Aifo: il Brasile cambia rotta nella lotta alla lebbra

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Ministero della Sanità brasiliano in un documento del 20 settembre riconosce che il calo del numero dei malati di lebbra in cura in Brasile negli ultimi anni "era un dato non corretto". Dietro pressioni internazionali, i responsabili del programma di eliminazione della lebbra avevano adottato diversi espedienti per far risultare dati più ottimistici rispetto alla realtà, al fine di ottenere il raggiungimento dell'obiettivo dell'eliminazione della malattia nei termini fissati dall'OMS. Tra l'altro, denuncia il documento, era stato deciso di basarsi sui numeri presenti nel sistema informatico sanitario nazionale al 15 gennaio dell'anno successivo invece che prendere i dati al 31 marzo. Con questo stratagemma il numero di nuovi casi di lebbra nel 2004 era sceso a 38.423 invece degli effettivi 51.000 - riporta l'Aifo.

"La strategia fondata sull'eliminazione della lebbra era stata approvata dall'Assemblea Mondiale della Sanità nel 1991. In quel periodo soltanto una piccola parte dei malati riceveva la polichemioterapia e molti malati non venivano diagnosticati, e l'obbiettivo della strategia era quello di assicurare che tutti i malati ricevessero la polichemioterapia per un periodo adeguato" - scrive Sunil Deepak per l'Aifo. "La parola "eliminazione" usata in questa strategia per parlare della cura dei malati aveva un significato molto particolare - significava "ridurre il numero di persone in cura specifica a meno di 1 per 10.000 persone", e non che la lebbra sarebbe scomparsa, anche perché l'obbiettivo non riguardava i nuovi casi di lebbra, ma solo i casi in cura" - nota il ricercatore.

Il raggiungimento di tale obbiettivo era stato fissato per il 2000, ma nel 2000 vi erano ancora 10 paesi dove "l'eliminazione" intesa come riduzione del numero dei malati in cura, non era ancora stata raggiunta. Le associazioni ILEP chiesero a livello internazionale che l'obiettivo dell'eliminazione fosse abbandonato in quanto creava confusione. Infatti diversi governi, convinti di aver "eliminato" davvero la malattia, avevano deciso di smantellare le attività di controllo della lebbra anche se il numero di nuovi casi di lebbra era rimasto più o meno invariato. La decisione finale fu invece di prolungare l'obiettivo fino al 2005 "per dare tempo ai 10 paesi di allinearsi". Come conseguenza, negli ultimi 7 anni molti altri paesi in linea con l'obbiettivo hanno dimenticato il significato specifico dato alla parola "eliminazione" e l'hanno inteso come "Eliminazione" vera e propria della malattia. Allo stesso momento, vi è stata forte pressione internazionale sui 10 paesi ritardatari affinché raggiungessero l'obiettivo.

India e Brasile erano le nazioni più importanti in questo gruppo di paesi i quali non erano riusciti a raggiungere l'obiettivo dell'eliminazione per l'alto numero dei malati. Durante le riunioni internazionali si era diffusa l'impressione che, se questi paesi non erano riusciti a raggiungere l'obbiettivo di eliminazione, non era a causa dell'alta endemia della malattia, ma perché i loro programmi di lotta alla lebbra non erano gestiti bene.

Questa forte pressione internazionale ha dato i suoi frutti. In India il numero di nuovi malati di lebbra ha iniziato a decrescere in maniera vertiginosa. Da più di 500.000 nuovi malati di lebbra all'anno nel 2002 si è passati a circa 150.000 nel 2006. Tutte le organizzazioni non governative e missionarie che lavoravano per il controllo della lebbra in India hanno avuto il veto di ricerca e di cura dei malati e il Governo ha deciso che questi servizi saranno svolti esclusivamente nei servizi sanitari statali. Alcuni scienziati internazionali legati all'ILEP e medici indiani hanno sollevato dubbi su un calo così preciso e drastico dei malati che non trova paralleli nella storia della malattia, ma queste critiche sono state ignorate. Alcuni esperti hanno ipotizzato che forse i numeri così alti di nuovi malati di lebbra in India in passato erano malati "falsi" registrati per sbaglio o eccessivo zelo del personale. Infatti, miracolosamente, nel dicembre 2005 l'India è riuscita a "eliminare" la malattia.

Anche il Brasile ha avuto un calo dei malati di lebbra negli ultimi 3-4 anni, ma ciò nonostante non è riuscita a raggiungere l'obbiettivo di eliminazione. In aprile 2007 il governo del presidente Lula, sotto pressione internazionale, ha deciso di cambiare i responsabili nazionali del programma lebbra. La dott.ssa Maria Leide, una leprologa con grande esperienza e ex consulente AIFO nello Stato di Bahia, è tornata ad essere la responsabile nazionale del programma lebbra. Dopo 4 mesi, il 6 settembre 2007 il Ministero della Sanità brasiliano si è espresso con un documento coraggioso che denuncia il calo artificiale dei malati di lebbra a causa della pressione internazionale e dichiara una nuova strategia, basata non su una falsa "eliminazione della lebbra", ma piuttosto su una seria lotta alla malattia.

Per esempio, il documento spiega che per ridurre il numero di nuovi malati durante l'anno, qualche anno fa era stato deciso di basarsi sui numeri presenti nel sistema informatico sanitario nazionale al 15 gennaio dell'anno successivo invece che prendere i dati al 31 marzo. Infatti con questo stratagemma il numero di nuovi casi di lebbra nel 2004 era sceso a 38.423 invece degli effettivi 51.000. Il caso della Tanzania era invece venuto alla luce già nel 2002, quando il nuovo responsabile del programma lebbra aveva confessato che continuavano ad esserci molti malati e il calo presentato per dimostrare di aver raggiunto l'eliminazione era fittizio.

Due studi indiani nell'ultimo numero della rivista Leprosy Review (giugno 2007) sollevano dubbi anche sull'affidabilità della situazione della lebbra in India. Uno studio portato avanti nella città di Agra dimostra che la reale prevalenza della malattia è 6 volte superiore a quella dichiarata ufficialmente. In un altro studio sul numero di nuovi malati di lebbra portato avanti in un villaggio per 23 anni, si dimostra che non vi è nessun significativo e improvviso calo nel numero dei nuovi casi.

L'OMS ha già deciso di non parlare più di eliminazione ma di controllo della malattia. "Resta da vedere se la coraggiosa decisione del programma lebbra in Brasile sarà seguito da altri paesi, i quali decideranno di fare i conti con la reale situazione della malattia" conclude l'analista dell'Aifo.

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