Italia: più studenti stranieri a scuola ma meno all'università

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Nell'anno scolastico 2002-2003 gli alunni stranieri in Italia erano 232.766, circa 40 volte di più rispetto a 20 anni fa, quando se ne contavano poco più di 6.000. E' quanto emerge dall'ultima indagine, condotta dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, sulla presenza di alunni con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole.

"La presenza di questi ragazzi è un'opportunità per allargare le nostre vedute. Il multiculturalismo consiste nel riconoscimento che la realtà ha diversi piani di lettura", afferma Alessandro Musumeci, Direttore Generale del Servizio Automazione informatica e Innovazione Tecnologica del MIUR.

Rispetto agli altri paesi europei, l'Italia, come la Spagna, ha una popolazione scolastica straniera pari a circa il 2,95%; molto bassa se si paragona alla Francia con il 6%, alla Germania con il 9,7% e alla Gran Bretagna.

 

DAI DATI ISTAT:
Secondo gli ultimi dati dell'ISTAT nelle nostre scuole sono presenti studenti di 189 Paesi su 195 Stati nel mondo.
A Milano sono rappresentati 165 Paesi del mondo (al primo posto Filippine), a Roma 144, a Vicenza 108 (al primo posto Serbia e Montenegro), a Cremona 90 (al primo posto l'India).

Ma la distribuzione di questi alunni ovviamente non è omogenea, concentrandosi principalmente nelle città dove i genitori hanno la possibilità di trovare lavoro più facilmente. "Di fronte a questa realtà complessa" - ha spiegato Elena Besozzi, docente di Sociologia dell'Educazione presso l'Università Cattolica di Milano - "l'educazione interculturale si rivela una risorsa preziosa. Il problema è adeguare la formazione degli insegnanti ad operare in questi contesti per una reale integrazione, senza banalizzare le differenze". Proprio a questo approccio è chiamata oggi con urgenza la scuola italiana, che nel processo di integrazione gioca un ruolo fondamentale.

In calo invece il numero di studenti stranieri nelle università italiane: su 5.394 iscritti quest'anno, 3.228 provengono da paesi non comunitari. "I numeri più bassi in Europa, che diminuiscono rispetto al passato, perché manca una considerazione attenta e positiva nei confronti di questi universitari da parte delle autorità italiane", denuncia mons. Remigio Musaragno, presidente dell'Ucsei (Ufficio centrale studenti esteri in Italia).

Inoltre sono in drastico calo le borse di studio: 600, di cui 400 rinnovi. A questo proposito il Ministero degli Esteri ha dichiarato - riferisce Musaragno - che "non si giustificherebbe un impegno italiano in questo senso perché si è riscontrata la tendenza degli studenti a non fare ritorno nei paesi di origine". "Come se - nota Musaragno - il ritorno stesso non fosse reso più possibile proprio da una politica di valorizzazione dello studente internazionale, capace di promuovere e sostenere percorsi personalizzati di rientro, in un quadro di cooperazione con il suo paese di origine". [MB]

Altre fonti: Roma Intercultura.

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