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L’infanzia oggi è negata
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Foto: Unsplash.com
Nonostante i ben 54 articoli della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia che garantiscono a ogni bambino (e bambina) il diritto alla protezione, alla salute, all’istruzione, a un ambiente familiare sicuro e al rispetto della propria identità, alla protezione da violenza, sfruttamento e discriminazione.
Nonostante sia il trattato internazionale sui diritti umani più ratificato al mondo, con 196 Paesi aderenti (inclusa la Città del Vaticano e la Palestina), ossia tutti ad eccezione degli Stati Uniti.
Nonostante sia in vigore da 35 anni, dal settembre 1990.
Nonostante ricorra oggi la Giornata mondiale dell’infanzia in memoria della data di adozione della Convenzione, ossia il 20 novembre 1989.
Nonostante quanto sopra detto, l’infanzia oggi è negata.
Dai dati delle guerre innanzitutto. Bambini morti in conflitti armati. Ma anche bambini feriti, mutilati, resi orfani, costretti a lasciare le proprie case, stuprati, affamati, terrorizzati nel corso delle guerre.
In Palestina ad oggi sono 20mila i bambini uccisi e 71mila versano in condizioni di malnutrizione acuta a seguito degli ultimi due anni di guerra. In Ucraina si contano 2500 bambini uccisi e a più di 4 milioni sono negati i diritti sanciti dalla Convenzione per l’accesso al cibo, alla casa, all’istruzione, a un abbigliamento adeguato, al riscaldamento nelle abitazioni. In Sudan si contano più di 14 milioni di bambini che combattono per l’accesso ai beni essenziali lottando contro la fame, le malattie e le violenze diffuse (anche sessuali). In Repubblica Democratica del Congo milioni di bambini sono sfruttati nelle miniere illegali e tanti altri rischiano il reclutamento forzato nelle milizie armate. In Afghanistan 3,5 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta.
Anche se lontana da guerre e insicurezze, l’infanzia oggi è negata.
Dalle società del benessere. Bambini intesi come consumatori: di attività, abbigliamento, servizi, giochi, intrattenimento. Bambine truccate e sessualizzate in trasmissioni tv e nelle pubblicità, assunte a modelli per le generazioni più giovani. Bambini alle prese esclusivamente con sport, dinosauri e giochi armati, in una netta ripartizione di genere dei giochi che poco lascia spazio alla libera esplorazione del divertimento da parte dei bambini.
Nel mondo dell’high tech e dell’intelligenza artificiale, l’infanzia oggi è negata.
Dalla tecnologia che rimpiazza le relazioni, dentro e fuori la famiglia. Genitori e nonni perennemente attaccati agli smartphone e bambini messi ai margini di questo modello fino a entrare nel club dei “possessori di cellulare” in un’età sempre più giovane, con tutti i rischi dettati da un’immaturità sull’accesso a internet e ai social media.
In un futuro sempre più fosco per il genere umano, l’infanzia oggi è negata.
Da un futuro incerto messo a repentaglio dai cambiamenti climatici, da consumi ogni anno sempre più alti che superano il limite di rigenerazione delle risorse naturali della Terra, da un mondo dove i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi con un ascensore sociale fuori uso da tempo, da giochi politici in un mondo multipolare fatti anche da minacce nucleari, dai timori per un uso improprio della tecnologia dirompente che sembra annullare la verità dei fatti.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in un breve messaggio rilasciato per la Giornata mondiale dei bambini 2025, tocca tutti questi punti ricordando come i diritti umani riconosciuti ai bambini devono essere universali, validi a prescindere di dove si vive, delle condizioni economiche dei genitori o della religione professata. “La Convenzione sui diritti dell’infanzia è il trattato più ampiamente ratificato della storia. Firmata esattamente 36 anni fa, afferma una verità semplice: quando proteggiamo i membri più giovani della famiglia umana, costruiamo un mondo migliore. Ma in questo momento, i diritti dei bambini sono sotto attacco. La povertà e le emergenze stanno privando molti bambini del diritto all’istruzione. Il caos climatico sta mettendo a rischio il futuro. E nuove minacce si nascondono nel mondo online. Troppi bambini portano già pesi ben oltre la loro età, lavorando per guadagnare o prendendosi cura dei fratelli. E la fame e la guerra hanno privato migliaia del diritto più fondamentale di tutti: il diritto alla vita. Le condizioni di ogni bambino sono uniche. Ma ogni bambino ha gli stessi diritti, indipendentemente da chi sia o da dove viva. In questa Gionata mondiale dei bambini ascoltiamoli. E amplifichiamo le loro voci mentre difendono i loro diritti. Il futuro è definito da come ci prendiamo cura della prossima generazione. Dobbiamo unirci per costruire un mondo sicuro e giusto per ogni bambino.”
Oggi non bastano celebrazioni, hashtag o dichiarazioni di principio. Le norme internazionali e nazionali in materia ci sono, gli impegni a rispettarle da parte di tutti gli Stati anche. Quello che manca è la volontà politica, sociale e culturale di mettere davvero i bambini al centro. Finché l’infanzia sarà considerata una variabile accessoria – sacrificabile nelle guerre, sfruttabile nelle economie, manipolabile nei media, marginale nelle agende pubbliche – nessuna ricorrenza potrà colmare il divario tra ciò che è scritto e ciò che si fa.
Proteggere l’infanzia non è un atto di bontà. È la condizione minima per avere un futuro che abbia un senso.
Miriam Rossi
Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.






