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Acli, un piano contro la povertà
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Nel mondo. In un mio precedente pezzo (1+1=2) scrivevo che v’è 1 miliardo di affamati e, altresì, 1 miliardo di “tubi digerenti” costretti a frequentare centri commerciali la domenica, a sorbirsi 4 ore di Tv spazzatura giorno ingoiando fast food. Insomma 1+1=2 miliardi di malnutriti. Un terzo d’umanità che soffre d’“assenza d’equità” e “politiche redistributive”.
In Europa 6-5=1. Sono ancora 80 milioni coloro che hanno difficoltà a soddisfare i bisogni di base. La situazione è aggravata dalla crisi economica che potrebbe avere ripercussioni sociali di lungo termine. Il diritto a "vivere dignitosamente" è riconosciuto come diritto fondamentale dall'Unione Europea. Eppure 1 cittadino europeo su 6 vive in condizioni di povertà e non è un caso l’istituzione nel 2010 dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
Il rapporto Eurostat sulla povertà e l'esclusione in Europa distingue fra la povertà "estrema" e la povertà "relativa". La prima è l'impossibilità di soddisfare i bisogni di base: il nutrimento, l'acqua potabile, la salute, l'alloggio, l'educazione. Questa condizione tocca alcuni gruppi sociali in Europa, particolarmente i Rom in diversi paesi UE.
In Italia 1 su 7 è povero ma al sud si arriva all’1 su 4. Secondo l’Istat, infatti, sono quasi 3 milioni le persone in povertà assoluta, cioè prive di uno standard di vita minimamente accettabile. A loro, il 5 per cento della popolazione, si affiancano gli oltre 8 milioni di persone in condizione di povertà relativa. La situazione più grave la si registra per le famiglie residenti in Sicilia e in Basilicata, dove i poveri sono 3 su 10 dei residenti. Per quanto riguarda l'intero Mezzogiorno l'incidenza complessiva di povertà è del 23,8%. Molise, Abruzzo, Campania e Calabria sono peggiorate rispetto agli anni precedenti.
Ma povertà è sinonimo di ignoranza. Un altro dato, anch’esso preoccupante, viene dalla cultura. 3+7=10. Per Tullio de Mauro, nella sua ultima fatica (La cultura degli italiani” - edizioni Laterza) “solo 3 italiani su 10 legge un quotidiano e almeno un libro all’anno. 3 su 10 ha confidenza con internet e sempre 3 su 10 capisce sommariamente le comunicazioni della sua banca”.
Umberto Folena aggiunge che 3 italiani vanno a teatro, ai concerti ed al cinema non soltanto a Natale per il cinepanettone; 7 si accontentano della tv generalista dei quiz, dei talk e dei serial. Mentre 3 sanno esercitare pensiero critico esprimendo giudizi personali motivati 7 sono facilmente manipolabili, anche se di sé pensano l’esatto contrario. I primi 3 sono consumatori mediamente responsabili mentre i restanti 7 sono docili alla seduzione dell’advertising ed inclini a seguire le mode; spesso sono consumatori compulsivi. Si giocano la vita al gratta e vinci o al superenalotto aumentando l’indigenza.
Le ACLI rispondono puntuali a quanto sopra con la COP di Milano (8-10 aprile) con un "Piano 2010-2013 contro la povertà assoluta" da presentare alla politica. Da Alfano a Formigoni. Chiuderà la convention, non a caso, il card. Dionigi Tettamanzi che di povertà sia materiale che culturale ha qualcosa da dire. A coloro che hanno perso le “regionali” non converrebbe, forse, partire da questi numeri per rilanciare un’iniziativa politica diversa da altri provando a stornare i quasi 5 miliardi di euro pro armamenti per iniziative contro la povertà assoluta?
Fabio Pipinato