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Lebbra: Giornata mondiale della malattia dimenticata
Malattie dimenticate
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"Lebbra, una malattia dimenticata". Con questa frase l'Aifo ha promosso la 55a "Giornata mondiale dei malati di lebbra" che si è svolta in una campagna di sensibilizzazione, educazione e informazione culminata ieri domenica 27 gennaio 2008 nella celebrazione della giornata istituita da Raoul Follereau e riconosciuta ufficialmente dall'Onu.
Sono ancora 259mila i nuovi casi di lebbra registrati ogni anno, pari a circa 750 casi al giorno: attualmente circa 10 milioni di persone hanno la vita segnata dalla malattia, benché da essa si possa guarire. Solo il Brasile conta 44.500 nuovi casi ogni anno, di cui il 15% è composto da bambini al di sotto dei 15 anni: ma la malattia (il cui nome esatto è "morbo di Hansen") affligge milioni di persone in Africa, Sudamerica, India e Cina.
"La lebbra è oggi una malattia dimenticata come dimenticate sono le persone che ne sono colpite: ignorate da un mondo troppo indaffarato a seguire le mode per potersi occupare di chi soffre di un male, come la lebbra, che colpisce solo chi è già vittima di povertà, emarginazione sociale e negazione dei diritti fondamentali" - afferma l'Aifo (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) che dal 1961 attraverso l'azione di gruppi spontanei di volontari si è mobilitata nella lotta contro la lebbra e contro tutte le lebbre, cioè contro le forme più estreme di ingiustizia ed emarginazione.
Ieri i volontari dell'Aifo hanno promosso in quasi mille piazze italiane eventi di sensibilizzazione e raccolta di fondi attraverso la vendita del "Miele della solidarietà", un prodotto proveniente dal circuito del Commercio equo e solidale, la cui diffusione sostiene e appoggia i piccoli produttori della Croazia. I proventi della vendita saranno utilizzati per il finanziamento di progetti di cura e formazione per personale medico e paramedico, per l'acquisto di farmaci e per sostenere piani di riabilitazione e di tutela dei malati. E' ancora possibile sostenere l'iniziativa e fare donazioni attraverso il sito dell'Aifo. [GB]