Afghanistan: un circolo vizioso di violenza e abbandono

Stampa

"Che fine ha fatto l'Afghanistan?" chiede un comunicato di Medici Senza Frontiere (MSF) che denuncia la situazione di stallo nel paese asiatico. "Era stata offerta una certa stabilità, la fine delle fughe e del terrore per i sette milioni di persone fuggite dal paese nei due decenni di guerra brutale, un'opportunità di tornare a casa" - afferma il comunicato - "Ma due anni dopo il rovesciamento dei Talebani e l'investitura di un nuovo governo, sostenuto a Kabul dalla Coalizione guidata dagli Stati Uniti, gli afghani hanno ricevuto decisamente poco".

"Oggi l'Afghanistan è in un circolo vizioso di violenza e abbandono", dice Chantal de Montigny, coordinatrice sul terreno di MSF nel paese. "La ricostruzione promessa non è quella che si sperava. Nel frattempo vi sono milioni di rifugiati che tornano senza nessuna prospettiva". MSF denuncia come oggi l'Afghanistan non sia né sicuro né stabile. Gli scontri armati tra signori della guerra rivali o tra le forze della Coalizione e ciò che resta dei Talebani, sono sempre più frequenti. L'ISAF (International Security Assistance Force, Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza), incaricata dalle Nazioni Unite, non si avventura al di fuori di Kabul, ed è stata oggetto di aggressioni persino nella città.

MSF inoltre sottolinea che sempre più spesso gli operatori umanitari vengono identificati non solo con la presenza militare occidentale, ma anche con le autorità afghane. MSF chiede a tutti i protagonisti di rispettare la neutralità e l'imparzialità delle ONG e invita le organizzazioni umanitarie e le autorità militari in Afganistan di evitare qualsiasi confusione di ruolo tra le due parti: "Se le organizzazioni umanitarie sono viste come parte degli sforzi politici e militari della Coalizione" - afferma la nota - "continueranno ad essere 'bersagli facili' di attacchi violenti".

Tra i settori in forte difficoltà anche quello scolastico, in particolare per quanto riguarda l'educazione delle bambine. Nonostante la fine del regime dei Talibani sia stato spesso presentato dai media occidentali come la fine dello stato di segregazione nel quale si trovavano le donne afghane, non molto è cambiato. In questi due anni il governo afghano ha dato priorità al settore scolastico e Secondo l'IRIN più di 3 milioni di scolari, tra i quali centinaia di migliaia di bambine, sono ritornati a scuola. Ma dopo anni di guerra e di conflitto, la mancanza di insegnanti e di edifici scolastici e la resistenza culturale per quanto riguarda l'educazione delle bambine sono ancora questioni irrosolte per Kabul. [DS]

Ultime su questo tema

Cultura: una risorsa anche per la cooperazione internazionale

25 Febbraio 2025
Aiutare lAfrica non significa intervenire solo su problemi contingenti". È questo l’approccio dell’associazione Atout African arch.it. (Alessandro Graziadei)

Giornata della Memoria: la memoria delle deportazioni

27 Gennaio 2025
Si pone il problema di come gestire, classificare, schedare racconti orali, come supporto e approfondimento, nell'epoca della scomparsa fisica dei testimoni diretti non solo nella Giornata della Me...

Le Università italiane e il boicottaggio a Israele

12 Dicembre 2024
Il Cub Trento e l’ SBM-Sindacato di Base Trento hanno inviato una richiesta di cessazione di ogni collaborazione con lo Stato d’Israele. (Maurizio Sacchi)

Il mondo presente e futuro

04 Novembre 2024
Presentazione del libro di Mario Capanna “Verrò da te”, presso la Camera del Lavoro di Milano. Il libro propone un’utopia realizzabile: un parlamento mondiale. Il pretesto per tale disquisizio...

Risoluzione Sasso: l’educazione sessuale e affettiva è ancora un miraggio per le scuole italiane

11 Ottobre 2024
La risoluzione 7-00203 presentata da Rossano Sasso e recentemente approvata promuove linee guida che escludano la presunta “ideologia gender” dall'educazione sessuale nelle scuole. Un approccio che...