R.D.Congo: nuovo appello per un paese stremato

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"Un contributo di solidarietà a favore della pace, ma anche l'accelerazione di alcuni meccanismi di ripristino della legalità nella R.D.Congo": è la richiesta presentata al governo italiano in vista della presidenza dell'UE, dall'arcivescovo di Kinshasa, Frédéric Etsou Nzabi-Bamungwabi, presidente della Conferenza Episcopale congolese.

Pur essendosi costituito un governo di transizione, la violenza non si placa nel nord-est della R.D. Congo. e nei Grandi Laghi, non solo ad opera di hema e lendu, ma a causa degli scontri sanguinosi tra Ruanda e Uganda che non vogliono perdere il controllo delle ricchezze del Paese.

La guerra che sta devastando il paese ha prodotto sinora quattro milioni di vittime civili, oltre due milioni di sfollati e mezzo milione di rifugiati.

Alla base del conflitto si riconoscono gli interessi legati alle risorse minerarie nella RdC. Per contribuire a rallentare le violenze nel Paese lo scorso gennaio un gruppo di Ong europee ha chiesto l'embargo per le esportazioni di coltan. Quest' azione concretizza un'ipotesi della Commissione di esperti delle Nazioni Unite, che aveva chiesto al Consiglio di sicurezza di imporre sanzioni economiche contro società e personaggi politici che hanno "depredato le ricchezze" del Paese.

Nell'ultimo rapporto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull'Africa centrale si denuncia "l'impunità che caratterizza gran parte dei combattimenti e le conseguenti violazioni dei diritti umani e come questa dilagante impunità non possa più essere tollerata. Il Consiglio e la società civile congolese propongono perciò la costituzione di un tribunale penale per i crimini commessi nella Repubblica democratica del Congo, nonchè un embargo per l'importazione delle armi nella provincia nordorientale dell'Ituri.

Fonti: Nigrizia, Un News Centre, Solidarios, Missione Oggi;

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