Cinque cose da sapere sui minerali dell’energia pulita e sul loro sporco processo di estrazione

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Se il mondo vuole davvero abbandonare i combustibili fossili e passare all’energia rinnovabile, dovrà estrarre – e riciclare e riutilizzare – molti più minerali rari.  E’ uno dei temi in discussione alla sesta sessione dell’United Nations Environment Assembly (UNEA-6) in all’United Nations environment programme a Nairobi e durante la quale gli ricorderanno che l’estrazione di questi minerali può essere un processo sporco, che devasta l’ambiente e comporta spesso violazioni dei diritti umani, mentre i delegati cercheranno di individuare azioni, buone pratiche e soluzioni avanzate per l’estrazione sostenibile dei minerali e dei metalli strategici.

In occasione dell’UNEA-6, UN News ha pubblicato un’agile guida  sui “minerali della  transizione energetica” e per capire come possiamo limitare i danni causati dalla loro estrazione.

1 Minerali della  transizione energetica: cosa sono e dove si trovano

I minerali della transizione sono sostanze naturali ideali per l’uso nelle tecnologie rinnovabili. Litio, nichel e cobalto sono componenti fondamentali delle batterie, come quelle che alimentano i veicoli elettrici. Gli elementi delle terre rare fanno parte dei magneti che fanno girare le turbine eoliche e i motori elettrici. Rame e alluminio sono utilizzati in grandi quantità nelle linee di trasmissione di energia.

Si trovano nelle rocce di tutto il mondo, ma una manciata di paesi e aziende ne controllano l’estrazione: la Cina estrae la maggior parte dei materiali delle terre rare, l’Indonesia estrae la maggior parte del nichel, la Repubblica Democratica del Congo produce la maggior parte del cobalto. Molti minerali legati alla transizione energetica si trovano anche in un gruppo di Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare, alcuni dei quali sono tra le nazioni meno sviluppate del mondo.

2 Il mercato dei minerali per la transizione energetica sta crescendo in modo massiccio

Il passaggio a un sistema energetico pulito porterà a un enorme aumento della necessità di questi minerali. Secondo l’International energy agency, tra il 2017 e il 2022, la domanda di litio è triplicata, la domanda di nichel è aumentata del 40% e la domanda di cobalto è aumentata del 70%.

Se il mondo vuole passare davvero alle energie rinnovabili e raggiungere le emissioni net zero di gas serra, l’utilizzo dei minerali della ransizione energetica dovrà aumentare di 6 volte entro il 2040. Questo spingerebbe il valore di mercato dei minerali di transizione a oltre 400 miliardi di dollari.

3 Le economie dei Paesi ricchi di minerali potrebbero trarne vantaggio 

Con politiche e salvaguardie efficaci, l’estrazione di queste sostanze potrebbe dare il via a una nuova era di sviluppo sostenibile, creando posti di lavoro e aiutando i Paesi a ridurre la povertà. Ligia Noronha, segretaria generale aggiunta delle Nazioni Unite e capo dell’ufficio di New York dell’Unep, afferma che «Nelle giuste condizioni, per alcuni paesi, i minerali della transizione energetica potrebbero essere assolutamente trasformativi».

4 Ma ci sono diverse preoccupazioni

«Non possiamo ripetere gli errori del passato con uno sfruttamento sistematico dei paesi in via di sviluppo ridotti alla produzione di materie prime di base», ha recentemente avvertito il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. I gruppi per i diritti umani hanno messo in guardia contro le violazioni dei diritti umani in tutto il settore, comprese le miniere nei Paesi in via di sviluppo. In alcuni siti sono stati segnalati anche casi di lavoro forzato.

Se condotta in modo non sostenibile, l’attività mineraria può devastare l’ambiente, provocando deforestazione, inquinamento delle acque e quel che è noto come dewatering. Tanto per fare un esempio, per estrarre una tonnellata di litio sono necessari 2 milioni di litri d’acqua. Ma circa il 50% della produzione globale di rame e litio è concentrata in aree con scarsità d’acqua...

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