finanza etica o la finanza degli istituti di credito cooperativo che riversano nelle comunità di raccolta i benefici e non s’azzardano a rientrare nelle liste delle banche armate.
Purtroppo, secondo Piero Veronese di Repubblica, nell’ultimo numero di È Africa (in pdf) il declino degli indicatori sta timidamente arrestandosi e anzi accenna un barlume di ripresa. Evviva. per tutto il 2008-2009 abbiamo pubblicato fiumi di articoli dicendo che bisognava cambiare, in favore di una concezione più etica dell’economia. Invece il primo sintomo della ripresa è il ritorno dei bonus miliardari ai supermanager. Agli stessi che l’hanno causata. I piani bassi stanno per essere nuovamente esclusi.
Fabio Pipinato