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Mondo: combattere la lebbra e la discriminazione dei malati
Malattie dimenticate
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In occasione della 53a Giornata mondiale dei malati di lebbra l'Aifo ha diffuso un appello lanciato da sette personalità del mondo ai Capi di Stato e di Governo per porre fine allo stigma e alla discriminazione contro le persone affette dalla malattia. "L'ignoranza e l'incomprensione determinano pregiudizio e atteggiamenti discriminatori che rimangono fermamente radicati come costume e tradizione. Conseguentemente i pazienti, le persone curate e le loro famiglie soffrono lo stigma e la discriminazione. Questo limita le loro opportunità di educazione, impiego e matrimonio, e restinge il loro accesso ai servizi pubblici" - affermano i firmatari dell'appello. Jimmy Carter (ex Presidente degli Stati Uniti), Vaclav Havel (ex Presidente della Repubblica Ceca), Yohei Sasakawa (Presidente della Nippon Foundation), Elie Wiesel (Presidente della Fondazione Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace), Dalai Lama (Premio Nobel per la Pace), Olusegun Obasanjo (Presidente della Repubblica Federale di Nigeria) e Desmond Tutu (Arcivescovo emerito di Cape Town, Premio Nobel per la Pace) ricordano l'articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che dichiara che "tutti gli esseri umani sono nati liberi ed eguali in dignità e diritti umani".
Questo articolo, comunque è senza significato per le persone affette dalla lebbra, che continuano a soffrire la discriminazione. "Ci appelliamo alla Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani per porre questo argomento nella sua agenda, e chiediamo che esso ispiri principi e linee guida che i governi seguano per eliminare ogni discriminazione contro le persone colpite dalla lebbra. Sollecitiamo ancora i governi a considerare seriamente questo tema e ad agire per migliorare la situazione presente con urgenza. Infine, chiamiamo le persone di tutto il mondo a cambiare la loro percezione e costruire un ambiente in cui i malati di lebbra, le persone curate e le loro famiglie possano condurre vite normali, libere dallo stigma e dalla discriminazione" - conclude l'appello. Si stima che più di 6 milioni di persone subiscano oggi le conseguenze fisiche e sociali della malattia.
La ricorrenza ha assunto quest'anno un significato particolare alla luce della recente adozione da parte dell'Organizzazione mondiale della Sanità di una nuova strategia nella lotta contro la lebbra. "Il documento strategico per il triennio 2006-2010, infatti, segna una svolta nella politica dell'OMS contro la malattia, caratterizzata fino ad oggi da un approccio semplicemente statistico" - informa l'Aifo. Il documento introduce un nuovo approccio centrato sulla persona e sulla comunità, adottando il principio della salute globale, da sempre sostenuto dall'Aifo come l'unico approccio in grado di tutelare realmente la salute e la dignità delle persone.
Il papa Benedetto XVI ha rivolto oggi un saluto a tutte le persone colpite dalla malattia ed un incoraggiamento ad operatori e volontari impegnati, in tutto il mondo per combattere l'hanseniasi. Ricordando l'opera di Raoul Follereau e delle associazioni che a lui si ispirano, il Papa ha sottolineato lo stretto collegamento esistente tra il persistere di questa malattia e i gravi squilibri sociali che penalizzano larga parte dell'umanità. [GB]