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ALTRO MODO: “Liberi di creare”
Salute mentale
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Grafica a cura di Ayla Parisi
ALTRO MODO. Soluzioni diverse a problemi comuni è un podcast mensile di Unimondo, un progetto di Fondazione Fontana Onlus. Testi e voce narrante sono di Michele Simeone. Grafica a cura di Ayla Parisi. Musica di BoDleasons, tratta da Pixabay con licenza Pixabay.
Questo mese parliamo dell’atelier Ultrablu a Roma, uno spazio di condivisione e convivenza in cui giovani neurodivergenti e neurotipici possono esprimere liberamente il loro talento artistico. Per Ultrablu hanno partecipato Virgilio Mollicone, professore di arte e fondatore dell’atelier Ultrablu e Michele Anselmo, artista dell’atelier Ultrablu.
BUON ASCOLTO: https://www.spreaker.com/episode/liberi-di-creare--59217107
Liberi di creare
Nel 1998, la sociologa Judy Singer utilizzò per prima il termine neurodiversità per indicare l’ampia variabilità neurologica tra le persone, proprio come il termine biodiversità indica le molte forme in cui la vita si manifesta.
Un’immagine di questa variabilità l'abbiamo con le cosiddette neurodivergenze, come l’autismo, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, o anche la dislessia: tutti esempi di uno sviluppo neurologico differente rispetto alla maggioranza della popolazione, quella definita neurotipica.
Purtroppo questa differenza può venir interpretata come una “mancanza”, che ha portato per molto tempo a considerare le neurodivergenze delle condizioni patologiche, come tali da “curare”, da normalizzare, cosa che ha portato anche a uno spinto assistenzialismo e un’esclusione dagli spazi d’espressione.
Osservando il compiersi di questo processo di normalizzazione anche nelle opere d’arte di alcuni studenti neurodivergenti, Virgilio Mollicone, docente presso un liceo artistico di Roma, decide di creare un luogo in cui potessero essere liberi di esprimersi in autonomia e senza imposizioni o accompagnamenti, diventando così protagonisti.
Fonda così l’atelier Ultrablu, un luogo di valorizzazione e condivisione per persone neurodivergenti con talento artistico
V. M. "Mi piacerebbe farvi vedere lo sguardo di queste persone quando entrano per la prima volta dentro Ultrablu e si rendono conto che sono esattamente come tutti quanti gli altri. Nessuno li attenziona per quello che sono, ma vengono accolti da un'atmosfera di curiosità, di immediato coinvolgimento e complicità e questo li spiazza letteralmente. Perché sono sempre abituati a vedere qualcuno che offre loro delle attività, che spesso impone delle attività, che li guida nei vari esercizi. Qui da noi tutto questo non accade, accade del dialogo, si costruisce veramente nella relazione e nella convivenza di questo spazio.
[...]
Va creata proprio una cultura, e vanno creati dei luoghi: magari Ultrablu venisse replicato in altri luoghi, non solo nelle città, in tutti i quartieri, in tante case. Perché è un processo proprio di attenzione, di ascolto prima di tutto, nei confronti di queste persone per quello che sono, senza l'obiettivo di interferire sulla manifestazione di queste persone. Poi, ci mancherebbe, l’assistenza ci deve essere: alcune situazioni devono essere accompagnate da persone che sono in grado di farlo. I logopedisti bravi fanno miracoli, ci sono dei terapeuti straordinari, ne abbiamo conosciuti tantissimi veramente validissimi, ma non può essere solo questo. A queste persone va data stima, va fatto capire che sono in grado di esercitare un controllo su se stessi in totale autonomia. Perché non glielo ha mai detto nessuno, di fatto c'è sempre stato qualcuno che si è occupato di queste persone per qualsiasi attività: è troppo, è troppo.”
Uno dei risultati di questo approccio si manifesta nell’accesso all’atelier Ultrablu: solo in rarissimi casi le persone neurodivergenti arrivano autonomamente, proprio perché disabituate a qualunque tipo di iniziativa.
Per andare contro a questa tendenza, all’atelier accedono solo ragazze e ragazzi che manifestano personalmente la volontà di frequentarlo, e questo sempre senza genitori, tutori o assistenti di sorta, proprio per permettere il grado massimo di autonomia e libertà di espressione.
Per gli artisti che frequentano l’atelier non esistono programmi o attività scandite, ognuno esprime il proprio talento artistico nella maniera che ritiene migliore senza imposizioni, potendo cimentarsi con una varietà di tecniche e stili differenti, arti grafiche e pittoriche analogiche, ma anche disegno digitale e animazione.
Nell'atelier, situato nel centro di Roma, lavorano simultaneamente fino a 12 artisti, sia neurodivergenti che neurotipici, in uno spazio di condivisione creativa, in cui ci si accompagna in un percorso di libertà, come ci racconta Michele Anselmo, artista dell’atelier Ultrablu:
M. A. “… è un modo per relazionarmi con gli altri, per condividere questa passione, che abbiamo un po' noi che stiamo qui dentro, per l'arte del mondo della neurodivergenza e scambiarsi delle idee. Quindi insomma stare qui all’Atelier di Ultrablu mi ha fatto, in un certo senso, rinascere : mi sento quasi a casa, condivido e sento che ci capiamo a vicenda nel nostro percorso, nel nostro fare artistico senza giudizio, senza livello, siamo tutti allo stesso livello, ognuno mette se stesso per quello che è, per quello che è capace di fare e di realizzare.
[…]
Non mette dei freni, non mette dei limiti all'estro artistico che ognuno di noi ha, ognuno a modo suo, ma lascia libero spazio a tutti di esprimersi come meglio credono, senza vincoli di nessun tipo. E io la considero una cosa importantissima, per noi e per tutti ovviamente.”
Oltre alla parte dedicata all’atelier, che occupa poco più della metà della superficie dei locali, lo spazio adiacente all’ingresso è adibito a galleria, in cui vengono esposte sia le opere prodotte nell’atelier che opere di altri artisti.
A completare questa parte del locale ci sono anche una libreria e un piccolo bar, in modo da renderlo punto focale per la socializzazione.
V. M. "Questa è una delle attività che fa Ultrablu: al di là dell'arte è proprio il dare importanza alla socializzazione, perché queste persone, adesso utilizzerò questa parola, hanno bisogno di normalità. Hanno bisogno di uscire, prendersi una cosa in autonomia, di partecipare ad una festa, ad un concerto, ad una serata, ballare come fanno tutti quanti. Dentro Ultrablu sanno che lo possono fare in totale tranquillità, perché, anche se ci mette un quarto d'ora a dire una comanda o a chiedere una cosa, non c’è nessun problema, diamo tutto il tempo che vogliamo e non mettiamo nessun tipo di ansia, non giudichiamo in alcun modo qualsiasi tipo di comportamento.”
Uno degli obbiettivi dell’associazione è permettere e favorire una crescita professionale che possa trasformare le idee in opportunità lavorative, ad esempio partecipando a progetti e bandi dove, dalla scrittura alla realizzazione, il progetto viene condiviso fra artisti neurodivergenti e neurotipici.
Ultrablu ha una propria casa editrice, di cui la maggior parte dei libri pubblicati è stata scritta interamente da artisti neurodivergenti. La volontà è quella di arrivare a produrre anche libri fruibili da persone che, al momento, sono escluse dal mondo letterario, non per loro mancanze, ma perchè i libri non vengono scritti per la loro capacità di lettura, per il loro modo di vedere le cose
L’autonomia nell’accesso alla cultura, così come l’autonomia economica, sono primi capisaldi dell’autodeterminazione, altro importante valore dell’associazione:
V. M. “Questo è un modo di lavorare, guadagnano dei soldi. Stiamo per cominciare anche a mettere su uno shop attraverso il nostro sito, dove venderemo i prodotti di queste persone. Noi dobbiamo dare un sostegno economico a queste persone: loro danno un contributo per frequentare l'atelier, che mette a disposizione tutto il materiale, e noi stiamo lavorando con alcuni di loro, con chi ha la possibilità, per farli arrivare a trovare un lavoro. Questo è fondamentale: dare una garanzia di autonomia, perché puoi avere casa, puoi avere tutto, ma se non c'è una fonte di reddito è difficile lavorare in autonomia. Il reddito più bello è quello che ti viene riconosciuto per via del tuo lavoro, questa è la cosa che ti fa stare meglio. Attraverso il lavoro c'è la vera emancipazione, la vera autodeterminazione.
L’atelier Ultrablu rivendica una possibilità che alle persone neurodivergenti spesso viene negata: uno spazio di libertà, lontano dalle pretese di una cosiddetta normalità, un concetto più statistico che umano, in cui poter essere protagonisti del proprio percorso, non solo artistico.
La convivenza fra artisti neurotipici e neurodivergenti ci mostra, ancora una volta, una possibile idea di società, in cui non serve inclusione perché nessuno viene escluso e tutti possono avere accesso alle stesse possibilità.
Le molte opere d’arte degli artisti di Ultrablu, proprio come le diverse fioriture in un colorato prato primaverile, ci ricordano che la diversità, sia essa biodiversità o neurodiversità, sta alla base della bellezza nel mondo.
Michele Simeone

Sono Michele Simeone, nato in provincia di Trento nel 1992. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali all’Università di Padova, ho poi conseguito un master in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna presso l’università di Parma, assecondando la mia passione per la montagna e la natura. Dopo gli studi ho lavorato per 5 anni in un vivaio a Riva del Garda e ho ritrovato il mio interesse per la comunicazione durante la pandemia di Covid19, avvicinandomi al mondo dei podcast. Con duei amici ho creato Bestiacce, un podcast di divulgazione scientifica in chiave goliardica e per SanbaRadio di Trento ho preparato Terra Terra, un programma in 6 puntate sulla cura delle piante domestiche. Per Unimondo scrivo e registro Altro Modo, il mio primo podcast di giornalismo.