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Emergenza fentanyl in arrivo anche in Italia?
Malattie dimenticate
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Foto: Tristan Sosteric da Unsplash.com
Dopo che è stata sgominata una banda di Piacenza che importava fentanyl, per fare il punto VITA ha intervistato Riccardo Gatti, medico specializzato in psichiatria e tra i massimi esperti in Italia del fenomeno emergente, quello legato alle nuove droghe e di fronte al quale il nostro sistema sociosanitario rischia di farsi trovare impreparato.
Negli Stati Uniti l’epidemia di fentanyl (oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell’eroina) sta rivoluzionando il mondo della politica. Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha annunciato una nuova task force per trattare le morti legate agli oppioidi come omicidi. «La crisi ha causato troppe vittime e i trafficanti di fentanyl devono essere ritenuti responsabili per omicidio», ha affermato.
Insieme all’Oregon che ha legalizzato anche il consumo dell’eroina, la California è lo stato dove il fentanyl ha fatto più morti. Il sindaco di San Francisco, città californiana dove il fentanyl è l’emergenza, la democratica London Breed ha dichiarato: «le persone devono essere informate che lo spaccio potrebbe portare ad accuse di omicidio».
Gli Stati Uniti hanno annunciato a metà novembre un accordo con la Cina ma, a detta degli esperti, i risultati concreti saranno minimi, soprattutto perché oramai i precursori chimici per produrre la nuova droga arrivano un po’ da ovunque.
Dall’Italia, per esempio, l’ultima notizia è che da Piacenza sono passate “in transito” 100mila dosi di fentanyl. Per fare il punto, VITA ha intervistato il professor Riccardo Gatti, medico specialista in psichiatria esperto di dipendenze.
Da attento osservatore che percezione ha avuto di questa nuova droga che sta arrivando anche in Italia?
La situazione è strana. È come se si fosse in attesa che debba succedere qualcosa. Ad oggi il fentanyl non sembrerebbe essere presente più di tanto nella distribuzione da noi. Glielo dico perché le overdosi in Italia non sono all’ordine del giorno. Anzi, sono relativamente poche. I numeri ufficiali del dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio sono molto contenuti. Il caso di Piacenza è però strano, anche perché i mercati sono diversi da quelli di una volta.
In che senso?
Si diceva che l’Italia era un Paese di transito sull’eroina anche tanti anni fa, poi abbiamo visto che era una bugia. Quindi la domanda è: perché sinora non si è diffuso da noi? Negli Usa il fentanyl è stato mixato ad altre sostanze e si è diffuso perché costa molto poco produrlo, si guadagna tanto e crea una forte dipendenza.
Per questo dico che la situazione è strana oppure “a valle” ci sono accordi diversi. Cioè, in Italia stanno andando molto bene la cocaina ed è in crescita il mercato del crac e forse i distributori locali dicono ‘Vabbè, ma io sto guadagnando bene su quello, perché devo cambiare?’ Questa è un’ipotesi, ma è molto debole secondo me...